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Asili nido, in Emilia-Romagna oltre 700 nuovi posti nell’anno educativo 2025-2026

Calano, o si azzerano, le rette di iscrizione

L’Emilia-Romagna rilancia ancora la sua vocazione più profonda: essere la terra del welfare e del diritto all’educazione, a partire dalla primissima infanzia.

Con 38 milioni 454mila euro di risorse investite solo per l’anno educativo 2025-2026 (fondi europei del Programma FSE+) la Regione, che già guida la classifica italiana della copertura degli asili nido, compie un ulteriore salto di qualità, moltiplicando le opportunità e abbattendo le barriere economiche.

In questo anno educativo saranno disponibili 727 nuovi posti nei nidi e nei servizi 0-3 anni, confermati gli 831 nuovi degli ultimi anni e abbassate le rette di iscrizione per oltre 5.000 famiglie (esattamente 5.528); in totale vengono finanziati 7.086 posti in 231 Comuni e Unioni, di cui 2.548, quindi oltre un terzo, nei territori montani e nelle aree interne.

L’intervento regionale, che si è concretizzato con un bando per l’ampliamento dell’offerta dei servizi educativi per l’infanzia 0-3 anni (con una prima scadenza a luglio e l’altra a settembre) agisce su due assi strategici e complementari: da un lato amplia l’offerta educativa, aumentando i posti disponibili e quindi contrastando le liste d’attesa; dall’altro riduce il peso economico dei servizi, estendendo l’accessibilità al nido attraverso la riduzione o l’azzeramento delle rette.

Per i territori montani e le aree interne è infatti prevista la gratuità del servizio per le famiglie con Isee fino a 40.000 euro. Nei restanti Comuni, la Regione garantisce una significativa riduzione degli oneri per le famiglie con Isee fino a 26.000 euro. Il contributo va ad unirsi anche ad altre forme di sostegno, in modo da utilizzare al meglio le risorse disponibili e non disperdere fondi: nei territori montani e nelle aree interne, ad esempio, sommando le varie forme di finanziamenti disponibili viene ampliato il sostegno anche a chi, per motivi di Isee, non avrebbe copertura totale. In questo modo tutti i bambini e le bambine possono accedere ai servizi educativi, indipendentemente dalla situazione economica della famiglia.

Un impegno, quello della Regione sulla prima infanzia, che soltanto considerando gli ultimi tre anni ha permesso di creare complessivamente 4.449 nuovi posti nei servizi educativi 0-3 anni, anche grazie all’aumento costante dei fondi messi a disposizione. La sintesi è stata fatta oggi in conferenza stampa a Bologna dall’assessora al Welfare, Politiche per l’infanzia, Scuola e Terzo settore, Isabella Conti.

“Questo doppio investimento- spiega Conti- rafforza l’accesso ai servizi e garantisce opportunità educative diffuse e di qualità per tutti i bambini, indipendentemente dal contesto territoriale e socioeconomico di provenienza. La risposta di così tanti Comuni e Unioni ai nostri bandi è la conferma che la scelta è stata giusta. Vogliamo aprire le porte dell’educazione ovunque: nelle grandi città come nelle zone montane e nelle aree interne, a cui andrà quasi un terzo dei finanziamenti”.

“Sappiamo ormai con certezza grazie a numerose ricerche internazionali- aggiunge l’assessora- che la frequenza precoce dei servizi educativi ha effetti positivi duraturi sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale, promuove autonomia, autostima e capacità relazionali. Ed è per questo che, insieme agli enti territoriali, vogliamo garantire la più ampia partecipazione possibile affinché ogni bambina e ogni bambino, a prescindere dal contesto di partenza, possa contare su pari opportunità di crescita e di futuro. Sostenendo al contempo la conciliazione tra vita e lavoro e l’occupazione femminile, con benefici che riguardano l’intera comunità”.

“Qui, dove l’educazione 0-3 anni è da sempre il pilastro di un modello sociale riconosciuto in tutta Europa, nessun bambino deve rinunciare al nido perché non c’è posto o perché è troppo caro. È questa- conclude l’assessora Conti- la direzione che ci siamo dati e su cui continueremo ad investire, e lo abbiamo già fatto in questo primo anno di legislatura incrementando in modo significativo le risorse da destinare ai nidi. Contiamo di raggiungere e di superare l’obiettivo di copertura ben prima del 2030 fissato dall’Unione europea”.

L’impegno finanziario della Regione, infatti, è cresciuto costantemente negli ultimi anni: i fondi per l’abbattimento delle rette sono passati da 18,25 milioni di euro nel 2022 a 29,79 milioni nel 2025 – con un incremento di oltre il 60% – di cui 13,6 milioni dedicati specificamente ai Comuni montani e alle aree interne. A queste risorse si aggiungono poi 8,65 milioni di euro destinati per l’anno educativo 2025-2026 al consolidamento e all’ampliamento dei posti.

Una strategia che nell’ultimo triennio ha permesso di creare 4.449 nuovi posti nei servizi educativi dell’Emilia-Romagna, che oggi può contare su una rete di 1.292 servizi pubblici, convenzionati e privati, distribuiti su tutto il territorio regionale. Nell’anno anno educativo ‘24-‘25 sono stati oltre 38.800 i bambini e le bambine sotto i tre anni che hanno frequentano i servizi educativi, ovvero il 44,2% rispetto a quelli in età.

Il futuro conferma questa traiettoria di crescita: già nel 2026 l’Emilia-Romagna raggiungerà e supererà l’obiettivo europeo del 45% per la copertura dei servizi per la prima infanzia fissato per il 2030, mentre l’apertura di nuove strutture finanziate con il PNRR consentirà di ampliare ulteriormente l’offerta.

















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