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Anche all’ex Benfra controlli quotidiani e chiusura notturna

scale ex Benfra

“Come tutti i sottopassi, anche l’ex Benfra nel tempo ha visto persone senza fissa dimora o intente ad assumere sostanze stupefacenti cercare un riparo al suo interno. Proprio per questa ragione, la Polizia locale ha da sempre tenuto monitorato il contesto, con passaggi e stazionamenti regolari da parte degli agenti di quartiere. Grazie agli assidui interventi della locale e di pulizia, ordinari e straordinari, il sottopasso è stato riportato ad una situazione di decoro e nell’area è stata ripristinata una serena vivibilità”.

Lo ha spiegato l’assessora Alessandra Camporota rispondendo all’interrogazione presentata in Consiglio comunale da Katia Parisi di Modena Civica sulla “grave situazione di degrado e attività illecite nel sottopasso ex Benfra”. Nel dettaglio, Parisi ha chiesto al sindaco e alla Giunta “quali azioni siano state messe in campo per garantire la sicurezza nella zona del sottopasso”. L’area al centro dell’interrogazione, nelle vicinanze del Museo Ferrari, è compresa tra i Quartieri 1 e 2, con sbocco da un lato su via Cuboni e dall’altro su via Manara.

L’assessora, entrando nel dettaglio delle azioni intraprese, ha spiegato che nella zona sono previsti “controlli sistematici della Polizia locale che, in coordinamento tra le sue diverse unità operative, tra cui anche l’unità cinofila, ha provveduto a pianificare ed effettuare passaggi nella zona su quattro turni, per individuare e allontanare eventuali presenze disturbanti. Costante è stato anche il supporto di Hera che, con interventi ordinari e straordinari, si è occupata di tenere pulita l’area, spesso oggetto di bivacchi e abbandono di rifiuti. L’attività della Polizia locale, sollecitata anche dalle numerose segnalazioni inserite nel gestionale Ril.fe.de.ur, ha previsto anche un’azione di monitoraggio effettuata tramite videosorveglianza direttamente dalla centrale operativa che, al bisogno, inviava la pattuglia per effettuare l’intervento”.

“Ad oggi l’area appare pulita e puntualmente controllata ma, viste le criticità che continuavano ad essere riscontrate nelle ore notturne nonostante i passaggi non solo della Polizia locale ma anche delle forze dell’ordine, nell’ambito dei servizi di Alto impatto disposti dalla Prefettura e concertati in sede di tavolo tecnico coordinato dal Questore, questa Amministrazione ha ritenuto di accogliere la proposta dei cittadini di chiudere il sottopasso nelle ore serali e notturne. Dal primo ottobre, quindi, abbiamo attivato anche il servizio di chiusura tutti i giorni della settimana dalle 22 alle 6 del mattino e continueremo nel monitoraggio delle presenze nella restante parte della giornata, sempre attraverso la Polizia locale”, ha concluso l’assessora Camporota.

Dopo la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, Luca Negrini (Fratelli d’Italia) ha sottolineato come l’area del sottopasso rientri da anni in una “zona critica”, con pesanti ricadute sulla qualità della vita dei residenti. Pur riconoscendo il valore strategico dell’infrastruttura, il capogruppo ha parlato di “cattedrale nel deserto, realizzata in un contesto privo di un progetto complessivo di rilancio”. Ha quindi sostenuto la necessità di un intervento “vero e concreto” per riqualificare la zona, definendo la chiusura del sottopasso “una sconfitta”. Ha infine rilanciato la proposta di istituire zone rosse in città e ha espresso apprezzamento per il “cambio di passo” registrato con il nuovo prefetto e il nuovo questore, auspicando un analogo rinnovamento anche nell’ambito dell’assessorato alla sicurezza.

Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha parlato di assenza di interventi concreti nell’area in questione, sostenendo che, contrariamente a quanto comunicato, il sottopasso risulta chiuso solo parzialmente. Per questo motivo, il consigliere ha manifestato disappunto per le informazioni fornite in risposta dall’assessora.

Anche per Stefano Manicardi (Pd) occorre un rilancio urbanistico che valorizzi le potenzialità della zona, “attraverso un percorso partecipato, come già avvenuto in altre parti della città”. Sul tema della sicurezza, ha ribadito la posizione del gruppo già espressa in passato: “Non si può continuare ad attribuire tutte le responsabilità all’assessorato senza considerare le mancanze del Governo centrale”, sottolineando come l’attuale carenza di organico non consenta una presenza capillare sul territorio, e invitando a un confronto con gli enti che hanno competenze dirette in materia, come Prefettura e Governo: “Solo attraverso un rafforzamento concreto delle risorse sul territorio, ha concluso, sarà possibile garantire alla comunità un servizio di sicurezza adeguato”.

In replica, Katia Parisi ha espresso insoddisfazione per la risposta ricevuta dall’assessora, contestando la scelta dell’Amministrazione di chiudere il sottopasso, ritenendola inefficace: “Non è chiudendo luoghi pubblici che si garantisce la sicurezza, perché così si sposta semplicemente il degrado altrove”. Ha criticato quindi l’approccio complessivo al tema della sicurezza, definendolo “completamente fuori binario”, e ha ribadito che “non sono cancelli e catene a risolvere i problemi, ma interventi strutturali come presidi, controlli, riqualificazione, illuminazione e manutenzione”. Ha infine chiesto all’Amministrazione di “non rincorrere più i problemi”, ma di affrontarli in modo strutturale.

In replica, l’assessora Camporota ha ricordato che la decisione di chiudere il sottopasso è stata comunicata ai cittadini nella serata di mercoledì primo ottobre, ringraziando quindi il consigliere Mazzi per la tempestiva segnalazione, già trasmessa al Comando della Polizia locale per le verifiche del caso. Parlando dei sottopassi come infrastrutture critiche anche in altre città, l’assessora ha rimarcato che la scelta di procedere con la chiusura è stata presa proprio in risposta alle segnalazioni dei cittadini. Ha infine condiviso l’importanza di un rilancio dell’area, ricordando che il tema della sicurezza urbana integrata coinvolge diversi livelli istituzionali e competenze, e che le risposte più efficaci arrivano da un lavoro coordinato fra soggetti differenti.

















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