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L’assessora regionale Elena Mazzoni in visita all’associazione Porta Aperta

Una mattinata per approfondire i servizi messi in campo dall’Amministrazione comunale per le persone in condizione di marginalità: l’assessora regionale con delega a Contrasto alle povertà ed Economia solidale Elena Mazzoni ieri mattina, giovedì 2 ottobre, ha incontrato operatori e referenti del Centro servizi per l’inclusione e il contrasto alle marginalità del Comune di Modena e del progetto di Housing First, realizzato all’interno della progettazione Pnrr. Ad accompagnarla Alessandra Camporota, assessora a Volontariato e Terzo settore. La mattinata è continuata con la visita di Mazzoni e Camporota alla sede di Porta Aperta Modena, in strada San Cataldo 117.

Per l’occasione l’assessora Camporota e i funzionari comunali hanno esposto a Mazzoni la situazione modenese, affrontata in collaborazione con tutte le associazioni, gli enti e le organizzazioni che si occupano del fenomeno in città: “La mappatura periodica svolta con il contributo di tutti i servizi di prossimità attivi sul territorio ha censito circa 300 persone senza fissa dimora, di cui circa 60 in strada, le altre in situazioni abitative precarie o in strutture di accoglienza rivolte alla marginalità – ha spiegato Camporota – Nell’85% dei casi si tratta di persone di origine straniera, di cui il 62% in condizioni di regolarità amministrativa. Si tratta prevalentemente di una popolazione di genere maschile, di età compresa tra i 18 e 64 anni. Il 50% circa del totale ha importanti problemi di salute fisica o psichica o problematiche di dipendenza. L’ultima rilevazione ha attestato anche la presenza di una ventina di donne e di una quindicina di persone anziane, sintomo dei bisogni che cambiano”.

In città queste persone vengono intercettate dall’Unità di Strada professionale, dalle unità mobili e dai servizi di prossimità del SerDp, dalle unità di strada volontarie delle associazioni (Croce Rossa, Porta Aperta, Croce Blu, Agesci, Gruppo volontari di protezione civile), dai servizi di bassa soglia e prossimità gestiti dalle associazioni di volontariato, dai Pronto Soccorso, dal Centro Servizi per l’inclusione e il contrasto alla marginalità.

Dall’avvio del primo progetto regionale Inside del 2018, inoltre, ha preso vita ed è stata progressivamente ampliata una rete articolata di servizi e collaborazioni tra istituzioni e organizzazioni del Terzo Settore, garantite non solo da progetti della Regione ma anche da finanziamenti del Pnrr. “La lotta alla marginalità – ha commentato l’assessora regionale Mazzoni – richiede una forte sinergia tra istituzioni e terzo settore: solo attraverso l’inclusione possiamo offrire reali opportunità di cambiamento. Servono percorsi personalizzati e integrati, che uniscano il sostegno nei bisogni primari – dalla salute al cibo – con occasioni di crescita, come attività educative e manuali, capaci di restituire dignità e autonomia alle persone più fragili”.

Il sistema prevede servizi di pronto intervento sociale, di prossimità, di segretariato e presa in carico, di accompagnamento, così come servizi diurni e residenziali di accoglienza avviati negli scorsi anni: Comunità di transito, servizi residenziali per la grave marginalità adulta rivolti a donne e a uomini (Porta Aperta, Ciclamini), appartamenti di Housing first e Housing temporaneo, alloggi per donne e per persone con problemi di dipendenza. Accoglienza diurna per persone in condizioni di dipendenza patologica, emergenza abitativa o homeless, e accoglienza invernale notturna. Sul territorio si sta anche lavorando ad un Osservatorio condiviso sul fenomeno delle marginalità che potrà costituire un importante strumento di conoscenza ed osservazione della situazione per poter meglio orientare e gestire i servizi, oltre che tentare di prevenire le situazioni di grave disagio.

Due i progetti realizzati grazie a fondi del Pnrr: la ristrutturazione della sede e gestione del Centro Servizi Stazione di posta di viale Monte Kosica 26, che offre servizi di presa in carico ed accompagnamento a cui sono collegati i servizi di bassa soglia (prima accoglienza, mensa, docce, ambulatorio medico, distribuzione di beni alimentari e vestiario) svolti dall’associazione Porta Aperta, e un progetto di Housing temporaneo che ha permesso la ristrutturazione di 5 appartamenti diffusi sul territorio comunale, in collaborazione con Acer Azienda Casa Emilia Romagna. “Questa rete di collaborazioni locali e regionali ci permette di monitorare una situazione che deve essere costantemente attenzionata: un presidio garantito dei senza fissa dimora permette infatti di rafforzare anche la sicurezza urbana, contribuendo a mantenere una serena vivibilità della città”, ha concluso Camporota.

 

















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