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Relazioni internazionali, la sottosegretaria Rontini in merito al conflitto in Medio Oriente

Bando straordinario per l'emergenza palestinese, sei i progetti approvati per un totale di 190mila euro. Ieri accolta una bimba di 9 anni al Sant'Orsola di Bologna

“L’Emilia-Romagna ha una lunga storia di rapporti con il popolo palestinese, fondata sulla convinzione che la pace, la cooperazione e la solidarietà internazionale debbano rappresentare elementi qualificanti dell’identità istituzionale. Oggi, di fronte alla drammatica situazione in Medio Oriente, la nostra Regione ha dimostrato più volte la propria disponibilità ad attivare corridoi umanitari sanitari, accogliendo nelle strutture ospedaliere bambini e ragazzi provenienti da Gaza affetti da patologie gravi o ferite di guerra”.

A sottolinearlo la sottosegretaria alla Presidenza, Manuela Rontini, intervenendo in Assemblea Legislativa. Proprio ieri sera l’ultimo arrivo in Regione: una bambina palestinese di 9 anni è stata accolta al Sant’Orsola di Bologna nel reparto di cardiochirurgia pediatrica. Con lei anche sei famigliari.

“Già dalla metà degli anni novanta, la Palestina è stata inserita tra le aree prioritarie della cooperazione internazionale della Regione Emilia-Romagna- ha ricordato Rontini-. Nel tempo si sono sviluppati progetti educativi, sanitari, sociali e agricoli, anche attraverso il sostegno della cooperazione decentrata, il coinvolgimento di enti locali, associazioni, cooperative, realtà del terzo settore e reti di volontariato”. Rontini ha citato “l’impegno per l’apertura di un Centro di cooperazione decentrata a Gerusalemme, presso il Consolato italiano, con l’obiettivo di avere una presenza stabile e qualificata nelle relazioni tra le nostre comunità e la società civile palestinese” e “i numerosi gemellaggi e partenariati tra Comuni e città e comunità palestinesi, come il legame tra Reggio Emilia e Beit Jala, che ha generato scambi culturali, progetti giovanili e iniziative per il dialogo interreligioso”.

Inoltre, “la Giunta regionale ha approvato pochi giorni fa gli esiti del bando straordinario per l’emergenza palestinese, che si affianca a quello già attivato per l’Ucraina. Sono stati presentati sei progetti, tutti ritenuti ammissibili: i due più rilevanti, che assorbono quasi integralmente le risorse stanziate – pari a circa 190mila euro – operano uno in Cisgiordania e uno nella Striscia di Gaza”.

Accanto a questa dimensione operativa- ha proseguito la sottosegretaria-, “la Regione ha esercitato negli anni anche una forte responsabilità politica e morale e quando i principi fondamentali del diritto internazionale e dei diritti umani sono stati messi in discussione, l’Emilia-Romagna non ha esitato a prendere posizione: è accaduto di recente con la decisione del presidente de Pascale di interrompere i rapporti istituzionali con il Governo di Israele, fino al ripristino del rispetto del diritto internazionale, ed è accaduto anche con le risoluzioni approvate da questa Assemblea legislativa, che hanno chiesto al Governo italiano impegni più forti e inequivocabili per la difesa dei civili e l’apertura di corridoi umanitari”.

“Accanto alla cooperazione internazionale- ha rimarcato ancora Rontini-, la nostra Regione ha dimostrato più volte la propria disponibilità ad attivare corridoi umanitari sanitari, accogliendo nelle strutture ospedaliere bambini e ragazzi provenienti da Gaza affetti da patologie gravi o ferite di guerra. Negli ultimi anni, piccoli pazienti palestinesi sono stati curati a Bologna, Modena e in altre città, con il sostegno della rete sanitaria e del volontariato, a conferma di una solidarietà che non si limita alle parole, ma si traduce in fatti concreti”.

Infine, ha concluso la sottosegretaria, “sempre nella relazione con il Governo centrale sarà necessario sollecitare un’attenzione, a oggi del tutto assente, rispetto alle conseguenze migratorie della tragedia palestinese”, dato che “la crisi umanitaria in atti sta facendo migrare in modo del tutto insicura centinaia di migliaia di persone. Presto si potrà, come e capitato in altre situazioni, all’Europa e in primis all’Italia il tema di corridoi sicuri di accoglienza della diaspora forzata palestinese”.

Il bando straordinario per l’emergenza palestinese

Sono stati presentati sei progetti, tutti ritenuti ammissibili: i due più rilevanti, che assorbono quasi integralmente le risorse stanziate – pari a circa 190mila euro – operano uno in Cisgiordania e uno nella Striscia di Gaza.

In Cisgiordania, il progetto promosso da Fondazione AVSI-ETS interviene nelle aree di Nablus, Jenin e Betlemme. Le azioni previste includono supporto psico-socioeducativo a 150 minori e 60 famiglie, fornitura di materiale didattico a 1.000 bambini, assistenza a 100 persone con disabilità e formazione specifica per operatori e insegnanti nei campi profughi. Si tratta di un intervento che non solo risponde a bisogni immediati, ma rafforza la resilienza delle comunità, migliorando la qualità della vita e promuovendo inclusione sociale anche in un contesto segnato da violenze e instabilità.

Nella Striscia di Gaza, il progetto “Semi di Speranza” promosso da EducAid si rivolge a minori sfollati, con e senza disabilità, colpiti dal trauma del conflitto e dalla distruzione delle infrastrutture educative. Prevede la creazione di tre spazi temporanei di apprendimento a Gaza City, Middle Area e Khan Younis, l’assistenza psicosociale a 200 minori, il sostegno a 100 bambini con disabilità e la formazione di 60 insegnanti. L’obiettivo è garantire continuità educativa, benessere psicosociale e rafforzamento della coesione comunitaria in un contesto di estrema fragilità.

















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