
Torna a Modena la manifestazione internazionale che porta l’arte nello spazio pubblico. La XVII edizione del Periferico festival invita a riconoscere la sapienza che si cela ai margini, esplorando la trasformazione urbana e personale attraverso pratiche performative site-specific.
Periferico Festival ritorna con la sua XVII edizione, “Becoming”, dal 2 al 19 ottobre 2025. Collettivo Amigdala da sempre opera nei territori con un’attenzione per i luoghi e le comunità, invitando artisti dall’Italia e non solo a presentare al pubblico pratiche artistiche che sappiano illuminare luoghi marginali e coinvolgere persone nei processi di creazione.
Anche quest’anno Periferico invita a un’esperienza artistica che riconosca l’importanza di ciò che spesso appare fuori posto. In uno stato fragile ma pieno di possibilità, l’azione nasce da un vigile stare nel presente.
Il cuore pulsante del festival è nel Villaggio Artigiano di Modena Ovest, un’utopia realizzata dove vita e lavoro si intrecciano e il centro culturale OvestLab funge da centro nevralgico. Il festival estende il suo sguardo oltre i confini del Villaggio, raggiungendo il centro storico, il Campo Cesana e altri luoghi come la Palestra La Fratellanza e il Cimitero monumentale di Aldo Rossi, disegnando una nuova geografia culturale diffusa. Questa visione di rete è rafforzata dalla partecipazione delle Comunità Artistiche Residenti (bambine e bambini, adolescenti, donne, cori, abitanti che compongono Bottega Baleno, Stella Polare, MeMenteMori, Les Chemins des Femmes, Fionda), che portano saperi e desideri e collaborano attivamente alla costruzione del festival.
Il programma prevede le prime nazionali di Basel Zaraa; Compagnie Krak, Aziza Gorgi & Emily Sarsam, Fabrizio Saiu, Tolja Djokovic, Teodora Grano, Collettivo Amigdala e gli spettacoli di Begüm Erciyas, Isabella Bordoni, Diana Anselmo, gruppo nanou, Salvo Lombardo, Dom-, Teatro Telaio, Valeria Sturba, Tea Andreoletti. Alle performance si alternano momenti di incontro e laboratorio e OvestLab è il luogo in cui convogliano ristoro, incontri, condivisioni informali tra gli artisti e il pubblico e naturalmente la biglietteria, aperta dal 22 settembre al 1 ottobre, dal lunedì al venerdì 12 – 18 e nei giorni programmazione dalle 12 alle 21; Informazioni e acquisto biglietti alla mail periferico@collettivoamigdala.com e al numero 338 3628909 (WhatsApp); prenotazioni online sul sito di LiveTicket.
Il festival è curato dall’intero collettivo, dal punto di vista della programmazione artistica, della ricerca territoriale e della cura dei processi che si realizzano lungo l’intero corso dell’anno a OvestLab con le comunità e gli artisti partecipanti.
Le curatrici artistiche Federica Rocchi e Serena Terranova individuano nel titolo “Becoming” la possibilità di stare nel divenire, di navigare un orizzonte in movimento, per meglio ascoltare e osservare il panorama che ci circonda: “Nel fragore di un presente ferito – la Palestina brucia, i diritti si sgretolano, la Terra ci interroga – l’arte non deve consolare, ma può illuminare per un attimo, come un lampo, la possibilità di un altro mondo, di futuri ancora non scritti”. Periferico insiste nell’osservare “Una città composta da materia viva, eccedente, fuori posto: come i nostri corpi, come le nostre domande” e a credere nel potere trasformativo di un festival e nella capacità dell’arte di immaginare il reale altrimenti.
In merito alla manifestazione, l’Assessore alla cultura Andrea Bortolamasi dichiara: “Periferico è un appuntamento che conferma la capacità dell’articolato tessuto culturale di Modena di proporre festival di respiro internazionale, capaci di intrecciare arte, comunità e trasformazione urbana. È una manifestazione preziosa perché porta creatività e visioni nei luoghi meno scontati della città, come il Villaggio Artigiano e non solo, aprendo spazi di relazione e di immaginazione collettiva. Grazie al Collettivo Amigdala per la qualità e la perseveranza nel proporre un’occasione di ascolto, di dialogo e di crescita culturale.”
Periferico festival 2025 è un festival a cura di Collettivo Amigdala realizzato con il contributo e il sostegno di Fondazione di Modena, Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Europa Creativa e Comune di Modena e con la partecipazione di Flanders – State of Art, Arcigay “Matthew Shepard” Modena, Coop Alleanza, Servizio Sanitario della Regione Emilia-Romagna e di Ater Fondazione nell’ambito di E’Bal – Palcoscenici per la danza contemporanea e con il patrocinio dell’Università di Parma e del Comune di Modena.
IL PROGRAMMA TRA PERFORMANCE, INCONTRI E LABORATORI
Spettacoli, installazioni e camminate per riscrivere la città. Il 19 ottobre la soundwalk di Collettivo Amigdala celebra i venti anni del gruppo, fondato nel 2005
Il calendario degli eventi di Periferico festival è un intreccio di pratiche che invitano il pubblico a esperienze intime e collettive.
I formati delle performance del festival offrono diverse esperienze possibili: spettacoli itineranti, di cammino nel paesaggio; installazioni in cui il pubblico è invitato a toccare, leggere, ascoltare nell’intimità di uno spazio appositamente costruito; spettacoli di danza da osservare da prospettive architettoniche; concerti di theremin e dj set per stare nella musica con approcci diversi.
Il filo rosso della ricerca di Periferico sta nella relazione tra l’arte e i luoghi. Il festival di Modena si distingue infatti nel panorama nazionale per la sua capacità di produrre opere site-specific dove il luogo non è solo lo sfondo di un gesto ma un vero e proprio protagonista, rivitalizzando, in questo modo, lo sguardo che appoggiamo sugli spazi toccati della città.
Accanto ai luoghi, protagoniste del festival sono le comunità, composte da abitanti, bambine e bambini, adulti e donne, che si ritrovano coinvolte nei progetti artistici portando i propri corpi, saperi e voci.
Il programma si apre giovedì 2 e venerdì 3 ottobre a OvestLab con Hands Made di Begüm Erciyas, una performance partecipativa e immersiva che si svolge al buio, invitando i visitatori a ripensare il loro rapporto con le mani, a immaginarne la trasformazione nel corso della storia e il loro ruolo in una società futura. A seguire incontro con Giulia D’oro, direttrice di Festival Teatro Bastardo di Palermo. Da venerdì 3 a domenica 5 ottobre, il MOP officina ospita in prima nazionale What Will We Do Without Exile? di Basel Zaraa, un’installazione multisensoriale che crea un mondo rigoglioso all’interno di una tenda per rifugiati, celebrando l’immaginazione come forma di resistenza. L’opera, organizzata a Modena con la collaborazione della Croce Rossa, ci trasporta in un tempo in cui la terra e il suo popolo sono finalmente liberi, onorando la ricchezza culturale palestinese. Sarà ospitato al MOP, sempre da venerdì 3 a domenica 5, Nottetempo, residenza d’artista aperta per l’ascolto del quartiere di Isabella Bordoni. La programmazione del fine settimana prosegue sabato 4 (con replica alle 18,30 e domenica 5 alle 15, Palestra La Fratellanza) con Tecniche per diventare un ornitorinco di Elisabetta Consonni, esperienza-gioco collettiva in cui il pubblico attraversa una serie di “missioni impossibili”. Si prosegue alle 17 in Piazza Grande (replica domenica alle 17), dove la storica Compagnie Krak con il belga Dieter Missiaen presenta la prima nazionale di Bench Invasion – The Art of Listening. Con la partecipazione attiva dei bambini della comunità residente Bottega Baleno, la performance crea incontri improvvisi nello spazio pubblico, portando in giro panchine per invitare le persone a sedersi e condividere un gesto di ospitalità. Sabato, alle 18,30, il cortile di OvestLab ospita Finché non finisce il colore, un laboratorio di stampa serigrafica partecipata. La programmazione della giornata si conclude alle 21, a OvestLab, con Je vous aime, una lecture-performance bilingue (LIS e italiano) di Diana Anselmo, performer e artista visivo sordo e queer. Il weekend si conclude domenica 5 ottobre (ore 17, 17 e 30 e 18) al Cimitero di Aldo Rossi con Paradiso Giardino di gruppo nanou, una performance di danza che instaura un dialogo contemplativo con l’architettura e il paesaggio del cimitero. La performance è presentata nell’ambito di E’BAL – Palcoscenici per la danza contemporanea, un progetto di Ater Fondazione.
Il festival riprende giovedì 9 con un progetto parallelo agli eventi del weekend, Un pezzo di spazio di Tea Andreoletti, un’assemblea di 96 ore che si svolge da giovedì 9 a domenica 12 al Campo Cesana. Giovedì al Cimitero Aldo Rossi (ore 18,30 e ore 20) prima nazionale di Shaping Narratives: Unburying Echoes di Aziza Gorgi & Emily Sarsam, una performance-rituale sensoriale che intreccia narrazione orale e gesti quotidiani. A seguire, alle ore 21 (replica venerdì 10 ore 19) Progetto Artigiano accoglie Borderline Visible. Ai confini del visibile di Ant Hampton, un “live book” che il pubblico sfoglia insieme. Seguendo una traccia audio che unisce racconto, musica e registrazioni ambientali, l’esperienza trasforma una storia intima di viaggio e amicizia in un rito condiviso di memoria e geografie interiori. Venerdì 10 alle ore 18, visita guidata allo studio-archivio di Cesare Leonardi, un’immersione nell’universo creativo di un artista poliedrico. Alle 21, presso la Palestra la Fratellanza, il coreografo Salvo Lombardo presenta Birdsong, un’opera di danza che indaga la “lingua” non umana degli uccelli, con l’interpretazione di Daria Greco e Marta Ciappina. Ricco il programma del fine settimana. Si inizia sabato 11 alle 15 con Guardare, una camminata guidata di due ore e mezza con Fabrizio Saiu in prima nazionale (con replica domenica 12 alle 9,30). Alle 17,30, il collettivo DOM- propone Darkness Pic-Nic, una performance itinerante di 3 ore con cena inclusa ispirata a “Pic Nic ad Hanging Rock”. La giornata di sabato presenta anche un appuntamento per il pubblico più giovane, presso MOB, alle 19 e in replica alle 20,25, con Arcipelago di Teatro Telaio, un’installazione performativa fatta di tende, luci e suoni che invita a esplorare con i sensi e l’immaginazione. La serata si conclude alle 21,30, a OvestLab con La musica disturba di Valeria Sturba.
Fra i progetti lungo tutto l’arco del festival Vetro: un ciclo di conversazioni che invita direttrici e direttori di alcuni festival della scena contemporanea a dialogare con le artiste e gli artisti ospiti di Periferico. Si pone come una possibilità di tenere in circolo sguardi e prospettive anche da punti di vista diversi.
La terza settimana del festival, da venerdì 17 a domenica 19 ottobre, convoglia il public program di TransFemina International Encounter, momento conclusivo del progetto europeo Transfemina – Intersectional Landscapes. Il progetto, finanziato dal programma Europa Creativa, è stato sviluppato in Italia, Portogallo e Spagna nel biennio 2024/25, indagando il rapporto tra genere e spazio pubblico attraverso pratiche artistiche e strumenti di urbanistica femminista.
Venerdì 17 alle ore 18,30 a OvestLab la conversazione pubblica Quanto spazio occupi?, con i collettivi Pele, Col·lectiu Punt6, Collettivo Amigdala e Drukker, invita a ripensare lo spazio urbano a partire da corpi, cura e immaginazione. Alle 21, l’Ossario di Aldo Rossi diventa lo sfondo per il site specific in prima nazionale Stagioni di Tolja Djokovic, una performance corale dove tre voci indagano tre stagioni di un corpo in trasformazione. Sabato 18, dalle 15 alle 17, presso OvestLab, la Casa delle donne Lucha y Siesta* tiene il laboratorio La città transfemminista, in cui le persone saranno accompagnate in una mappatura dei corpi, immaginando insieme desideri che ridisegnano la città come luogo di relazione, resistenza e autodeterminazione. Un’esperienza partecipativa, aperta a chiunque. Alle 19,30, segue la conferenza La cura è politica di Elke Krasny. La conferenza esplora l’intreccio tra cura e infrastrutture, due dimensioni fondamentali tanto per la sopravvivenza della vita quanto per il funzionamento delle economie capitaliste. A partire dai termini ideologicamente marcati di madri e lavoratrici domestiche, si apre una riflessione che mette in dialogo storie di resistenza femminista e attivismo con forme di potere statale, controllo riproduttivo e disciplina biopolitica della fertilità. Ultimo appuntamento della giornata, alle ore 21 presso OvestLab lo spettacolo La parte inventata/la parte immaginata di Teodora Grano in prima nazionale, un incontro intimo con un gruppo di donne over 70 che si confrontano sul morire.
Il festival si conclude domenica 19 con un’esperienza di lunga durata che inizierà alle 11 con partenza da OvestLab: HERE – Sono nata per camminare di Collettivo Amigdala, una soundwalk di 16km della durata di dieci ore che attraverso le voci di donne e persone queer riscrive la storia e lo spazio della città. La performance nasce da un percorso lungo un anno che ha convocato un gruppo di ricerca formato da più di 30 donne e persone non binarie, attivo per mesi nello spazio di OvestLab. Insieme abbiamo esplorato tecniche di ascolto, pratiche vocali e camminate. A partire da questi incontri, è emersa una drammaturgia corale che intreccia cammino, suono e parola come strumenti per costruire cartografie critiche alternative, capaci di decostruire e trasformare l’immaginario dello spazio pubblico. Here è un viaggio collettivo, una mappatura, una soundwalk espansa, una riappropriazione, una contro-narrazione, un rituale. Here è una città che si mette in cammino.
Lo spettacolo nasce in concomitanza dei 20 anni di Collettivo Amigdala, fondato a Modena nel 2005, e coinvolge diverse realtà territoriali in forme di vera e propria alleanza e collaborazione, frutto del lavoro capillare di Amigdala in questi anni.