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Sviluppo della filiera del pioppo: firmata oggi intesa tra Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia

Una nuova intesa fra cinque regioni italiane per lo sviluppo della filiera del pioppo.  È stata sottoscritta oggi presso la sede della Regione Lombardia a Milano, firmatarie le regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. L’accordo rinnova e aggiorna quello di Venezia del 2014, con l’obiettivo di dare un ulteriore impulso alla diffusione di una coltura che rappresenta una risorsa strategica per la sostenibilità ambientale e al contempo per il comparto del legno, della carta e dell’arredo.

A firmare il documento gli assessori delle cinque regioni: Alessio Mammi (Emilia-Romagna) Alessandro Beduschi (Lombardia), Marco Gallo (Piemonte), Federico Caner (Veneto), e Stefano Zannier (Friuli-Venezia Giulia), oltre alle organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Cia e Confagricoltura e alle principali associazioni ed enti impegnati nello sviluppo della filiera: Associazione Pioppicoltori Italiani, FederlegnoArredo, il Consiglio per la ricerca in agricoltura Crea, l’Organizzazione per la certificazione forestale Pefsc Italia, l’Associazione per la gestione forestale Fsc Italia e il Cluster Italia Foresta Legno.

L’intesa, della durata di 10 anni, ha precise finalità. Prima di tutto le Regioni si impegnano a favorire l’incremento delle superfici destinate alla pioppicoltura, in un quadro di gestione sostenibile del territorio, nell’ambito della strategia forestale nazionale e dei programmi forestali regionali.
Punta poi a favorire la realizzazione di accordi di filiera che valorizzino la produzione pioppicola, per promuovere il riconoscimento dei benefici ambientali ed economici.
Altro focus riguarda le azioni comuni per la regolamentazione dell’attività pioppicola all’interno delle aree della Rete Natura 2000, di altre aree protette e delle aree golenali, anche all’interno della fascia di mobilità del Po e degli altri fiumi, contemperando le esigenze di sicurezza idraulica con quelle ambientali e produttive.

“Un accordo strategico- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- per sviluppare coltivazioni eco-compatibili e sempre più sostenibili, migliorare e far meglio conoscere le funzioni ambientali della pioppicoltura, un patrimonio storicamente presente nella nostra regione. Per questi obiettivi è indispensabile la collaborazione le regioni del bacino padano, gli enti di ricerca regionali e nazionali”.
“Puntiamo assieme- prosegue- a rafforzare un settore che vale nel suo complesso 40 milioni di euro. Il pioppo in Emilia-Romagna è presente da sempre, fa parte della storia e dell’identità della nostra pianura, ha un rilevante valore economico, contribuisce a trattenere il carbonio e a rafforzare la sostenibilità ambientale. Inoltre è uno strumento strategico per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Un’attenzione particolare va infatti anche allo sforzo operativo di conciliazione di produzione e sicurezza idraulica nelle aree golenali, valorizzando i servizi ecosistemici come i crediti di carbonio e comunicando a cittadini e consumatori il ruolo economico e ambientale dei pioppi sul nostro territorio”.

 

Il peso economico della pioppicoltura in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna, la superficie dedicata al pioppo ammonta a circa 4.700 ettari, che la rende la terza regione italiana per estensione coltivata.
Gli addetti del settore agricolo sono impegnati per circa 30 mila giornate annue nella coltivazione del pioppo, per una produzione annua di circa 100 mila metri cubi che ci pone al secondo posto in Italia per volume di produzione di pioppo.
Complessivamente la filiera del pioppo in Emilia-Romagna vale per la fase agricola dagli 8 ai 12 milioni di euro all’anno; per la fase industriale collegata alla fase agricola regionale dai 20 ai 40 milioni all’anno, per un valore complessivo di circa 40/50 milioni all’anno.

 

Il contributo dei pioppi per l’ambiente e la difesa del suolo

Sono numerosi gli aspetti positivi della pioppicoltura sostenibile, che oltre a essere una fonte di approvvigionamento di legno, ha funzioni paesaggistiche e ambientali. In particolare, il bilancio del carbonio degli impianti di pioppo risulta positivo, grazie alla grande capacità di assorbimento della CO2 e al suo accumulo nel legno per l’industria del mobile, il comparto dei compensati e cartario, gli imballaggi in legno. Consentono il mantenimento di un sottobosco inerbito, e hanno un’importante funzione di difesa del suolo, prevenendo fenomeni di degrado e favorendo la regimazione e il regolare deflusso delle acque. Nelle aree golenali, la presenza dei pioppi garantisce una buona permeabilità del terreno e un efficace deflusso idrico negli eventi di piena, svolgendo quindi azioni di protezione del suolo e delle colture adiacenti.

Significativo anche il contributo dei pioppeti alla diversificazione dell’ambiente agroforestale, con la creazione di nicchie ecologiche per animali e piante e un’azione di frangivento e controllo dell’erosione del suolo. Possono essere impegnati anche nella composizione delle cosiddette ‘fasce tampone’, sistemi lineari per la tutela della qualità dell’acqua in agricoltura e la formazione di corridoi ecologici, i pioppi diventano dei veri e proprio biofiltri decontaminanti, assolvendo la loro funzione ecologica per la riduzione dell’inquinamento ambientale.

 

















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