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In Provincia a Modena incontro con i rappresentanti del popolo Saharawi

La delegazione incontra le autorità

«La pace è la condizione necessaria per la crescita e lo sviluppo delle comunità, specialmente in un momento delicato come quello che sta attraversando il nostro continente. Il popolo Saharawi ci insegna che non bisogna mai smettere di credere nella libertà». Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia incontrando una delegazione di rappresentanti del popola Saharawi, che hanno accompagnato 10 bambini e alcuni volontari dell’Associazione Kabara Lagdaf Odv lunedì 4 agosto nella sede della Provincia.

All’incontro erano presenti, inoltre, numerosi amministratori locali, tra cui Francesca Maletti vicesindaca di Modena, Chiara Ferrari vicesindaca di Maranello, la presidente del Consiglio Comunale di Castelfranco Rita Barbieri, l’assessore di Campogalliano Damiano Pietri, il sindaco di Savignano sul Panaro Enrico Tagliavini, la sindaca di Nonantola Tiziana Baccolini, Mimma Savigni assessora di Sassuolo, Gianni Monari assessore di Soliera, Elisa Bortolazzi assessora di Ravarino e Andrea Berselli assessore di Bomporto, oltre a Giulia Bosi, assessora di Formigine e vicepresidente dell’associazione Kabara Lagdaf, nata a Modena nel 1992, che si occupa di sostenere progetti per il popolo saharawi e di promuoverne la conoscenza per sostenere il piano di pace dell’ONU per l’autodeterminazione.

L’Associazione prende il nome da una bambina Saharawi prematuramente scomparsa nonostante le cure ricevute a Modena all’inizio degli anni Novanta. L’Associazione è iscritta all’Albo regionale del Volontariato e partecipa dal 1997 al coordinamento regionale di sostegno al popolo Saharawi.

Nella Provincia di Modena sono presenti comitati di sostegno in diversi Comuni, tra cui Campogalliano, Carpi, Castelfranco,Concordia, Formigine, Modena, Montese, Nonantola, Novi, Ravarino, Sassuolo, S. Cesario, S. Prospero.

Nel corso dell’incontro con le autorità locali modenesi è stato fatto il punto della situazione sul conflitto riaperto tra Marocco e Fronte Polisario nel novembre 2020 e sulle condizioni di vita nei campi profughi dal punto di vista sanitario e sociale.

Da alcuni anni l’associazione promuove un progetto per la prevenzione della calcolosi infantile insieme ad Ansps (l’associazione nazionale solidarietà con il popolo Saharawi), Avis, Arci, e la struttura complessa di chirurgia pediatrica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Modena.

I Saharawi vivono dal 1975 in esilio in campi profughi a sud della città algerina di Tindouf, dando vita alla Rasd (Repubblica Araba Saharawi Democratica), un caso unico al mondo di governo “in esilio”. Oggi, il popolo saharawi continua a vivere in parte nel Sahara Occidentale, nei territori occupati dal regno del Marocco, e in parte nei campi profughi allestiti nel deserto algerino. Nel 1991, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizza l’invio di una Missione per il referendum nel Sahara Occidentale (Minurso). Tuttavia, dopo numerose risoluzioni, il referendum per l’autodeterminazione non è stato ancora effettuato.

















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