Umberto Erriu e Cataldo Stasi, giovani carabinieri di stanza a Castel Maggiore, furono trucidati la sera del 20 aprile 1988 in un agguato dei
killer poi diventati tristemente famosi come “Banda della Uno Bianca”. La Città di Castel Maggiore, i familiari e l’Arma dei Carabinieri, nel 20° anniversario dell’assassinio, un episodio che ha lasciato una traccia indelebile nella memoria collettiva dei cittadini di Castel Maggiore,
ricordano i Carabinieri Umberto Erriu e Cataldo Stasi domenica 20 aprile alle ore 9.15 con una Messa in suffragio presso la Chiesa di San
Bartolomeo (Piazza Amendola). Alle 10.15 un corteo con la partecipazione dell’associazionismo di Castel Maggiore raggiungerà il cippo di via
Gramsci.
Il ricordo dei due giovani militari (24 anni Erriu, 22 anni Stasi) unirà, oltre al Sindaco di Castel Maggiore, le alte cariche dell’Arma dei Carabinieri, della Regione, della Provincia: saranno presenti tra gli altri il Comandante della Regione Carabinieri, Generale Gianfranco Massaro, l’Assessore della Regione Flavio Delbono, la Preside della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti, l’Assessore del Comune di Bologna Libero Mancuso, le rappresentanze istituzionali di Questura, Prefettura, Forze Armate, oltre ai Sindaci di numerosi Comuni della provincia.
“Sicuramente insieme” è il titolo del convegno che l’amministrazione comunale ha organizzato per Lunedì 21 aprile alle 21 presso la Sala Teatro
Biagi D’Antona. Attraverso il confronto tra diversi protagonisti delle azioni per la tutela del cittadino, il convegno intende mettere a fuoco i
valori di una politica per la sicurezza: inclusione, dialogo, prevenzione, controllo, repressione.
Interverranno Massimiliano Galloni – Comandante
Polizia Municipale, Angela Petrucciani – Direttroe del settore Servizi alle Persone e ai Cittadini, Susanna Bianconi – Casa delle Donne per non subire violenza, Cap. Luigi Manzini – Comandante Comp. Carabinieri Borgo Panigale, Fausto Anderlini – Sociologo, responsabile del MEDEC, Marco Monesi – Sindaco di Castel Maggiore.
Il Sindaco Marco Monesi definisce i contorni e le motivazioni di questa iniziativa:
“Vivere in una comunità vuol dire avere dei diritti e dei doveri. Potrà sembrare banale, ma è su questo semplice presupposto che si basano le
scelte che questa Amministrazione ha fatto per impostare la propria politica di sicurezza per i cittadini, giorno dopo giorno, senza sbandierare proclami o annunciare iniziative clamorose che rischiano di essere presto dimenticate. I cittadini devono sapere che esistono delle regole che devono essere fatte rispettare, anche con le sanzioni, quando sia necessario; ma i cittadini hanno diritto di conoscere queste regole e
di essere messi nelle condizioni di rispettarle. Per questo prevenzione e dialogo sono due valori fondanti della nostra politica di sicurezza,
naturalmente insieme al controllo. Per questo abbiamo voluto organizzare un convegno a più voci per cercare di dare il senso di questo lavoro, per spiegare come è cambiato il lavoro
della Polizia municipale e cosa significa in concreto “polizia di prossimità”; inoltre per spiegare come la cultura da un lato e il welfare
dall’altro sono elementi fondamentali per la crescita coesa di una comunità. Un’occasione di riflessione, anche per cercare di capire come è
cambiato il nostro territorio, attraverso le analisi di Fausto Anderlini”.