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Geriatria, Neonatologia e refertazione: tre nuovi progetti di Human Care per AOU di Modena

Prosegue l’impegno dell’AOU di Modena per la promozione di percorsi e progetti di Umanizzazione delle Cure che hanno l’obiettivo di mettere la persona al centro, valorizzarne l’unicità, la storia, cambiando approccio operativo per affiancare alla presa in carico della patologia, quella del complessivo progetto di vita del paziente. Nello specifico sono tre i progetti attivati e presentati in anteprima il 7 aprile scorso a Siena al convegno “HumanCare — L’ecosistema per l’umanizzazione delle cure”: Vicini sin dal primo istante (Neonatologia), Accettazione e invio referti (Servizio Amministrativo Ospedaliero), GeroLoc per prevenire gli allentamenti dei pazienti con wandering (Geriatria), quest’ultimo sostenuto dai fondi del PNRR e dal Club La Meridiana di Modena.

L’evento senese trae origine dalla rete Grandi Ospedali e, infatti, si è appena conclusa la quarta edizione, tenutasi a Torino, dell’Open Meeting dei Grandi Ospedali. Torino ha rappresentato un incubatore di progetti concreti da realizzare e condividere, dove le idee prendono forma e diventano soluzioni operative per sviluppare il bene comune della salute. Anche in questo Open Meeting, di rilevanza nazionale, l’AOU di Modena è stata individuata come portatrice d’eccellenza sul campo dell’umanizzazione delle cure.  In questa occasione, inoltre, il Direttore Generale, Ing. Luca Baldino è entrato a far parte della community degli Ambassador della Sanità italiana, il board che vede oltre venti direttori generali delle principali aziende ospedaliere del Paese.

“Oggi presentiamo tre progetti di grande rilievo – ha dichiarato il dottor Andrea Ziglio, Direttore Sanitario dell’AOU di Modena – che rafforzano e sviluppano altrettanti percorsi aziendali, pensati per garantire una presa in carico sempre più attenta e globale dei nostri pazienti. L’obiettivo è offrire una risposta ai bisogni di cura, in particolare delle persone più fragili, attraverso un approccio integrato e multidimensionale, ispirato al modello bio-psicosociale. Una presa in carico che non si limiti agli aspetti clinici, ma che consideri la persona nella sua globalità, Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale anche il contributo delle associazioni di pazienti, alle quali va il nostro ringraziamento. Un ringraziamento speciale va anche al personale, sanitario e amministrativo, che con professionalità ed entusiasmo rende possibile la realizzazione di questi percorsi.”

L’impegno dell’AOU di Modena per l’umanizzazione delle cure – sottolinea Francesca Maletti, Vice-sindaca e Assessora alle Politiche della salute del Comune di Modena – viene riconosciuto anche a livello nazionale e di questo siamo particolarmente orgogliosi. Modena è una città che “si prende cura” e l’aver cura dei cittadini-pazienti, In particolare quelli più fragili, va oltre l’assistenza strettamente sanitaria, passando attraverso uno scambio continuo con le persone e le loro famiglie e costruendo un rapporto di fiducia che è un elemento fondamentale per vivere meglio, anche in presenza di patologie acute, e per essere comunità

L’AOU di Modena si caratterizza, e viene riconosciuta a livello nazionale, per questa visione che riporta la persona al centro agendo su tutti i livelli aziendali: organizzativo, strutturale e relazionale, come mostrano le azioni di questi tre progetti che seppur diversi sono accumunati dallo stesso obiettivo che è quello di rispondere in maniera globale ai bisogni delle persone – ha aggiunto la dottoressa Ilenia Doronzo Coordinamento, Gestione e Sviluppo dei Progetti di Umanizzazione delle Cure – L’impegno concreto che stiamo portando avanti trasforma il concetto di assistenza sanitaria in quanto per umanizzare il sistema si ha necessità di coinvolgere i cittadini/pazienti e chi li rappresenta nella progettazione, erogazione e valutazione dei servizi e, quindi, si parte da loro e si costruisce con loro. Riassumendo, possiamo affermare che la strada che l’AOU di Modena ha intrapreso vede l’unione dei saperi professionali sanitari, tecnici e amministrativi e di quelli esperienziali del mondo del volontariato.”

Il dettaglio dei progetti

“Vicini fin dal primo istante – Progetto di Accoglienza in Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia” per la Neonatologia e Nido del Policlinico, diretta dal prof. Alberto Berardi)

Il progetto – spiega la dottoressa Licia Lugli, Neonatologa del Policlinico – si propone di consolidare le pratiche di cura basate sui principi della Family-Centered Care, cioè l’approccio che mette sempre più al centro la famiglia, promuovendo la partecipazione attiva dei genitori, anche nei momenti più difficili con l’obiettivo di migliorare il benessere sia del bambino che dei suoi genitori. Il progetto intende promuovere un atteggiamento di accoglienza che favorisca sempre più la presenza costante e attiva della famiglia, attraverso un “reparto aperto” e l’adozione anche di pratiche di supporto informativo. Questo percorso è fondamentale per una cura integrata”. Il progetto si basa sulla formazione continua rivolta al personale sugli aspetti relazionali, comunicativi e della care centrata sulla famiglia. Le competenze comunicative e relazionali dei professionisti sanitari vengono sviluppate e consolidate mediante formazione continua sul campo, svolta dalla Psicologia Ospedaliera, diretta dalla dottoressa Marisa Pugliese, in integrazione con l’equipe dell’Unità Operativa di Neonatologia e Nido. In gennaio è cominciata la distribuzione in Terapia Intensiva Neonatale dell’opuscolo “Piccoli passi verso l’allattamento al seno” che è presente anche sul sito web aziendale https://www.aou.mo.it/neonatologia

“GeroLoc: Prevenire gli allontanamenti in Geriatria” per la Geriatria dell’Ospedale Civile, diretta dal prof. Marco Bertolotti in collaborazione con il Servizio Tecnologie per l’Informazione, diretto dell’Ing. Mario Lugli.

L’Azienda – spiega la dottoressa Francesca Neviani, geriatra referente del progetto – attraverso questo progetto, si è dotata di un sistema di controllo dell’allontanamento in Geriatria, rivolto alle persone con demenza. Queste ultime, infatti, possono manifestare il wandering, sintomo comportamentale caratterizzato dal bisogno di camminare che può accentuarsi fino a diventare un elemento di pericolo in corso di ricovero perché i pazienti possono allontanarsi e disorientarsi non riuscendo più a tornare alla propria stanza e rischiando di uscire dalla struttura stessa arrivando a perdersi”.

Il progetto – aggiunge l’Ing. Alessandro Melzani referente del progetto per lo STI – prevede che i pazienti, per i quali è necessario monitorare l’eventuale uscita dal reparto di Geriatria indossino un braccialetto che rileva il passaggio attraverso i varchi di uscita, grazie alla presenza di antenne attive presenti sui varchi stessi. La tecnologia previene, quindi, il ricorso alla “Sorveglianza 4”, misura che prevede la continua presenza a fianco dei pazienti, nelle 24 ore, di personale sanitario e, se disponibili, dei suoi familiari. Questa misura ha un costo molto elevato, in quanto prevede, quando non disponibili i familiari, personale con un rapporto di assistenza uno a uno”.

Il progetto ha visto le seguenti fasi: tra novembre e dicembre 2024 l’implementazione del sistema di localizzazione; a febbraio 2025 la formazione del personale rispetto all’utilizzo del sistema di localizzazione; da marzo 2025 l’utilizzo del sistema per la prevenzione degli eventi di allontanamento. Il progetto rientra nel più ampio investimento del PNRR Missione 6 componente 2 iniziativa 1.1.1 Digitalizzazione degli ospedali DEA I e II livello”, al fine di migliorare la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria e la qualità dei processi, garantendo la sicurezza dei pazienti e l’erogazione di servizi di alta qualità. Il progetto è stato sostenuto anche dai contributi di Meridiana Solidarietà onlus.

“Accettazione e invio referti: Orientare i cittadini e prevenire il loro spostamento”, per il Servizio Attività Amministrative Ospedaliere (SAAO), diretto dall’Ing. Alessandro Sala

Negli ultimi anni – ha spiegato l’Ing. Alessandro Sala, Responsabile del SAAO – L’AOU di Modena ha introdotto una serie di interventi per semplificare la vita dei cittadini, riducendo la necessità di spostamenti per il ritiro dei referti e ottimizzando i percorsi di accesso. Tali azioni nascono da un ascolto attento dei bisogni della popolazione, anche grazie alla condivisione con le organizzazioni di volontariato. Le priorità emerse includono: riservatezza, trasparenza, migliore gestione del tempo e minori spostamenti, soprattutto per chi vive in aree periferiche o montane. Questo progetto consolida e aggiorna questa filosofia al fine di migliorare ulteriormente i percorsi”.

Attraverso questo progetto il Servizio Attività Amministrative Ospedaliere ha adottato delle procedure di facilitazione alla cittadinanza, quali Consegna dei referti e/o, più in generale, della documentazione via mail, attraverso un sistema di criptaggio del PDF e l’invio di password tramite SMS, con l’obiettivo di non far girare il paziente che in questo modo, anche non avendo una PEC, può ricevere documentazione direttamente a casa, Rilascio dei referti di radiologia su tutta la provincia in collaborazione con AUSL, con l’obiettivo di dare la possibilità ai pazienti di ritirare il CD nel posto più vicino a casa, indipendentemente da dove sia stato eseguito l’esame. La prenotazione, inoltre, può essere fatta online scegliendo luogo, giorno e ora del ritiro; Accettazione informatizzata per ottimizzare i flussi dei pazienti in AOU, nelle aree ambulatoriali di maggiore affluenza e al Centro Oncologico Modenese, obiettivo garantire la riservatezza, l’accoglienza e la tranquillità nelle sale di attesa.

L’Azienda è impegnata a semplificare l’accesso ai Servizi sanitari. Tra gli interventi già realizzati spiccano:

  • Totem di accoglienza: dispositivi posizionati agli ingressi ospedalieri per facilitare l’orientamento, garantire la riservatezza e la gestione delle attese. Ogni giorno li utilizzano circa 1.800 persone, migliorando i flussi e riducendo l’incertezza.
  • Refertazione digitale criptata: i referti idonei vengono inviati via email in formato PDF protetto, con password inviata via SMS. Il sistema, adottato per oltre 24.000 referti all’anno, garantisce privacy e riduce tempi e costi di spostamento.
  • Ritiro decentralizzato dei referti radiologici: grazie a nove punti di consegna sul territorio, i cittadini possono prenotare il ritiro del referto in una sede vicina al domicilio. Questa soluzione è stata adottata dal 55% degli utenti, con particolare beneficio per chi vive lontano dalle strutture principali.
















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