Il nucleo di Polizia tributaria di Bologna, in un’indagine coordinata dalla Procura, ha scoperto una presunta organizzazione dedita all’ingresso e alla permanenza in Italia di cittadini extracomunitari. Matrimoni fittizi con mogli italiane di comodo, favorivano l’ingresso ‘legale’ in Italia di pachistani e moldavi.
Secondo l’accusa, la gang combinava le nozze tra italiane e stranieri. Il matrimonio veniva celebrato in Pakistan e consentiva allo sposo di richiedere il ricongiungimento con la moglie, nel frattempo rientrata in Italia, e ottenere il visto di ingresso e il permesso di soggiorno in attesa della cittadinanza italiana.
Alle donne italiane venivano riconosciuti 6.000 euro. Mentre agli sposi stranieri l’operazione costava 15.000 euro.
Per quanto riguarda gli attestati lavorativi, due cooperative di servizi gestite da membri della gang richiedevano l’ingresso di extracomunitari in cambio di somme varianti da 13.000 a 16.000 euro, pagati in contanti o prestando lavoro. Oppure le cooperative utilizzavano manodopera extracomunitaria entrata in Italia su chiamata di aziende compiacenti, che spartivano il prezzo pagato dai lavoratori. Numerosi i casi accertati.