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Numero alberi, l’Emilia Romagna prima in Italia

E’ l’Emilia Romagna il polmone verde d’Italia, grazie al miliardo e 18 milioni di alberi che ne ricoprono alcuni tratti di superficie, in particolare quelli concentrati nell’area Appenninica, e scusate se è poco. A dirlo è l’Inventario nazionale delle foreste, realizzato dal Corpo forestale dello Stato, che assegna alla nostra regione il primato del numero di alberi per ettaro – 1816 esemplari – un dato ben superiore alla media nazionale, 1367 piante per ettaro.

Questa conferma numerica non stupisce di certo i soci dell’Unione Appennino e Verde, che approfittano della notizia uscita su stampa nazionale per ribadire l’importante primato regionale, a garanzia di una “copertura forestale” dal valore ambientale strategico e dall’evidente richiamo turistico.

“Il dato non mi meraviglia – è il commento di Luigi Sacchini, Presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna -. Il nostro territorio è in grandissima parte coperto da foresta. Una bella foresta”. Le specie più presenti sono l’abete bianco, il faggio e il castagno. “Nel versante romagnolo è meno presente il bosco coltivato e il fiore all’occhiello del Parco è la riserva integrale di Sasso Fratino, dove non viene effettuato alcun intervento”.
Il principale pericolo per i boschi è sempre l’incendio: “Per il futuro il problema non è lo sfruttamento delle superfici boschive, ma le difficoltà di tipo ecologico che rimandano a scenari planetari”. Cambiamento del clima e scarse precipitazioni in testa, ma “malgrado la siccità, non ci sono ancora segni di sofferenza nei nostri boschi. L’obiettivo nel futuro – chiude Luigi Sacchini – non è l’espansione ulteriore delle superfici forestali, ma la razionalizzazione e il rinforzo ecologico degli equilibri naturali, poichè siamo ben consapevoli che si tratta di un importante patrimonio naturale, ma anche di una strategica risorsa economica per le nostre genti, visto il forte richiamo del turismo naturalistico che stiamo potenziando”.

L’essenza del Parco delle Foreste Casentinesi coincide ovviamente coi suoi alberi: non è un caso infatti che a fianco di una costante opera di preservazione del patrimonio forestale, tutte le scelte di promozione turistica riguardino in primis le foreste, dal Nordic Walking, alle ciaspolate diurne e notturne, alle attività estive legate al trekking, che fanno di quest’area una delle più apprezzate proprio per il patrimonio forestale e naturalistico.

“Le misure di contabilità forestale – sottolinea Fausto Giovannelli, Presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano – sono la risposta scientifica alle richieste di politiche per il clima del Paese”. Nessuna sorpresa sul primato emiliano: “l’Appennino è pronto: il tema del futuro è la necessità di nuovi boschi in pianura. E’ importante anche combinare la funzione naturalistica del bosco a quella produttiva”. Non solo quantità, ma anche qualità dei boschi del territorio emiliano: “la conservazione ha ottenuto grandi risultati, come mostrano i dati, ora bisogna promuovere il miglioramento qualitativo delle superfici forestali, ad esempio con nuovi castagneti, e l’elemento produttivo dei boschi. Attorno all’Appennino si muove dunque un comparto produttivo in crescita, che va dal turismo alle attività forestali e non conosce ostacoli: il rilancio di tutto il turismo d’Appennino – e questo è un fatto concreto – parte proprio dalla ricchezza del nostro patrimonio naturale”.

















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