Il coordinamento Donne e la Direzione Provinciale dello Spi/Cgil di Modena respingono l’ennesimo attacco alla Legge 194/78 che avviene in questi
giorni, e ritengono inaccettabili le motivazioni a sostegno di tale posizione.
È assurdo proporre un confronto mettendo sullo stesso piano l’azione positiva dell’ONU che vuole la sospensione delle esecuzioni capitali nel mondo, e la sospensione della Legge 194 conquistata in Parlamento da oltre 30 anni.
La legge a tutela sociale della maternità consapevole, è una delle migliori leggi d’Europa, e ha prodotto un’enorme diminuzione degli aborti e soppresso il fenomeno della clandestinità che ha fatto soffrire e morire
tantissime donne.
In questi trent’anni di applicazione si è avuta una progressiva e consapevole scelta di maternità aiutata dalle tante attività di
prevenzione, si è esercitato un diritto di tutela della salute delle donne, si è costruita una cultura di diritto per la valorizzazione alla vita.
Questa legge non va toccata, deve essere tutelata attraverso un rilancio dei ruoli dei consultori pubblici, in tutto il territorio nazionale, per poter rispondere alle nuove generazioni e alle donne immigrate con un’educazione corretta alla prevenzione.
L’autodeterminazione deve essere sostenuta da consultori efficienti dove il primo obiettivo è la salvaguardia e la valorizzazione della vita.
Il Coordinamento Donne dello Spi ribadisce la propria convinzione che la legge 194 è una conquista da non dover rivedere, che il confronto di questi giorni deve essere sostenuto dal principio più che legittimo della riconosciuta laicità dello Stato per una reale corresponsione di diritto alla libertà.
È necessario che la politica dia risposta ed è indispensabile che le donne riprendano la parola: le donne dello Spi/cgil di Modena sono al fianco di
tutte le donne che vorranno farlo.
Lo Spi/Cgil, con le sue decine di migliaia di militanti, rappresenta donne e uomini di generazioni che hanno vissuto, partecipato e costruito la grande stagione dei diritti sociali e civili del nostro Paese: dallo statuto dei diritti sul lavoro, ai diritti di libera scelta civile e di autodeterminazione delle donne e della coppia in materia di divorzio ed aborto.


