tro carpi“Come prima, meglio di prima”: si può citare Pirandello per sintetizzare la stagione 2022-2023 del Teatro Comunale, che ha eguagliato, e in certi casi migliorato, i numeri dell’ultima comparabile pre-pandemia, la 2018-2019. Ultima con cui ha senso il paragone perché la 2019-2020 fu interrotta, nella successiva il teatro rimase chiuso (solo iniziative in streaming) e l’anno scorso riaprì con due mezze stagioni e forti limitazioni (capienza ridotta, mascherina e certificazione anti-Covid obbligatorie ecc).
Ecco dunque i dati di quest’anno: aumentati il numero degli spettacoli (33 contro 31) e degli spettatori medi a replica (511 a 494), eguagliati gli spettatori totali (21.751, erano 21.759), cresciuti del 40% i biglietti venduti (14.299 rispetto a 10.312), quasi identico il numero delle repliche (40, furono 44) con diversi “tutto esaurito”.
Tutto questo nella stagione in cui è stato tolto, « dolorosamente », un turno di prosa, ma anche introdotta la nuova formula degli “abbonamenti liberi”, ossia carnet di biglietti per almeno cinque spettacoli a sconto crescente: una modalità – scelta da 201 persone per costruirsi la “propria” stagione – che, se da un lato ha ridotto il totale degli abbonati “tradizionali” (cioè a posto fisso), dall’altra ha fatto impennare appunto la vendita dei biglietti. Ma anche fra gli abbonamenti tradizionali non mancano le sorprese: nel calo generale, è andata contro tendenza la rassegna “L’altro teatro”, che ha quasi doppiato le tessere del 2018-2019 (291 contro 157).
Particolarmente soddisfatto per l’affluenza di pubblico oltre ogni previsione il Maestro Carlo Guaitoli, Direttore Artistico del Teatro Comunale: «Questo risultato non era scontato perché la fase di “ricostruzione” post-Covid da poco iniziata non era affatto semplice. Anche il livello artistico degli spettacoli è stato davvero molto alto, confermando le ambiziose aspettative. Credo sia stata sicuramente una delle stagioni più importanti degli ultimi anni, e tutto questo ci spinge a proseguire con sempre più entusiasmo nel nostro lavoro».