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Cgil: cosa c’è dietro il boom di avviamenti al lavoro a Modena?

Sono davvero impressionanti i dati relativi agli avviamenti al lavoro nel primo semestre 2007, anticipati dall’assessore al Lavoro della Provincia di
Modena, Gianni Cavicchioli. L’incremento del 36% degli avviamenti (da 55.000 nel primo semestre 2006 a 75.000 nel primo semestre 2007) dimostra con evidenza i primi importanti effetti dei provvedimenti a contrasto del lavoro nero ed irregolare.

L’obbligo di comunicazione preventiva delle assunzioni e del cartellino di riconoscimento per chi opera negli appalti, l’accresciuta attività
ispettiva, ma anche un “clima” meno favorevole all’illegalità nei rapporti di lavoro, sono state cause determinanti nel produrre questi dati positivi.

Purtroppo c’è l’altra faccia della medaglia. Vale a dire quella di una crescita ulteriore del lavoro precario, poiché i 20.000 avviamenti in più
sono relativi a rapporti a tempo determinato, contratti di collaborazione e altre forme diverse dal lavoro a tempo indeterminato, quali il lavoro a
chiamata.

E’ proprio sull’esplosione del lavoro a chiamata nella nostra provincia, che vogliamo soffermarci.
Si tratta di una tipologia di rapporto di lavoro introdotta con la Legge 30, giustificata con la necessità di maggiore flessibilità per le imprese a
forte discontinuità di lavoro.
Oggi in realtà il lavoro a chiamata è un imbroglio, una modalità semi-regolare di evasione contributiva e una truffa ai danni dei lavoratori
che, a volte, nemmeno sanno di essere stati assunti con questa modalità.
Non è un caso che sia il settore dei servizi (che ha una forte presenza di lavoro nero), a vedere la maggior presenza di lavoro a chiamata.
L’albergo, il ristorante, il negozio che hanno ricevuto la visita degli Organi Ispettivi, verificando la presenza di lavoratori in nero,
“regolarizzano” il personale con contratti a chiamata.
In realtà si tratta di lavoratori occupati l’intera settimana, dei quali si finge l’impiego in una sola giornata, corrispondendo in nero la
retribuzione eccedente.
Ciò accade anche quando si teme una visita ispettiva, giungendo a casi nei quali il lavoratore risulta occupato un giorno al mese per 4 ore, pur
prestando la propria opera costantemente nella settimana.
L’attività degli Organi Ispettivi, l’impegno legislativo alla riduzione dell’enorme quantità di lavoro nero, corre il rischio di arenarsi nelle
secche della legislazione del lavoro introdotta dal Governo di centrodestra, di cui sempre più sono evidenti i danni prodotti.
E’ sempre più urgente cambiare la Legge 30, cancellando senza ambiguità il lavoro a chiamata e lo staff leasing, rivedendo nel contempo profondamente la normativa sul tempo determinato.

















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