Nel corso del 2020 la Polizia provinciale di Modena ha effettuato quasi mille controlli sul rispetto delle limitazioni previste dai decreti anti Covid-19; nel corso di questa attività sono state emesse 22 sanzioni amministrative; nell’ambito dei compiti tradizionali relativi alla caccia e alla pesca i controlli sono stati 559, di cui 526 in materia di caccia e 33 in materia di pesca.
Sono questi, in sintesi, i numeri dell’attività svolta lo scorso anno dai 15 agenti della Polizia provinciale, con la collaborazione di circa 50 guardie faunistico-venatorie volontarie.
Le sanzioni amministrative nel corso dei sopralluoghi sulla caccia sono state 122 e sei sulla pesca; nell’ambito dell’attività di controllo sul territorio, inoltre, sono state emesse anche 48 sanzioni per il mancato rispetto delle norme sul Codice della strada e 15 in materia ambientale, in particolare per il mancato rispetto della normativa sui parchi, i percorsi natura e delle regole per la raccolta dei prodotti del sottobosco.
Nel 2020, inoltre, sono state inviate all’autorità giudiziaria anche quattro informative di reato per la violazione delle leggi sulle armi e false dichiarazioni.
«I controlli sul rispetto della normativa in materia sanitaria – sottolinea Patrizia Gambarini, comandate della Polizia provinciale – continuano tuttora e sono concentrati, come lo scorso anno, sul parchi e aree verdi. In materia di caccia anche lo scorso anno il mancato rispetto delle distanze di sicurezza si conferma la violazione purtroppo più frequente, insieme alla violazioni del calendario venatorio, come il mancato utilizzo dell’indumento a visibilità alta e la violazione delle norme sul tesserino regionale di caccia».
Sono in aumento i verbali durante la caccia al cinghiale e l’utilizzo vietato di trappole. Tra le note positive, continuano a diminuire le sanzioni sui cani senza custodia, l’anagrafe canina e la tutela del benessere animale.
Gli agenti sono impegnati anche nella gestione e coordinamento dei piani di controllo in particolare dei cinghiali, contro i danni all’agricoltura, e delle nutrie per la salvaguardia degli argini dei fiumi nell’ambito della convenzione tra Comuni e Provincia; partito nel 2020 anche un nuovo progetto per potenziare la sorveglianza sugli argini.
Anche nel 2020 tramite la consultazione della banca dati del programma informatico “Gestione rilascio tesserini di caccia” elaborato e gestito dalla Regione Emilia – Romagna, sono stati elevati d’ufficio 107 verbali per la mancata riconsegna del tesserino venatorio nei tempi di legge.
250 segnalazioni dai cittadini nove per la presenza di lupi, le distanze di sicurezza
La Polizia provinciale nel 2020 ha gestito anche circa 250 segnalazioni dei cittadini al numero 059 209525, attivo dalle ore 6,30 alle 18,30, e attraverso il software regionale Rilfedeur.
Le segnalazioni hanno riguardato soprattutto la presenza di cacciatori vicino alle abitazioni e strade che, come sottolinea Patrizia Gambarini, comandante della Polizia provinciale, resta il problema più sentito dai cittadini.
Le norme impongono una distanza di sicurezza di 50 metri per le strade e 100 per le case e il mancato rispetto viene punito con una sanzione di 206 euro.
Oltre 70 segnalazioni riguardano la presenza di animali, soprattutto nutrie e cinghiali, ma anche nove per segnalare la presenza di lupi.
Una nuova convenzione, inoltre, è stata sottoscritta con il Centro fauna selvatica “Il Pettirosso” che gestisce per conto della Provincia il recupero delle carcasse di animali selvatici in aree pubbliche e strade.
I 15 agenti della Polizia provinciale, con la collaborazione di circa 50 volontari, controllano un territorio vasto approssimativamente 250 mila ettari, di cui circa 160 mila ettari di superficie cacciabile, 60 mila ettari di aree protette e aree vicine ai centri abitati dove è vietato cacciare.
Partito il nuovo progetto: droni e e-bike per il controllo degli argini
Nel 2020 la Polizia provinciale ha avviato un nuovo progetto con l’obiettivo di potenziare i controlli sui fiumi, sulla fauna pericolosa per gli argini e sui percorsi natura, anche attraverso l’utilizzo dei droni.
Con un investimento di 61 mila euro, di cui 52 mila finanziati dalla Regione nell’ambito di un apposito bando, la Provincia ha acquistato i mezzi destinati a una nuova unità speciale che si occupa dei controlli sui fiumi: un drone, due autoveicoli fuoristrada 4×4 e due mountain bike a pedalata assistita con relativo equipaggiamento da utilizzare per le perlustrazioni sugli argini, consentendo di raggiungere anche le aree più marginali.
I droni sono destinati esclusivamente alla vigilanza della fauna selvatica sugli argini consentendo un più esteso controllo dall’alto sulla presenza di animali pericolosi, rendendo così più efficaci i piani di controllo.
Il progetto rafforza l’attività di presidio dei fiumi, in accordo con Aipo con la quale è avviata da tempo una collaborazione per la verifica delle situazioni di dissesto idrogeologico, la presenza di materiale in alveo e il monitoraggio della fauna nell’ambito del “progetto fossori” per contrastare i danni agli argini provocati dalle tane degli animali.