La montagna modenese e reggiana ha caratteristiche agroalimentari molto simili. Per questo le due Province hanno siglato un protocollo d’intesa che, per i prossimi sette anni, mira a concertare l’utilizzo al meglio delle risorse del Piano regionale di sviluppo rurale (2007-2013).
Secondo le stime, in ballo ci sono circa 70 milioni di euro, una cifra considerevole che contribuirà a ridisegnare il futuro dell’agricoltura montana. Una parte di questi aiuti andrà a sostenere e qualificare il comparto del Parmigiano-Reggiano di montagna.
“Questo flusso di risorse – hanno spiegato Roberta Rivi e Graziano Poggioli, assessori provinciali all’Agricoltura rispettivamente di Reggio Emilia e Modena, in una conferenza stampa che si è tenuta in Provincia a Modena – è occasione importante per avviare un rinnovamento e una ristrutturazione del settore agricolo nell’Appennino modenese e reggiano, con un orientamento sempre più marcato ai prodotti di qualità e biologici, al legame con il territorio, alla funzione di conservazione ambientale delle imprese agricole”.
Il 52 per cento del territorio dell’Emilia-Romagna è montano o collinare. Per Modena e Reggio la quota è simile. Altra caratteristica analoga è l’elevata età media degli agricoltori che operano nelle zone montane e collinari: oltre 62 anni secondo i dati Istat 2000. Così come le piccole dimensioni delle aziende agricole (in media 8,2 ettari contro gli 11,2 della pianura), il loro elevato frazionamento (ogni azienda risulta in media formata da 10,7 “corpi” contro i due in pianura), l’abbandono delle attività agricole (meno 42 per cento negli ultimi dieci anni, con una Superficie agricola utile (Sau) che occupa oggi il 48 per cento del territorio montano), lo scarso ricambio generazionale.
Tutti questi dati esemplificano lo svantaggio e la preoccupante situazione di chi fa agricoltura in montagna. “Per questo – affermano gli assessori provinciali all’Agricoltura Roberta Rivi (Reggio) e Graziano Poggioli (Modena) – gli agricoltori del nostro Appennino hanno bisogno di sostegno. Il nuovo Piano regionale di sviluppo rurale ha destinato alla montagna una parte consistente delle risorse disponibili ed è un’occasione unica che non va sprecata: le risorse pubbliche dovranno essere usate come volano per far crescere le aziende agricole di montagna”.
Il Parmigiano Reggiano è la produzione di eccellenza dell’Appennino modenese e reggiano. I dati dicono che nel 2006 sono state complessivamente prodotte circa 420 mila forme. Nel versante modenese i caseifici attivi sono 51 con circa 500 soci; il latte consegnato è stato di 114 milioni di litri che sono serviti a produrre 207 mila forme pari a 7660 tonnellate di formaggio. A maggio 2006 le aziende agricole iscritte all’anagrafe aziendale erano 2646; 40 mila invece i capi bovini al 31 dicembre 2006. Sul versante dell’Appennino Reggiano i caseifici attivi a fine 2006 erano 31. La produzione del 2006 è stata di 213 mila forme pari a circa 8 mila tonnellate di formaggio Parmigiano Reggiano. Alla fine del 2005 le aziende agricole attive erano 1553; alla data del dicembre 2006 gli allevamenti bovini erano 638 con 29 mila capi.
L’agricoltura di montagna ha dei costi diversi e maggiori che altre zone geografiche come la pianura, ma ha anche aspetti positivi, come acqua e aria di migliore qualità. Questa attività agricola si traduce anche in un vantaggio per la collettività poiché permette la salvaguardia e la manutenzione del territorio, e la produzione di Parmigiano Reggiano è alla base della permanenza dell’attività agricola in questi territori. “Perciò – affermano gli assessori Poggioli e Rivi – è necessario riconoscere e sostenere questo prodotto realizzato con risorse naturali”.