Digitalizzare l’intera produzione mammografica della provincia e creare una rete tra tutte le apparecchiature diagnostiche del territorio. Con questo obiettivo l’Azienda USL di Modena ha avviato nel 2004 un processo di fusione, sul piano organizzativo e gestionale, dei percorsi dello screening (rivolto alle donne in età compresa fra i 50 e i 69 anni) e di senologia clinica, con lo scopo fondamentale di migliorare l’approccio diagnostico-terapeutico.
Requisito fondamentale per la realizzazione di questo percorso era il passaggio a sistemi diagnostici digitali, che, nell’ambito senologico rappresentano il più elevato standard di riferimento a livello internazionale. Un progetto realizzato, come in altre occasioni, anche grazie alla partnership tra Azienda USL, Fondazioni bancarie, Associazioni di volontariato ed altre Istituzioni.
Il risultato è una rete davvero unica nel suo genere: 13 apparecchiature dislocate negli ospedali dell’intera provincia che, grazie al PACS-RIS (il sistema informatico di gestione delle immagini e delle attività radiologiche dell’Azienda sanitaria), alimentano un unico archivio digitale in cui vengono memorizzate tutte le immagini mammografiche prodotte negli ospedali della provincia. Questo, una volta a regime il progetto, sarà vero sia in ambito clinico che per lo screening e consente ai medici radiologi di consultare in tempo reale le immagini precedentemente eseguite, “lo storico” di tutti gli esami mammografici sostenuti da ogni singola paziente.
Le tappe fondamentali del progetto sono state presentate oggi, all’Auditorium Giorgio Fini di Confindustria Modena, nel corso di un convegno. Le caratteristiche della rete sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena Roberto Rubbiani, il Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Andrea Landi, il Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi Gian Fedele Ferrari, il Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola Edmondo Trionfini, il Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola Giovanni Zanasi, il Presidente dell’associazione “Per Vincere Domani” Onlus Tiziana Orsini Rovatti, il Direttore sanitario dell’Azienda USL Modena Stefano Cencetti, il Responsabile del Centro screening dell’Azienda USL di Modena Ennio Gallo e il Responsabile del Servizio Ingegneria Clinica dell’Azienda USL di Modena Massimo Garagnani.
La realizzazione della rete mammografica provinciale ha richiesto un investimento di 3.200.000 euro. I donatori hanno contribuito per 1.626.000 euro. L’Associazione “Per Vincere Domani” ha donato 426.000 euro per l’acquisto di un mammografo e due workstation, una delle quali per il Cento Screening di Modena; la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha donato 400.000 euro; la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha contribuito per 330.000 euro; la Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola ha donato 140.000 euro nell’ambito di una donazione più ampia per l’intero servizio di Radiologia dell’Ospedale di Vignola; la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola ha donato 330.000 euro. Si sottolinea, inoltre, che una quota parte del PACS-RIS provinciale, per un valore di 550.000 euro (8% del costo del sistema), è al servizio della rete provinciale.
La realizzazione della rete provinciale è dovuta, quindi, in misura rilevante agli sponsor che con i loro finanziamenti hanno reso possibile l’acquisto di 4 mammografi digitali (Modena, Carpi, Sassuolo, Mirandola) e la digitalizzazione del mammografo di Vignola. L’Azienda USL di Modena ha acquistato il mammografo digitale del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense a Baggiovara ed ha digitalizzato le apparecchiature degli ospedali di Pavullo nel Frignano e Castelfranco Emilia e del Centro screening di Modena. In futuro sarà digitalizzato anche il mammografo dell’ospedale di Finale Emilia.
La rete mammografica provinciale
La rete mammografica provinciale è costituita da 11 mammografi collocati presso gli ospedali dell’Azienda USL ed il Centro screening e da 2 mammografi installati presso il Policlinico di Modena. Un sistema avanzato per biopsie mammarie è stato installato al Centro screening di Modena nel 2005. Più in particolare, la situazione a maggio 2006 vede già collegati in rete ed integrati nel PACS-RIS i mammografi di: Policlinico di Modena, Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense a Baggiovara, ospedale Sassuolo, Centro Screening, ospedale Castelfranco Emilia, ospedale di Vignola, ospedale di Pavullo. Il mammografo dell’ospedale di Carpi è collegato in rete e sarà integrato entro giugno 2006 nel sistema PACS-RIS. Saranno, invece, collegati e integrati nel PACS-RIS entro settembre 2006 i mammografi degli ospedali di Mirandola e Finale Emilia.
La possibilità di avere le immagini a monitor consente ai medici radiologi di utilizzare nuovi potenti strumenti di elaborazione (ingrandimento di dettagli, gestione di luminosità e contrasto, evidenziazione di particolari anatomici, annotazione di testi, effettuazione misurazioni di massima precisione, adozione di sistemi per l’individuazione assistita delle lesioni). Si registra, pertanto, un deciso miglioramento delle capacità di analisi del medico radiologo ed una migliore qualità della prestazione ad evidente vantaggio delle pazienti.
Il cuore di questa complessa rete, come già accennato, è costituito dal sistema PACS (Picture Archiving and Comunication System), dotato di programmi che consentono di memorizzare tutte le immagini prodotte dai mammografi digitali e di rendere disponibile tale archivio in tempo reale per successivi richiami ed ulteriori consultazioni da parte di tutti i medici radiologi operanti in provincia. Particolarmente utile è la produzione presso gli ospedali periferici di immagini mammografiche nell’ambito dei programmi di screening e la loro immediata messa a disposizione dei medici del Centro Screening. La definizione di ‘Rete mammografica’ nasce proprio perché dalle stazioni di refertazione installate nei vari siti è possibile, in ogni momento, richiamare e visualizzare un qualunque esame, recente o precedente, ovunque esso sia stato effettuato.
Il medico radiologo, in occasione di un esame su una paziente, può pertanto visualizzare immediatamente le relative immagini sulla postazione di refertazione ed eventualmente richiamare agevolmente, per una lettura comparativa, tutti i precedenti di interesse memorizzati sull’archivio computerizzato, con la garanzia di accedere a tutto lo storico, clinico e di screening, della paziente. L’archivio unico digitale consente, inoltre, di condividere le immagini con altri medici radiologi per attività di teleconsulto e di evitare per le pazienti inutili ripetizioni di esami dovute alla indisponibilità della documentazione pregressa perché smarrita o archiviata in altro luogo. Inoltre, una possibile evoluzione dell’attuale progetto prevede l’introduzione di sistemi informatizzati di aiuto alla diagnosi (CAD) o di ricostruzione tridimensionale delle immagini (tomosintesi). Entrambe le tecnologie risultano preziose per una diagnosi sempre più accurata.
Quanto realizzato rappresenta il presupposto impiantistico e tecnologico per avviare il progetto di progressiva unificazione dei percorsi di mammografia clinica e di screening, evitando sovrapposizioni o costose duplicazioni, assicurando una presenza diffusa di sedi di erogazione delle prestazioni ed una concentrazione di quelle di refertazione (per ottenere livelli elevati di clinical competence diagnostica), garantendo un miglioramento dell’efficienza complessiva del sistema attraverso un ulteriore contenimento dei tempi di attesa e riducendo la dose radiogena alla paziente, sia mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie, sia grazie al contenimento delle esposizioni assicurato dalla nuove apparecchiature.
Il sistema entrato in funzione potrà, inoltre, offrire o richiedere consulenza ad ogni altro Centro dotato di analoghe tecnologie, allargando, quindi, le possibilità di collaborazione e generando opportunità aggiuntive alle pazienti della nostra e di altre province.
I tumori al seno
Nel 2003 in provincia di Modena sono stati diagnosticati 4.111 nuovi casi di tumore (di diverso tipo). Con 581 nuovi casi, il tumore della mammella è il tumore più frequente nel sesso femminile (il 31% di tutte le neoplasie) e con 110 decessi (pari al 14% dei decessi per tumore) è la più frequente causa di morte per neoplasia nella donna. E’ ampiamente dimostrato che la sopravvivenza è fortemente condizionata dallo stadio al quale il tumore viene diagnosticato e trattato. La sopravvivenza a 5 anni risulta, infatti, maggiore nei casi diagnosticati in stadio precoce rispetto a quelli più avanzati.
Lo screening mammografico in provincia di Modena
L’invito sistematico delle donne dai 50 ai 69 anni ad un controllo mammografico biennale (nell’ambito del programma di screening della Regione Emilia-Romagna) ha dimostrato la sua efficacia nel ridurre la mortalità per carcinoma mammario del 25-30%. Le donne residenti in provincia di Modena nella fascia di età prevista sono circa 80.000 e ciò significa che ogni anno devono essere invitate al controllo mammografico circa 40.000 donne. L’attività di screening del tumore alla mammella è iniziata nell’ottobre 1995, con la realizzazione del Centro di Screening presso il Poliambulatorio del Policlinico.
L’iniziativa, promossa da Azienda USL e Azienda Policlinico, ha avuto il patrocinio ed il sostegno del Comune di Modena e delle associazioni di volontariato collegate con l’amministrazione comunale, soprattutto per quanto riguarda la campagna promozionale ed informativa. Nel 1998 si è realizzata l’estensione progressiva a tutto il territorio provinciale con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale e dei Comuni della provincia di Modena.
Come in Italia, anche in Emilia Romagna e in provincia di Modena, il tumore della mammella costituisce la neoplasia più frequente del sesso femminile. In particolare in provincia di Modena, come si evince dall’ultimo rapporto pubblicato dal Registro Tumori provinciale, l’incidenza, dopo essere cresciuta fortemente nella seconda metà degli anni ’90 (per effetto dell’inizio dello screening di popolazione) registra da ormai 6 anni una sostanziale stabilità. Nel corso del 2003 si è, inoltre, osservato un deciso decremento dei tassi di mortalità, confermato dall’analisi di sopravvivenza. Vengono quindi confermati i miglioramenti ottenuti nella prognosi della malattia per effetto della anticipazione diagnostica legata all’attività di screening e per l’introduzione di nuove strategie terapeutiche.
Dal 1996 al 2003, in Emilia-Romagna, la provincia di Modena è quella che ha maggiormente contribuito, in termini numerici, alla diagnosi del tumore alla mammella con 4.392 casi.
Le percentuali di adesione allo screening possono essere, però, nettamente migliorate ed è per questo motivo che, anche in occasione del convegno di oggi, viene rivolto alle donne dai 50 ai 69 anni un caldo appello affinché si sottopongano ai test periodici.


