Le difficoltà che attraversa il nostro Paese, e più in generale l’economia europea e internazionale, hanno fatto emergere anche in ambito locale le difficoltà connesse al basso potere d’acquisto delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati. Tali criticità non colpiscono solo coloro che possono essere ricondotti a situazioni prossime alla povertà, ma anche chi si è venuto a trovare in una situazione di fragilità strutturale originata dalla perdita di lavoro e più in generale dalla precarietà. Uno dei primi obiettivi è sicuramente quello di garantire che il lavoro permanga sul nostro territorio. Mai come ora il termine “lavoro” ha assunto una dimensione fondamentale. La centralità del lavoro infatti assurge oggi come non mai a elemento fondamentale dello sviluppo economico sociale e culturale della società.
L’intero sistema di welfare e benessere sociale dei nostri territori è costruito intorno alla ricchezza fornita dal lavoro in particolare delle piccole e medie imprese. Le aziende in crisi, mettono in difficoltà le famiglie che lavorano a vario titolo con loro e ciò ha ricadute verticali sulla vita pubblica e sulle amministrazioni comunali chiamate a interventi di sostegno alle fasce più deboli e di natura anticiclica.
Per queste ragioni, i Sindaci dei Comuni di Castelfranco Emilia Stefano Reg-gianini, Bastiglia Sandro Fogli, Bomporto Alberto Borghi, Nonantola Pier Paolo Borsari, Ravarino Marino Gatti e San Cesario sul Panaro Valerio Zanni, redigono questo testo con le linee di indirizzo sulle quali lavorare di concerto con i soggetti interessati. Si tratta di un primo risultato scaturito dall’attività di confronto tra le amministrazioni pubbliche, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali; attività a cui si intende dare continuità e sistematicità anche in prospettiva.
Linee di indirizzo:
Le Amministrazioni locali vogliono prima di tutto dare la possibilità ai nostri territori di mantenere un adeguato livello occupazionale e di qualità delle condizioni di lavoro andando verso una economia basata sulla sicurezza, sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione di processo e di prodotto mediante l’applicazione delle nuove tecnologie.
Per poter procedere efficacemente in tal senso è necessario reperire e attivare risorse.
In questo senso la nostra posizione è netta e chiediamo al Governo centrale di allentare il “patto di stabilità” per permettere alle amministrazioni pubbli-che di poter utilizzare le risorse di cui già dispongono (come l’avanzo di bilancio) da destinare ad investimenti. Pensiamo ve ne siano le condizioni poiché rappresentiamo territori e amministrazioni virtuose e riteniamo che l’obiettivo possa essere raggiunto attraverso la costruzione di opere pubbliche che servono al quotidiano dei cittadini e attraverso l’erogazione dei servizi alle persone.
È intenzione delle amministrazioni comunali che rappresentiamo mettere in cantiere opere che possano creare indotto economico sull’intero tessuto, partendo dalle esigenze, sempre tante, dei cittadini. Pensiamo alle scuole, ai cimiteri, alle strade, agli impianti di energia alternativa, ai servizi per anziani, bambini, diversamente abili, persone con problemi di salute.
Per quanto attiene ai rapporti con le imprese, le amministrazioni ribadiscono un forte impegno volto alla semplificazione e all’efficienza amministrativa mediante la riduzione di passaggi, tempi e quindi di costi per le imprese, nonché misure volte ad agevolare in via prioritaria quelle aziende che si impegneranno ad investire sul territorio nuove risorse.
Inoltre il sistema delle imprese, soprattutto quelle piccole e medie che sono l’ossatura del sistema produttivo locale, va sostenuto sul fronte dell’accesso al credito, nell’utilizzo degli strumenti di integrazione al reddito e per promuovere processi di innovazione, consolidamento e rilancio della attività produttiva, con attenzione prioritaria verso quelle imprese che mettono in atto ogni procedura orientata alla salvaguardia e alla messa in sicurezza dei posti di lavoro.
Occorre, in via prioritaria, continuare la lotta contro il lavoro nero, l’evasione fiscale e contributiva e il pericolo di infiltrazioni mafiose nel tessuto economico locale, evitando che la crisi alimenti il proliferare di comportamenti penalizzanti per i lavoratori e per le imprese che agiscono nella legalità.
Il livello distrettuale rimane quello più appropriato per affrontare la crisi, soprattutto per preordinare un modello di sviluppo economico del territorio distrettuale più competitivo in materia di reti di infrastrutture a servizio dell’impresa. In questo senso lo sviluppo dell’ambito produttivo di Castelfranco Emilia con le grandi potenzialità di efficaci collegamenti alle reti della mobilità materiali e immateriali, rappresenta una importante opportunità che va colta e sviluppata già nei prossimi anni insieme alla riqualificazione degli ambiti produttivi esistenti negli altri comuni del distretto.
La gravità e i caratteri straordinari e strutturali della situazione economica ri-chiedono uno sforzo straordinario nei confronti delle famiglie, partendo dai disoccupati, dai precari senza ammortizzatori sociali, dai cassintegrati. A tale scopo si ritiene quindi che debba essere messa in campo una serie articolata di misure, unitarie per la parte strutturale, omogenee e coordinate nei criteri per la parte sociale, rivolte a coloro che hanno già subito o stanno per subire la perdita del posto di lavoro, in conseguenza della crisi economica. Le domande agli sportelli sociali, come si evince dai dati di attività, sono molto aumentate da parte di coloro che chiedono un aiuto legato all’evento contingente della crisi economica. Le amministrazioni comunali hanno aderito al Protocollo provinciale anti crisi del febbraio 2009 e continuano a investire risorse su questo fronte.
Di recente è stato anche ottenuto un contributo, da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena proprio in questa direzione, per un valore di 160.000 euro a livello distrettuale. Con queste risorse sono stati stanziati da Comuni, Provincia e Regione complessivamente da febbraio a oggi più di 650.000 euro.
Vengono quindi mantenute le azioni straordinarie che le Istituzioni locali, le forze economiche e sociali hanno concordato per fronteggiare la crisi, coordinando tutte le iniziative possibili, nel rispetto delle reciproche autonomie, con gli Istituti di Credito, le fondazioni bancarie, le aziende multiutility, e gli altri soggetti gestori di servizi pubblici per conto dei Comuni. Le azioni riguardano i seguenti temi: rette per servizi a domanda individuale (infanzia, servizi scolastici, anziani, trasporto scolastico); gli affitti; i mutui casa; le utenze (gas, elettricità, acqua, rifiuti); i trasporti; i beni di largo consumo; le politiche di contenimento dei prezzi; le spese farmaceutiche e sanitarie.
È necessario inoltre lavorare con le associazioni di volontariato per intro-durre nuove forme di solidarietà sociale e allo stesso tempo incidere su te-ma del consumismo che spesso ha caratterizzato i nostri cittadini e che potrebbe portare ad un pesante scollamento tra le aspettative individuali e la realtà dei fatti nei quali ci troviamo a vivere. La grande distribuzione ha già messo in campo con il terzo settore alcuni interventi per ridistribuire prodotti deperibili o meno, non più commercializzabili.
Permane la necessità di sensibilizzare i cittadini su quanto sta accadendo alle nostre comunità locali. Un’ azione di contrasto alla crisi è tanto più forte quando sono uniti i soggetti che la propongono ed è anche per queste ragioni che le nostre amministrazioni lavorano tra loro in modo collegiale e vogliono farlo con il coinvolgimento dei soggetti significativi del territorio, in primis le associazioni sindacali e di categoria.