«Nella Legge di bilancio il Governo ha mantenuto la linea del rigore e della responsabilità finalizzata a salvaguardare i conti pubblici, riorganizzando risorse limitate per rispondere alle esigenze emerse durante confronto parlamentare». Il presidente di Lapam Confartigianato Daniele Mazzini commenta con queste parole la manovra economica approvata nei giorni scorsi dal Senato e sottolinea l’importanza di alcune misure che recepiscono le aspettative delle imprese.
«È una buona notizia l’eliminazione dei limiti alla compensazione dei debiti previdenziali e contributivi con i crediti fiscali – sottolinea ancora Mazzini – così come la correzione di una norma che avrebbe penalizzato i contratti collettivi dell’artigianato, rinnovati puntualmente nel 2024 e con aumenti salariali previsti anche per il 2026. Evitare la detassazione di quegli aumenti sarebbe stato un messaggio sbagliato verso chi rispetta le regole e rinnova i contratti nei tempi corretti».
Positivo anche il rifinanziamento della Nuova Sabatini, considerata dall’associazione datoriale come «uno strumento essenziale per sostenere gli investimenti delle micro e piccole imprese», insieme alla rimodulazione delle aliquote IRPEF e alla proroga delle detrazioni fiscali per la riqualificazione edilizia. «Apprezzabili – aggiunge nuovamente il presidente Lapam Confartigianato Mazzini – sono anche la previsione dell’iperammortamento come misura a sostegno degli investimenti, la proroga del credito per i campionari del settore moda e i contributi per completare le riqualificazioni legate al superbonus nelle aree del sisma, dove le imprese attendono risposte concrete».
«Delude, invece – avverte il presidente – la copertura parziale e insufficiente dell’overbooking di Transizione 5.0: è l’occasione mancata di questa manovra. Dopo le rassicurazioni del Governo, le imprese si aspettavano risposte ben diverse. Così si rischia di frenare investimenti già programmati». Critico il giudizio anche sull’introduzione di una ritenuta di acconto nelle transazioni tra imprese e sull’aumento delle accise sul gasolio. «Sono misure – conclude infine Mazzini – che vanno nella direzione opposta rispetto al sostegno alla liquidità e alla riduzione dei costi di produzione».


