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A Bologna cella in piazza Maggiore per toccare con mano condizione detenuti

foto Agenzia Dire
Nel cuore di Bologna, in piazza Maggiore, è stata allestita una cella a grandezza naturale di 12 metri quadrati (10 calpestabili), completa di due letti singoli, sgabelli, un mobiletto e un bagno. Questa installazione intende sensibilizzare i cittadini sulle reali condizioni di vita in carcere. Organizzata dalla Camera Penale bolognese e dal suo Osservatorio “Diritti umani, carcere ed altri luoghi di privazione della libertà” con la collaborazione di Extrema Ratio, l‘iniziativa “La vita dietro le sbarre: una cella al centro della città si svolge oggi e domani, con il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Ordine degli Avvocati.
La ricostruzione fedele della cella è stata possibile grazie al contributo del Lions Club Borgo Panigale Emilia Ponente. Presentata questa mattina durante un evento pubblico, l’iniziativa ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali e culturali come il presidente della Regione Michele de Pascale, l’artista Alessandro Bergonzoni, l’assessora regionale al Welfare Isabella Conti, il consigliere regionale Francesco Critelli e diversi consiglieri comunali.
Nicola Mazzacuva, presidente della Camera Penale bolognese, ha introdotto il progetto sottolineando la gravità dell’emergenza carceraria nel nostro Paese. Ha ricordato che l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel 2013 per le condizioni delle carceri. Sebbene siano state apportate migliorie iniziali, Mazzacuva ritiene che oggi la situazione sia di nuovo critica. Ha evidenziato che, nel 2022, si è registrato un numero record di suicidi in carcere (90), mentre nel corso del 2023 si è già arrivati a 67. Secondo Mazzacuva, ciò dimostra un tradimento dei principi costituzionali sulla funzione umana e rieducativa della pena.
Luca Sebastiani, responsabile dellOsservatorio Carcere della Camera Penale bolognese, ha descritto l’installazione come un’opportunità per sperimentare in prima persona cosa significhi vivere in una cella. Ha spiegato che la cella ricostruita, pensata per due persone, potrebbe presto ospitarne tre, nonostante si tratti già di una delle più grandi che abbia visto durante le sue visite nelle carceri. Ha poi illustrato il drammatico problema del sovraffollamento: a Bologna, il carcere conta quasi 800 detenuti a fronte di una capienza di 457; un quarto dei detenuti è in attesa di giudizio e solo il 20% lavora. Sono stati discussi anche i benefici delle misure alternative al carcere, evidenziando che il 70% di chi esce senza un percorso di reinserimento torna a delinquere, mentre questa percentuale scende al 2% per chi lavora durante la detenzione ed è inserito in programmi alternativi. Mazzacuva ha poi espresso il bisogno urgente di interventi politici che ascoltino gli esperti del settore e ha auspicato provvedimenti di clemenza come amnistie o indulti per affrontare l’emergenza.
Anche i rappresentanti dellOrdine degli Avvocati, Flavio Peccenini ed Ettore Grenci, hanno rimarcato la gravità del sovraffollamento e hanno espresso l’auspicio che questa iniziativa sensibilizzi la cittadinanza. Molto apprezzato anche lintervento dell’artista Alessandro Bergonzoni, che ha annunciato un progetto per permettere ai detenuti di assistere agli spettacoli teatrali per tutta la stagione. Ha infine ribadito che garantire spazi adeguati, igiene e assistenza non è un privilegio concesso ai detenuti, ma un riconoscimento dei loro diritti. La sua provocazione finale immaginare un carcere senza porte ha suscitato una profonda riflessione tra i presenti.
















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