Sono state sei le realtà territoriali europee ed extraeuropee che, tra mercoledì 8 e giovedì 9 ottobre, si sono incontrate e confrontate a Reggio Emilia nell’ambito di “Longevity”, il progetto coordinato dal Comune in qualità di ente capofila con il supporto di Fondazione E35 che affronta una delle sfide più urgenti a livello europeo, il cambiamento demografico e i bisogni delle persone anziane vulnerabili.
L’obiettivo è la promozione e lo sviluppo di politiche di assistenza e di promozione del benessere integrate e di qualità, in collaborazione con un’ampia rete di attori attivi nell’ambito sociale, sanitario, assistenziale e culturale. Oltre a Reggio Emilia, sono coinvolti i comuni di Aabenraa (Danimarca), Lorqui (Spagna), Almere (Paesi Bassi), Sarajevo Centar (Bosnia ed Erzegovina) e Chişinău (Moldavia), e la Fondazione LOKA (Ungheria).
Il progetto – che è iniziato lo scorso maggio e ha una durata di quattro anni, fino al 31 luglio 2029 – è interamente finanziato dal programma Interreg Europe e prevede un investimento complessivo di totale di circa 1,8 milioni di euro, di cui 437.241 euro attribuiti al Comune di Reggio Emilia.
Dopo un primo progetto internazionale sviluppato negli scorsi anni sul tema dell’isolamento sociale degli anziani con le città di Gävle (Svezia) e Parigi (Francia) nell’ambito della rete ‘Age friendly City’, Programma Erasmus, prosegue dunque l’impegno dell’Amministrazione comunale e della Fondazione E35 che prevede la collaborazione e il supporto di numerosi altri attori, tra cui in primis la Regione Emilia-Romagna, l’azienda AUSL, le Farmacie Comunali Riunite, ASP Città delle Persone, Fondazione Palazzo Magnani.
“La promozione della longevità, dell’invecchiamento attivo e del diritto al benessere – spiega l’assessora alla Cura delle persone Annalisa Rabitti – si inserisce a pieno titolo nell’approccio innovativo che l’Amministrazione sta portando avanti con sempre più impegno da diversi anni: quello di un welfare sostenibile, capace di prendersi cura delle persone nelle loro diverse dimensioni, fisiche, psichiche, affettive, relazionali, spirituali, coniugando bisogni e risorse, verso una cultura della prevenzione, della partecipazione e dell’accesso, lavorando con tutti gli attori del sistema e dando ampio respiro al confronto e alla partecipazione della comunità. Vanno in questa direzione la programmazione di luoghi e spazi quali le Case di comunità intese come hub di prossimità dei servizi sociosanitari, i progetti di welfare culturale che fanno leva sulla interdisciplinarietà e sulla collaborazione tra sistemi e istituzioni differenti, unendo politiche sociali, sanitarie, artistiche e culturali, così come i progetti territoriali, le Case di quartiere, il lavoro sui care giver famigliari”.
Longevity promuove lo scambio di esperienze fra i sette territori al fine di garantire servizi assistenziali di qualità, sostenibili e accessibili per le persone anziane vulnerabili, ossia con un profilo di rischio di esclusione sociale, grazie all’integrazione di diverse dimensioni quali accesso alla cura e alla prossimità, coinvolgimento della comunità, invecchiamento proattivo, integrazione tra servizi sanitari, sociali e culturali, cooperazione multisettoriale.
A livello locale il progetto prevede l’attivazione di un gruppo di lavoro trasversale e inter-servizio interno al Comune di Reggio Emilia e di un gruppo di stakeholder locali coordinato dal Comune per contribuire allo scambio di esperienze con le altre città partner e proporre interventi innovativi per creare politiche e servizi socio-sanitari inclusivi, incentrati sulla persona e resilienti.
A un livello invece più allargato, la presenza tra i partner di paesi come la Danimarca, la Spagna, i Paesi Bassi, l’Ungheria, la Moldavia e la Bosnia-Erzegovina permette un confronto allargato sui temi della longevità, uno scambio di esperienze e uno sguardo su come tante città affrontano tematiche e criticità più o meno simili, creando valore aggiunto e valorizzando le relazioni internazionali con i gemellaggi in essere di Sarajevo Centar e Chişinău.
L’ESPERIENZA REGGIANA – Tra le esperienze che Reggio Emilia ha condiviso con i partner internazionali c’è “L’arte mi appartiene”, il progetto di welfare culturale nato dalla collaborazione tra Comune, Fcr e Fondazione Palazzo Magnani, in cui si intrecciano arte ed educazione, creatività e salute, immaginazione e benessere. Si tratta di un metodo di lavoro costruito nel tempo, rivolto a persone con fragilità – anziani, soggetti vulnerabili, persone con disabilità – e agli operatori dei servizi sociosanitari ed educativi, in cui l’arte diventa uno strumento privilegiato per qualificare l’intervento educativo e favorire lo sviluppo di abilità e competenze nei singoli, nei gruppi e nelle comunità: un approccio originale che combina e ibrida psicologia sociale, pedagogia attiva, psicodramma e pratiche artistiche, con l’obiettivo di promuovere l’accessibilità all’arte, sviluppare competenze individuali e collettive, riflettere sul ruolo dell’arte nella salute e nel disagio, e creare connessioni sociali attraverso il “fare arte”.
Ai partner stranieri è stato inoltre illustrato “Mi riguarda”, il percorso avviato da circa un anno con cui il Comune di Reggio Emilia intende potenziare e innovare i processi e i metodi di lavoro del welfare cittadino, insieme alle realtà del territorio, per arrivare a costruire un welfare plurale e condiviso. Un processo ancora in divenire, in cui alle competenze dei servizi pubblici – sia gestiti direttamente che attraverso il terzo settore – si affiancano quelle di attori non specialistici, ma portatori di esperienze e capacità significative, oltre al contributo attivo dei cittadini: fruitori, caregiver, volontari.
Con il coinvolgimento di circa cento stakeholder, selezionati tra attori tradizionali del welfare e soggetti provenienti da altri ambiti, sono state individuate criticità e tematiche prioritarie. Questi spunti sono stati poi approfonditi in un grande evento partecipato, tenutosi lo scorso 17 maggio, durante il quale oltre 450 persone, suddivise in 46 tavoli di lavoro, hanno discusso delle tendenze in atto e delle priorità di intervento.