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Modena, salvacasa: ok all’atto ricognitivo che certifica la conformità del Pug

Il Consiglio comunale ha approvato l’Atto ricognitivo “Relazione illustrativa. La disciplina degli usi nel Piano Urbanistico Generale (Pug)” con cui si accerta che, anche in seguito dell’entrata in vigore del decreto Salva casa, il cambio di destinazione d’uso debba essere attuato in conformità allo strumento urbanistico comunale vigente.

La relativa delibera, presentata nella seduta di lunedì 6 ottobre dall’assessora all’Urbanistica del Comune di Modena Carla Ferrari, è stata approvata con il voto a favore di Pd, Avs, Spazio democratico, Movimento 5 stelle e Modena per Modena, e il voto contrario di Fratelli d’Italia, Lega Modena, Forza Italia e Modena in ascolto.

L’assessora ha spiegato che “le modifiche introdotte dal decreto Salva casa, il cui comune denominatore può essere individuato nell’obiettivo di semplificare la normativa esistente, possono essere ricondotte a quattro macroaree di intervento: la ridefinizione dei titoli che consentono di comprovare lo stato legittimo degli immobili, la nuova disciplina relativa ai mutamenti di destinazione d’uso, il regime delle tolleranze e semplificazioni delle procedure finalizzate a sanare o regolarizzare le situazioni di difformità e l’adeguamento degli standard edilizi alle trasformazioni del contesto sociale e urbano. Tre di questi punti – ha proseguito Ferrari – sono stati recepiti dalla Regione con modifiche alla legge regionale, mentre ai Comuni resta il tema dei mutamenti di destinazione d’uso. La Regione, nel dare indicazioni su come procedere, ha distinto fra i Comuni che hanno il Pug e quelli che hanno uno strumento urbanistico più vecchio come il Prg o il Psc: poiché Modena è già dotata di Pug, non è necessario modificare lo strumento urbanistico ma è sufficiente un atto ricognitivo dove si spiega come avviene secondo il Piano la disciplina dei cambi d’uso e con quest’atto si certifica che si è già conformi al Salva casa”.

Il decreto si inserisce, infatti, in un quadro normativo nazionale che fa riferimento ai Prg, piani prescrittivi e rigidi, dove area per area sono definiti gli usi che si possono o meno fare, mentre il Pug essendo un Piano più di natura programmatica, è più flessibile e, per gli interventi diretti, definisce una gamma di usi che possono essere fatti, mentre per gli interventi che hanno impatti sul territorio rimanda alla valutazione attraverso procedure complesse (accordi operativi o art. 53).

Precisando che la normativa nazionale dovrebbe prevalere su quella locale, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha criticato la “resistenza” di molti enti locali ad applicare il provvedimento, respingendo l’idea che il Governo sia assente sul tema della casa (“Sta lavorando a un grande piano strutturato e utilizzando fondi per migliorare l’efficienza degli spazi abitativi”). Riguardo agli adeguamenti normativi, ha spiegato che “l’esecutivo sta cercando di risolvere situazioni irrisolte da decenni, affrontando un settore complesso come quello edilizio”, auspicando quindi una nuova fase per l’edilizia, basata su norme chiare, attenzione alla rigenerazione urbana e alla riduzione del consumo di suolo.

Annunciando il voto contrario al provvedimento, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha criticato l’atto in discussione che si fonda sulla legge regionale “che rappresenta un indebolimento del decreto, introducendo specificazioni che si discostano dalle finalità originarie del provvedimento statale, il cui obiettivo è la semplificazione del quadro normativo favorendo il recupero del patrimonio esistente”. La consigliera ha quindi voluto specificare che il “Salva casa” non è un condono edilizio, ma uno strumento per regolarizzare difformità minori, come confermato anche dalla Cassazione.

Per il Pd, Gianluca Fanti ha riconosciuto come apprezzabile l’intento del Governo di semplificare la burocrazia con il decreto “Salva casa”, precisando però che, per Modena, è sufficiente una semplice ricognizione. Il consigliere ha quindi evidenziato la differenza tra i vecchi strumenti basati sull’espansione e il nuovo Pug comunale, orientato invece alla rigenerazione e fondato su programmazione e flessibilità. Infine, il consigliere ha criticato l’assenza di politiche strutturali da parte del Governo: “Ci vorrebbe un Piano casa nazionale, ma l’Esecutivo pensa solo a qualche sanatoria in più”. Per Alberto Bignardi il “Salva casa” rappresenta un pacchetto normativo che tocca aspetti delicati, “con deroghe che rischiano di abbassare la qualità abitativa”. Il consigliere ha quindi espresso favore verso nuove forme di regolarizzazione, ma a condizione che non diventino uno strumento per sanare abusi edilizi, violando legalità e regole urbanistiche. Bignardi, infine, ha evidenziato che, in una realtà come Modena, gli effetti del decreto sono limitati, perché molte delle misure previste erano già attive. Diego Lenzini ha espresso particolare soddisfazione per il riconoscimento del lavoro svolto con il Pug comunale, “confermato ora da una legge proveniente da un’altra parte politica”. In particolare, il capogruppo ha sostenuto che il recepimento dell’atto non comporta modifiche sostanziali, perché quanto previsto dal decreto “Salva casa” era già contenuto nel nuovo Piano urbanistico. Lenzini si è quindi soffermato sulla differenza di approcci tra Salva casa e Pug: “Il decreto elimina i vincoli per ampliare le possibilità di cambiamento, mentre il Pug offre gli stessi risultati attraverso, però, una governance sulle trasformazioni urbane”. Ha concluso sostenendo che questo confronto dimostra la necessità di una legge nazionale strutturata, indicando il Pug di Modena come possibile modello di riferimento.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 Stelle) ha respinto l’idea che le norme nazionali vengano stravolte da quelle locali, ricordando che, secondo la Costituzione, il governo del territorio è materia di competenza concorrente, il che impone alle Regioni di legiferare nel rispetto della cornice nazionale. Il consigliere ha quindi sottolineato che la legge regionale fornisce indicazioni chiare “e il Comune non può che adeguarsi, come sta facendo con l’atto ricognitivo previsto dalla delibera in discussione”.

Laura Ferrari (Avs) ha espresso perplessità di fronte all’ipotesi di un voto contrario a un atto “meramente ricognitivo”, sottolineando come si tratti, appunto, di un adempimento previsto dalla normativa vigente, “per fornire un quadro chiaro al Comune e ai nostri operatori”.

L’assessora Ferrari ha osservato come non siano state necessarie modifiche al Pug, a conferma del fatto che il lavoro svolto sul tema delle destinazioni d’uso si muove già in una direzione coerente con le nuove disposizioni, permettendo così un’applicazione compatibile del decreto. Ha precisato che è comunque necessario valutare attentamente i progetti, in relazione agli aspetti del decreto Salva casa recepiti dalla Regione con modifiche alla legge regionale. Da una prima analisi condotta dagli uffici, Ferrari ha evidenziato che il nodo principale riguarderà l’applicazione delle sanatorie, in particolare per quanto concerne il principio della doppia conformità.

















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