Verrà inaugurata sabato 13 settembre alle ore 11.00 la nuova palestra edificata nel vecchio centro sportivo in sostituzione dei capannoni dell’ex canapificio utilizzati fino al maggio 2012 come spazi sportivi.
“Facciamo un altro passo avanti – dice il sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti – nella restituzione alla città degli spazi che il sisma del 2012 le aveva tolto. La nuova palestra oltre ad ampliare le possibilità di utilizzo da parte delle società sportive, consentirà anche il ritorno a casa di un’attività da tempo costretta all’esilio, come il pattinaggio artistico. Comincia così a delinearsi con una certa evidenza il recupero del centro sportivo, uno spazio fondamentale per la comunità: alla piscina esterna e alla nuova palestra che inauguriamo, vanno aggiunti la riqualificazione degli spazi attigui alla palestra dell’ex bocciofila, la rigenerazione in corso della piscina coperta, il bando per la progettazione degli spazi esterni del centro sportivo attualmente in corso”.
La nuova struttura sportiva verrà intitolata a Bartolomeo Cavallari, dirigente sportivo e barbiere finalese che dal primo Novecento fino agli anni Sessanta del secolo scorso si è occupato di avviare e promuovere attività sportive, preoccupandosi soprattutto che fossero i giovani a poterle praticare.
“L’indicazione arrivata dalla commissione toponomastica – aggiunge il sindaco – è stata approvata con convinzione dalla giunta comunale perché consente di riconoscere, con l’intitolazione, il valore umano di un personaggio, ricco di passione e dalla grande umiltà, che ha veramente fatto la storia dello sport finalese e che rischiava di essere dimenticato”.
Dopo il taglio del nastro alla presenza degli amministratori comunali e la benedizione da parte del parroco di Finale Emilia, don Daniele Bernabei, è prevista la donazione di un defibrillatore, da collocare nella nuova palestra, da parte dell’Associazione Volontari Pro Handicappati di Finale Emilia. A seguire, esibizione delle pattinatrici dell’associazione sportiva “Artistic Skating La Torre” di Finale Emilia. Infine momento conviviale offerto dall’Associazione Volontari Pro Handicappati.
La nuova palestra
La nuova palestra, a cui si accede da via Monte Grappa, è suddivisa strutturalmente in due unità, una relativa all’area sportiva e l’altra agli spogliatoi, collegate mediante un giunto sismico. La superficie coperta dell’edificio è di circa 1440 mq e si articola su un unico piano.
L’unità destinata alla pratica sportiva si compone di un ambiente unico rettangolare di dimensioni in pianta di circa 43 m x 26.5 m a tutta altezza, con tutti i pilastri prefabbricati, di sezione 60×60, posizionati lungo il perimetro esterno che sorreggono travi prefabbricate a doppia pendenza.
La superficie e le dimensioni dell’area di gioco sono idonee per la pratica di pallavolo, basket, calcetto e pattinaggio. Tutta la struttura è stata tamponata con pannelli in cemento armato prefabbricato coibentati di spessore di circa 30 cm.
L’altezza interna della palestra supera i 7 m nel punto più basso e i 9,50 m in colmo, risultando opportunamente dimensionata per ospitare gli sport previsti.
Gli spogliatoi sono ospitati nella seconda struttura, in aderenza e giuntata sismicamente, che ha dimensioni in pianta di circa 10 m x 26.5 m, composta strutturalmente come un ambiente unico a tutta altezza, in cui i locali sono separati da pareti in cartongesso e controsoffittati dove necessario. L’accesso agli spogliatoi avviene direttamente dalla palestra.
Nella struttura è stato inoltre realizzato un deposito, anch’esso direttamente accessibile dalla palestra, mentre il locale tecnico relativo a tutti gli impianti della palestra è collocato all’esterno.
La palestra, come previsto dalla normativa vigente in merito agli edifici pubblici, è del tipo NZEB (Nearly Zero Energy Building) ossia capace di un bilancio fra energia consumata ed energia prodotta prossimo allo zero. Per l’ottenimento di questo requisito, importanti sono risultate essere le scelte che riguardano l’involucro esterno e che costituiscono dunque i pacchetti (murari e di solaio), in grado di garantire una buona coibentazione.
L’intitolazione a Bartolomeo Cavallari
Bartolomeo Cavallari detto “Bórtul” o “Burtlìn”, classe 1899, a vederlo poteva essere tutto tranne che, per i tempi in cui è vissuto, un atleta. Eppure se lo sport finalese ha saputo ritagliarsi spazio in alcune discipline, anche al di fuori dei confini locali, è in buona parte merito suo.
Il suo negozio da barbiere, all’inizio di via Mazzini è stato per decenni una sorta di covo per sportivi praticanti e “chiacchieranti” e fu, probabilmente, la prima ricevitoria per le schedine del totocalcio, quando ancora si chiamava Sisal.
Il suo fisico era fortemente segnato, ma la passione sportiva era cristallina. Soprattutto per il calcio. Non è stato materialmente il fondatore del calcio a Finale, merito da ascrivere ad alcuni personaggi della borghesia locale (Guzzinati, Giovaninetti, Bisi, Abbotoni, Magni, Nannini) che, seppur giovanissimi, ancora prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, iniziarono a praticare il foot-ball sul prato nei pressi del foro boario, dove si svolgeva il mercato delle bestie (più o meno dove oggi sorge la torre dell’acquedotto).
“Burtlìn” all’epoca aveva 10-12 anni, non molti di meno – in verità – dei primi protagonisti delle sfide calcistiche con la maglia del Finale, molti dei quali sarebbero diventati maggiorenni in guerra o non lo sarebbero diventati affatto, perdendo la vita al fronte.
È solo una volta terminato il primo conflitto mondiale che la figura di Bartolomeo Cavallari, pur ancora giovanissimo, inizia a emergere, ritagliandosi uno spazio, da organizzatore e promotore, nel mondo del calcio finalese.
Non risulta sia mai stato presidente, ma la vera anima del calcio finalese era lui.
Era lui che si occupava di trovare i giocatori da mettere a disposizione dell’allenatore, raccogliere le risorse necessarie a disputare campionati, organizzare le trasferte (che non era mica roba da ridere, se si pensa che a cavallo degli anni Trenta, il Finale doveva andare a giocare le proprie partite anche a Vicenza, Treviso, Trieste, Gorizia, Fiume, Pola…).
Ed è lui che appare in tante foto, in età diverse, accanto ai suoi ragazzi, anche quelli del settore giovanile. Perché anche se il settore giovanile in realtà ancora non esisteva, il Finale aveva già una seconda squadra di ragazzi che si preparavano a rimpiazzare i titolari.
“Burtlìn” non dedicava però il proprio tempo solo al calcio.
Si deve a lui, nel secondo dopoguerra, la rinascita della passione per il ciclismo con la formazione della mitica squadra dei “Sorci Verdi”, imbattibili atleti in maglia verde con maniche bordate di nero – i colori dello sport finalese – che hanno portato sulle strade della Regione, ed anche oltre, il glorioso nome della “Unione Ciclistica Finalese”.
Bartolomeo Cavallari è stato inoltre il fondatore – assieme a Siebel Capiluppi – dell’altra gloriosa “Società Sportiva Hockey e Pattinaggio Pattinatori Finalesi”, anche questa fucina di campioni sulle otto ruote, condotti dal recordman mondiale locale Guido Rivaroli.
Di Cavallari va evidenziata la particolare dedizione verso i giovanissimi locali. Li ha sempre amorevolmente spronati – al di là delle qualità atletiche possedute o meno da ciascuno – inserendoli nelle formazioni “ufficiali”, per dar loro soddisfazioni e con lo scopo di riuscire ad emulare quanti erano già affermati.
Un vero “uomo di sport”, che ha dato tutto sé stesso per la promozione di tante attività motorie che per diversi decenni, nella prima metà del secolo scorso, hanno procurato onore e gloria a Finale.
È scomparso all’età di 65 anni, il 6 settembre 1965.