Lavori urgenti e interventi di consolidamento, già in atto da mesi, per oltre 3 milioni di euro. E a breve una nuova serie di sondaggi per cercare di prevedere i possibili scenari futuri. Non si ferma l’impegno della Regione Emilia-Romagna nel monitoraggio della grande frana in località Ca’ di Sotto, nel territorio di San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino bolognese: dopo una trentina di anni, infatti, la colata si è riattivata per effetto dell’ondata di maltempo dell’autunno 2024, tornando a interrompere il corso del torrente e rendendo inagibili alcune case.
Al monitoraggio del movimento franoso, attivato immediatamente all’indomani dell’emergenza, si affiancheranno, dunque, a breve ulteriori sondaggi, per capire i possibili scenari evolutivi. Proseguono, intanto, al piede della frana i lavori sul canale sfioratore dell’invaso, già realizzato, per migliorarne la stabilità strutturale e aumentarne la capacità di deflusso, mentre nella parte alta sono in corso opere di regimazione delle acque superficiali.
Gli interventi sono in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, per un impegno economico – tra risorse del bilancio regionale, ordinanza commissariale e ordinanza del Dipartimento nazionale della Protezione civile – che supera i 3 milioni di euro. Al Comune di San Benedetto Val di Sambro sono stati assegnati, sempre dall’Agenzia regionale, 530mila euro (ex articoli 10).
Il punto della situazione è stato fatto in un incontro a San Benedetto alla presenza anche del presidente della Regione, Michele de Pascale, della sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, del commissario straordinario alla ricostruzione, Fabrizio Curcio, del sindaco Alessandro Santoni, oltre a rappresentanti della Città metropolitana di Bologna e dell’amministrazione di Monzuno. Successivamente si è svolto il sopralluogo vero e proprio nelle due zone della frana che presentano le maggiori criticità.
“Siamo voluti tornare sul posto, di persona, per rappresentare l’impegno continuo della Regione nel monitorare questa situazione. E ringrazio per la presenza anche il commissario Curcio, sempre vicino ai nostri territori in difficoltà- ha spiegato de Pascale-. Qui è in atto un lavoro importantissimo da parte dell’Agenzia regionale, in totale sinergia con il Comune. Questa è una delle situazioni di dissesto idrogeologico più complesse che abbiamo, parliamo di eventi franosi con dimensioni imponenti, che vogliamo affrontare anche con un accordo- ha concluso il presidente- che stiamo stipulando con la Fondazione Del Monte e l’Università di Bologna, per studiare e sperimentare soluzioni nuove”.
“È stata un’occasione di confronto con il territorio, i sindaci, il presidente della Regione, a valle di un periodo di lavoro intenso- ha sottolineato Curcio-. Abbiamo discusso su quelle che saranno le prossime attività: in particolare la struttura del commissario andrà a chiudere le opere urgenti relative al 2023, poi con la Regione andremo a ridefinire le risorse per gli eventi del 2024. Dato che il Governo ha assegnato un miliardo per le tre Regioni, Emilia-Romagna, Marche e Toscana, ci sarà da programmare interventi di mitigazione del rischio. E si è parlato anche di delocalizzazione, tema molto sentito: l’ordinanza è in fase conclusiva, abbiamo raccolto anche le osservazioni dei cittadini”.
“Oggi è stato un momento importante per la nostra comunità, per questo ringrazio le istituzioni presenti- ha commentato il sindaco Santoni-. Insieme, abbiamo fatto il punto sulle prossime ordinanze che usciranno, sia con riferimento ai fondamentali indennizzi per i privati, sia per la ricostruzione pubblica rispetto alla quale abbiamo delineato un percorso con cui, tramite una collaborazione istituzionale, riusciremo a finanziare con la Fondazione Del Monte uno studio, che vedrà coinvolta l’Università di Bologna. Lo scopo è individuare quale può essere l’assetto più sicuro e stabile per il nostro territorio, in modo da metterlo in sicurezza ed evitare che si verifichino di nuovo situazioni come queste”.
La frana di Ca’ di Sotto: interventi e monitoraggio
È già stato completato il collegamento tra il lago formato dal movimento franoso e il tratto di valle del torrente Sambro, attraverso la ricerca, l’individuazione, la riparazione e la modifica delle due condotte interrate dell’impianto di Cà di Sotto, costruito dopo la frana del 1994. Il sistema di pompe istallato durante l’emergenza è stato smantellato, si è in attesa che il livello del lago si innalzi naturalmente (oggi sale di circa 10 cm al giorno) alla quota di innesco delle condotte, così da verificarne l’effettivo funzionamento. Queste condutture consentono, infatti, di mantenere il livello del lago stabile, compatibile con la quota delle prime abitazioni, ma solo per portate del Sambro in periodi non piovosi; in caso di portate superiori, il livello del lago viene regolato tramite il canale sfioratore di superficie, realizzato durante gli interventi di somma urgenza iniziati a frana ancora in corso. Attualmente, sullo sfioratore sono in svolgimento ulteriori lavori finalizzati a migliorarne la stabilità strutturale, aumentarne la capacità di deflusso e, per quanto possibile, ridurne ulteriormente la quota di sfioro. Quest’intervento consentirà anche una migliore manutenzione e sorveglianza del funzionamento del canale di sfioro. Per quanto riguarda la zona alta, sono in corso lavori di regimazione delle acque superficiali in modo da evitare, per quanto possibile, un aggravamento delle condizioni di stabilità del corpo di frana.
In un’ottica di prospettiva nel medio-lungo termine, relativamente alla zona di valle, con l’intervento da 1 milione 450mila euro previsto dal secondo stralcio del Piano degli interventi urgenti finanziati a seguito delle ondate di maltempo di settembre e ottobre 2024, si prevede di rendere più sicuro il canale di sfioro, ricostituire l’alveo del Sambro lungo tutto il piede della frana (circa 600 metri) con opere di stabilizzazione trasversale e di migliorare la regimazione delle acque di versante.
Attualmente è operativo un sistema avanzato di monitoraggio della frana, installato sin dalle prime fasi dell’emergenza e successivamente potenziato. La gestione è affidata all’Università di Bologna, che effettua un controllo continuo sull’intera area.
Sempre nell’ambito dell’intervento previsto dal secondo stralcio del Piano, è stata affidata un’ulteriore campagna di sondaggi, indagini e monitoraggi sul corpo di frana e nelle aree potenzialmente interessate dalla sua evoluzione, propedeutica alla progettazione degli interventi di miglioramento e, soprattutto, alla valutazione dello stato di stabilità della frana stessa. Il programma di indagini è ad ampio spettro, per consentire di individuare sia gli scenari di una possibile evoluzione del movimento, sia lo studio di eventuali soluzioni alternative di miglioramento. Questo piano di indagini, sondaggi e monitoraggi aggiuntivi è stato progettato dall’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in collaborazione con Università e Unione dei Comuni, anche in vista degli approfondimenti scientifici che verranno sviluppati nell’ambito della collaborazione con la Fondazione Del Monte di Ravenna e Bologna.
Tutte le attività sono seguite da vicino dall’Università di Bologna, nell’ambito di una convenzione con l’Agenzia regionale. Il COC (Centro Operativo Comunale) dei Comuni è sede di incontri periodici con amministratori e cittadini.