Saranno ristrutturati, riqualificati e utilizzati a fini sociali due immobili confiscati alla criminalità organizzata e consegnati nelle disponibilità patrimoniali dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia che per recuperarli ha pronto un progetto del valore complessivo di 400 mila euro finanziato per l’80 per cento dalla Regione Emilia-Romagna.
Liberare e riutilizzare a fini sociali i beni confiscati alla criminalità organizzata non ha solo un profondo significato in termini di restituzione alla città di un bene o una risorsa di cui è stata privata dall’attività criminale e di risarcimento per la ferita inferta a tutta la comunità. Rappresenta anche una grande opportunità per promuovere il bene comune, la giustizia sociale e la cultura della legalità nelle comunità, come sancito dalla Legge Regionale 18/2016. Nell’ambito dell’attuazione del “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” il progetto del Comune di Reggio Emilia si avvarrà del finanziamento regionale attraverso la sottoscrizione di Accordi.
“L’importante contributo regionale ci permette di dare sostanza a un progetto che per questa amministrazione è centrale – afferma il sindaco Marco Massari – un progetto attraverso il quale rigenerare e dare nuova vita ai beni confiscati alle mafie, rafforzando in tal modo anche il patto per la legalità tra cittadini, associazioni e istituzioni. Significa uno sforzo economico ulteriore, anche da parte del Comune, a cui facciamo fronte volentieri perché crediamo nel valore che un’operazione di questo genere ha per tutta la città. Una città che si riconosce in valori quali giustizia, trasparenza, legalità e che ne offre un segno tangibile”.
L’obiettivo è appunto riqualificare alcuni beni tolti alle mafie e restituirli alla città dandone la giusta valorizzazione sociale, anche in considerazione del valore simbolico di riscatto e promozione della cultura della legalità. Un impegno nel contrasto alla criminalità organizzata e alla cultura mafiosa che il Comune di Reggio ha confermato anche costituendosi parte civile nel processo Aemilia, il più vasto procedimento giudiziario contro la ‘ndrangheta nel Nord Italia. Il Comune è inoltre parte lesa nello stesso processo, come in altri procedimenti tuttora in corso promossi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.
Il percorso che ha condotto gli immobili nelle disponibilità patrimoniali dell’Amministrazione comunale è partito nel luglio 2024, quando la Prefettura di Reggio Emilia ha avviato una Conferenza dei Servizi per decidere la destinazione di oltre 60 beni immobili confiscati nei territori di due province dell’Emilia-Romagna, regione in cui il patrimonio immobiliare e aziendale sequestrato o confiscato alle organizzazioni criminali è molto consistente. Alcuni immobili confiscati sono stati assegnati alle amministrazioni locali per finalità sociali o istituzionali, secondo quanto previsto dal Codice Antimafia; sei di questi (cinque appartamenti e un terreno) si trovano nel territorio comunale di Reggio Emilia. E due sono interessati dal progetto per il quale l’Amministrazione comunale ha chiesto il finanziamento regionale. Si tratta di un appartamento situato in città, in via Sant’Ambrogio 33 e un altro immobile che si trova in via Luca Signorelli 8, località Pieve Modolena.
L’obiettivo del progetto, che coinvolge anche la Consulta della Legalità e l’associazione Libera contro le Mafie e vedrà coinvolte altre associazioni del territorio, è restituire gli immobili alla comunità e darne una destinazione sociale al fine di garantire che i beni vengano utilizzati esclusivamente per scopi legittimi a beneficio della collettività. Le finalità sociali delle destinazioni saranno volte nello specifico a rispondere a esigenze abitative riguardanti situazioni in carico ai Poli sociali territoriali o del Servizio contrasto alle povertà urbane.
L’intervento mira quindi a offrire una risposta abitativa temporanea a famiglie in difficoltà e attivare presidi di prossimità per soggetti fragili e garantire spazi idonei per servizi socio-educativi territoriali. L’iniziativa si inserisce pertanto nelle strategie del Comune per fronteggiare l’aumento della povertà assoluta e dell’emergenza abitativa che si sono aggravate negli ultimi anni.
L’azione si concentrerà sulla realizzazione di interventi di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e completamento degli ambienti, sistemazione dei locali e arredo, necessarie per il recupero degli immobili rispetto al quale il Servizio Edifici del Comune ha predisposto diverse ipotesi progettuali che saranno integrate con quanto emergerà dal percorso partecipato e dai successivi progetti di gestione dei beni.