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Bologna, furto con raggiro ai danni di un’anziana dal valore di 1 milione di euro

Arrestati dalla Polizia di Stato due uomini gravemente indiziati del delitto commesso in zona “stadio”

Il 28 luglio scorso, la Polizia di Stato, nello specifico personale della Squadra Mobile di Bologna – V Sezione “Reati contro il patrimonio e la P.A.”, procedeva all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 cittadini italiani, di 40 e 31 anni, gravemente indiziati di avere consumato, a maggio scorso, un furto in danno di una anziana signora dal valore di ben 1 milione di euro.

Nello specifico, la vittima riferiva che, rientrando a casa si era imbattuta in due individui, uno dei quali con una casacca recante la scritta Carabinieri, che le riferivano di dover effettuare un controllo in casa in quanto era stato perpetrato un furto all’interno della sua abitazione e che gli autori del reato erano stati arrestati. La donna, intimorita dal racconto, li faceva accedere all’interno dell’abitazione e permetteva loro di controllare l’intera casa, disposta su due piani; assieme agli stessi, provvedeva anche ad aprire un caveau all’interno del quale custodiva tutti i suoi monili e preziosi.

Successivamente, mentre continuava l’ispezione, i due uomini si allontanavano inspiegabilmente quanto frettolosamente; solo a questo punto la vittima veniva colta da timori e, controllando il caveau che era rimasto aperto, si era accorta che erano stati asportati tutti i valori custoditi. In sede di denuncia, la stessa quantificava il valore dei preziosi asportati in un milione di euro.

A seguito di denuncia, gli investigatori della Squadra mobile si attivavano immediatamente per ricercare tracce o elementi che potessero portare all’identificazione dei due falsi carabinieri. In primis veniva ascoltata attentamente la vittima al fine di cogliere ogni elemento utile alle indagini; successivamente si provvedeva ad esaminare i filmati di videosorveglianza che avevano ripreso l’ingresso della donna con i due malfattori e la successiva uscita degli stessi in fuga con in mano la refurtiva.

Al fine di giungere all’individuazione del mezzo di trasporto con il quale i due erano giunti a casa della vittima, i poliziotti hanno esteso la ricerca alle telecamere utili posizionate in un raggio maggiore, riuscendo ad individuare che i due erano giunti e si muovevano a bordo di un motociclo di grossa cilindrata recante targhe contraffatte. Degli stessi veniva tracciato parzialmente il tragitto, verificando i transiti telematici dei varchi di questo capoluogo.

Gli investigatori hanno individuato così un parcheggio in cui c’erano due camper di grosse dimensioni, uno con targa italiana ed uno con targa francese, i cui utilizzatori sono risultati essere due famiglie sinti dimoranti nel piemontese, in provincia di Vercelli ed in provincia di Torino. La successiva comparazione delle immagini dei capifamiglia, portava alla presumibile corrispondenza degli stessi con gli autori del reato, poi riconosciuti dalla vittima a seguito di individuazione fotografica.

Da qui sono stati predisposi numerosi e continuativi servizi di appostamento, che consentivano di appurare il modus operandi adottato dai predetti: in estrema sintesi, gli stessi erano soliti spostarsi dai luoghi di dimora, girando l’interno nord Italia a bordo di grossi Motorhome, al cui interno era possibile trasportare le motociclette che venivano utilizzate per la ricerca delle vittime. Le scorribande duravano spesso svariate ore e i motocicli, al rientro, venivano solitamente parcheggiati distanti dai camper al fine di impedirne l’associazione. Solo quando si trattava di lasciare il territorio, i mezzi venivano introdotti all’interno del caravan per il successivo spostamento di lunga percorrenza.

Al termine della complessa attività di indagine, la Squadra Mobile ha imbastito un’accurata informativa finale che consentiva al Pubblico Ministero titolare delle indagini di avanzare al competente Giudice, richiesta di emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere per gli autori così individuati:

Il 16 luglio 2025, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, valutava positivamente la richiesta, ha emesso Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti dei due indagati.  

Dopo diversi giorni di ricerche, complicate dalla necessità di procedere alle due catture in simultanea, al fine di evitare che uno dei due potesse darsi alla fuga una volta appreso del provvedimento restrittivo eseguito nei confronti del complice, nella giornata del 28 luglio scorso, i due sono stati individuati nella provincia di Rimini a bordo dei loro caravan.

A seguito di perquisizione personale e domiciliare i poliziotti hanno rinvenuto, occultati nei vani dei caravan, oggetti atti allo scasso, indumenti riconducibili al furto, denaro in contante e preziosi di sospetta provenienza, nonché una moto di grossa cilindrata utilizzata dai rei per recarsi sui luoghi dei delitti.

Al termine delle formalità di rito gli arrestati, entrambi gravati da precedenti specifici per reati contro il patrimonio e furti in abitazione, venivano condotti rispettivamente presso le Case Circondariali di Rimini e di Ravenna a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

Si procede nella fase delle indagini preliminari con presunzione di innocenza degli indagati.

 

















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