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Controlli dei NAS presso i rifugi escursionistici dei parchi regionali dell’Emilia e della Romagna

Nel corso dell’ultimo mese, i militari del NAS di Bologna hanno eseguito una serie di controlli presso presso i rifugi escursionistici, punti di ristoro e locande di montagna, dislocati nei territori montani dell’Appennino, molto frequentati dai turisti durante l’estate in cerca di refrigerio. Eseguiti complessivamente sedici controlli, che permettevano di promuovere a pieno solo quattro delle realtà ricettive e di ristorazione ispezionate. Presso altri rifugi, invece, venivano ravvisate irregolarità, in alcuni casi anche molto gravi.

Per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie, da segnalare le frequenti situazioni dove i militari si sono trovati davanti ad animali quali gatti e cani di grossa stazza liberi di muoversi nei magazzini alimentari e anche, in alcuni casi, tra i piani di lavoro con le pietanze in preparazione. In altri casi le cucine risultavano totalmente annerite dal fumo dei fuochi e gli intonaci delle pareti e dei soffitti distaccati, anche caduti sui piani di lavorazione e sui fornelli sottostanti. Diversi dei magazzini degli esercizi ispezionati poi erano letteralmente invasi da ragnatele e muffe che rendevano gli stessi ambienti assolutamente insalubri per gli alimenti freschi che vi erano conservati, spesso anche in assenza di adeguata copertura e protezione. Nelle pertinenze di una locanda di montagna si accertava la presenza di un magazzino di alimenti e bevande nonché di un laboratorio per la preparazione di pasta all’uovo, ricavati abusivamente in un garage versante in pessime condizioni igieniche, con decine di deiezioni di roditori sulla pavimentazione, mentre in un altro il magazzino di bevande e alimenti (anche deperibili come le uova) era stato fatto all’interno di una legnaia semi-aperta. Un congelatore a pozzetto che conteneva carni di cervo e funghi, veniva trovato all’interno del bagno privato.
Constatate anche situazioni di affettatrici lasciate sporche di residui rancidi di salumi, non sanificate da tempo, e impastatrici mai deterse a seguito dei continui impieghi per produrre impasti da destinare alla preparazione di pasta fresca e panificati. In alcune circostanze venivano trovati alimenti scaduti anche da svariati anni.

In tre di rifugi si utilizzava la non corretta prassi di preparare confetture e verdure sottolio in vasetti, senza l’adozione di adeguate procedure di pastorizzazione, necessaria, questa, al fine di evitare rischi legati allo sviluppo di botulino.
Riscontrata la frequente consuetudine di congelare irregolarmente (senza avvalersi di opportuno abbattitore di temperatura) e conservare carni ed altri alimenti per anni prima di somministrarli ai clienti; molte delle carni rinvenute, soprattutto di cacciagione, risultavano inoltre irrintracciabili e non attribuibili a canali di fornitura ufficiali.

Sotto l’aspetto della tracciabilità degli alimenti si rinvenivano presso un rifugio oltre 5 kg di tartufo nero estivo privo di qualsivoglia indicazione su quale fosse stato il canale di approvvigionamento e in un’altra struttura 6 kg di funghi porcini essiccati dagli stessi gestori, che non potevano esibire alcun documento attestante l’avvenuta verifica sulla
commestibilità/salubrità eseguita a cura dell’ispettorato micologico dell’AUSL competente per territorio.
Venivano complessivamente sequestrati oltre 700 kg di carni (daino, cervo, cinghiale, bovino), trote salmonate, salumi, latticini, bevande ed altri alimenti scaduti anche da oltre 20 anni, in attesa di essere somministrati o utilizzati nella preparazione dei piatti da servire ai commensali ed agli escursionisti, per un valore complessivo di circa 35.000 €.

Delle diverse criticità veniva tempestivamente data segnalazione alle competenti AUSL per l’emissione dei previsti provvedimenti prescrittivi e interdittivi di competenza.
Veniva sospeso l’esercizio di quattro distinte attività di ristoro per un valore di circa 2.600.000 €.
Venivano inoltre elevate sanzioni per un totale di 27.000 €.

















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