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Bergogno di Casina, consegnati i premi di studio in ricordo di Pietro Gambarelli

Un folto pubblico ha assistito alla consegna dei riconoscimenti alle scuole di Villa Minozzo e Casina

Il tavolo dei relatori (foto di Giliola Caselli)

I granelli che aveva seminato Pietro nella sua vita, come scultore della pietra e ricercatore della storia di Bergogno, il nostro paese natale, e delle terre canossane, continuano a germogliare nelle opere che anche quest’anno onorano la sua figura”: così ha sottolineato il fratello Enzo Gambarelli, a nome dell’intera famiglia, ringraziando per la partecipazione il folto pubblico che, l’altro pomeriggio, nel borgo matildico, era presente alle premiazioni della terza edizione, sezione studenti, del concorso dedicato all’uomo prematuramente scomparso nel 2021.

“Leggende d’Appennino” è la ricerca per la quale sono stati premiati i bambini della scuola primaria di Villa Minozzo, mentre il titolo dell’elaborato vincitore della scuola primaria di Casina, terza classe, è “Tut col che saine… in parole. Filastrocche, racconti, preghiere del nostro territorio”. Entrambe le scolaresche hanno ricevuto settecentocinquanta euro ciascuna da destinare all’acquisto di materiali didattici. Hanno infine ritirato il premio da mille euro, riservato allo stesso scopo, i ragazzi delle secondarie di primo grado, sempre di Casina, con la creazione multimediale “Storie, miti e filastrocche dell’Appennino reggiano”.

La cerimonia ufficiale, con la consegna degli attestati e degli assegni da parte di Marco e Sara, figli di Pietro Gambarelli, che è avvenuta alla presenza dei dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi di ambedue le località, Morena Bizzarri e Sara Signorelli, e  di numerosi insegnanti e genitori degli alunni, è stata preceduta da alcuni interventi.

“Pietro era ‘mente e cuore’ del nostro borgo – ha rilevato Eva Barbieri, segretaria della giuria – per cui ringrazio la famiglia, la Pro loco, la commissione e tutti i partecipanti per l’impegno e lo spirito con cui viene ricordato”. Giuseppe Gambarelli, presidente dei giurati e gemello di Pietro, ha poi affermato come “io e lui, seppur con caratteri diversi, eravamo molto uniti, e la sua morte mi ha fatto crollare la terra sotto i piedi. Lo sento però ancora vicino”.

Il figlio Marco Gambarelli ha ribadito i ringraziamenti a tutti coloro che stanno concorrendo a custodire e a diffondere la memoria del padre, mentre Alessandro Torri Giorgi, assessore alla cultura, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale casinese, ha citato, fra l’altro, il passaggio di una canzone dei Nomadi, celebre complesso reggiano di Novellara, in cui si afferma che la vita non si uccide, perché la memoria resta, in quanto “l’albero, cadendo, ha sparso i suoi semi”. Si è poi complimentato con l’organizzazione e con i dirigenti delle scuole che hanno creduto nel progetto.

“Piero, come lo chiamavamo tutti noi – ha ricordato Lucia Barbieri, presidente della Pro loco Bergogno medievale – ci mancherà per sempre. Spesso, di fronte a una scelta, ci chiediamo: ‘Se ci fosse ancora lui, cosa ci avrebbe suggerito?’. Siamo grati alla famiglia Gambarelli per il sostegno che offre alla nostra associazione, anche grazie alla disponibilità di spazi e servizi, che ci permettono di organizzare, nel corso dell’anno, diversi eventi, il cui ricavato serve per mantenere ‘in ordine’ il paese”.

Gabriele Fabbrici, giurato, laureato in storia medioevale e rappresentante della Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi, sezione di Reggio Emilia, ha evidenziato come tutti i lavori presentati siano stati il frutto delle concordi e non scontate disponibilità e motivazioni di studenti, insegnanti e dirigenti scolastici. Ed ha riportato, tra l’altro, una citazione dello scrittore cileno Luis Sepúlveda, “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, per evidenziare come anche il recupero di leggende, miti, filastrocche e favole costituisca un patrimonio condiviso e duraturo, che possiede una “notevole capacità d’inclusione”.

Ha infine preso la parola Giuseppe Giovanelli, altro componente della giuria e storico dell’Appennino reggiano. Tra i  diversi aspetti trattati, ha posto l’accento sul fatto che solo cento anni fa la storia locale aveva un peso molto limitato, come la sua diffusione. La presa di coscienza sull’importanza di tale materia per “la scoperta della propria identità” da parte dei territori della montagna, ma non solo, è pian piano lievitata col tempo, assieme a una crescente sensibilità per questa disciplina, che il Premio di studio “Pietro Gambarelli” conferma.

La terza edizione dell’iniziativa proseguirà fino al 30 aprile prossimo, quando scadrà il termine per le ricerche aperte a tutti sul tema “Le acque dell’Appennino Reggiano: storia ed utilizzo”. È stato anche anticipato il nuovo argomento riservato alle scuole, primarie e secondarie, che verrà ufficialmente annunciato nel bando di settembre e che avrà la stessa scadenza del 30 aprile 2026: “Elementi decorativi delle facciate delle case, con il corredo di rilievi, fotografie, disegni e una piccola storia del borgo”.

 

















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