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“Dieci anni di trasformazioni e sfide nella provincia di Modena”: l’analisi del settore del commercio ambulante di Anva Confesercenti

Paolo Panini, Presidente Anva Confesercenti Modena e Marvj Rosselli, Direttrice Provinciale Confesercenti Modena

Negli ultimi dieci anni, il commercio ambulante ha vissuto una trasformazione profonda. L’arrivo di internet, dell’e-commerce e dell’intelligenza artificiale ha rivoluzionato le abitudini di acquisto dei consumatori. Il calo della domanda e la crescente pressione del mercato online hanno messo in crisi le attività del commercio tradizionale. Nel caso del commercio su area pubblica, le difficoltà non si limitano al semplice arretramento dei consumi. Si sommano infatti nuovi ostacoli: l’evoluzione delle normative, il mutamento continuo dei comportamenti d’acquisto, le crisi economiche e demografiche, e la digitalizzazione che riscrive le regole del mercato.

L’analisi che è stata presentata in occasione dell’assemblea elettiva di ANVA Modena ha voluto raccontare, attraverso i numeri e le tendenze emerse, i cambiamenti del settore, con una particolare attenzione alla realtà della provincia di Modena, inserita nel contesto regionale e nazionale.

 

Il declino numerico: un fenomeno nazionale dalle ripercussioni locali

Nel 2014, la provincia di Modena contava 1.310 imprese ambulanti attive. Nel 2024, il numero è sceso a 876, registrando una riduzione del 33%. Questo trend negativo riflette il calo che il settore dell’ambulantato ha registrato nell’intero territorio italiano: tra il 2013 e il 2023, il numero di imprese ambulanti è passato da 179.542 a 151.320, con una contrazione del 16%. In Emilia-Romagna il calo è stato ancora più marcato, pari al 32%, con una flessione da 9.675 a 6.606 attività. Da notare che la diminuzione ha colpito in modo particolare le imprese individuali, tradizionalmente prevalenti nel settore. Al tempo stesso, si rileva un’evoluzione del modello organizzativo, delle società di capitali nella provincia di Modena: da 9 nel 2014 a 22 nel 2024. Questo dato ci dimostra che, l’organizzazione di un’impresa strutturata, regge meglio la competizione e le sfide che le imprese hanno davanti.

Su scala nazionale in Italia nel 2024, il commercio ambulante in Italia conta 145.693 imprese registrate. Di queste, oltre la metà è gestita da cittadini stranieri, con una netta prevalenza di extracomunitari: Imprese gestite da stranieri: 78.275, di cui extracomunitari: 76.480, di cui cittadini UE (esclusi italiani): 1.795. Imprese gestite da italiani: 67.023.

 

Imprese effettivamente attive

Le imprese attive risultano 142.964, un dato in linea con le registrazioni. Anche in questo caso, la componente straniera è significativa. Imprese attive gestite da stranieri: 77.545, di cui extracomunitari: 75.797, di cui cittadini UE: 1.748. Imprese attive gestite da italiani: 65.140. Non classificate: 279.

 

Nuove iscrizioni nel 2024

Nel corso del 2024 sono nate solo 3.648 nuove imprese ambulanti, trainate in larga parte dalla componente straniera. Nuove imprese avviate da stranieri: 2.251, di cui extracomunitari: 2.202, di cui cittadini UE: 49. Nuove imprese avviate da italiani: 1.395. Non classificate: 2.

Il confronto con il passato è significativo: nel 2014 le nuove iscrizioni sfioravano quota 15.000. In dieci anni, il numero delle nuove aperture si è ridotto di oltre il 75%, segno di un progressivo raffreddamento della vitalità imprenditoriale del settore. Le cause principali si possono ricondurre a: un contesto economico sempre più complesso, difficoltà strutturali che scoraggiano l’avvio di nuove attività, Incertezza normativa legata alla cosiddetta Direttiva Bolkestein (Direttiva Servizi).

 

Cessazioni di attività nel 2024

Le cessazioni di imprese ambulanti nel 2024 sono state 13.617, con una prevalenza di chiusure tra le imprese gestite da stranieri. Cessazioni tra stranieri: 7.623, di cui extracomunitari: 7.446, di cui cittadini UE: 177. Cessazioni tra italiani: 5.700. Non classificate: 294. Il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni è fortemente negativo: -9.969 imprese nel 2024.

 

Il ruolo del settore alimentare: un baluardo di tenuta

Un segmento che ha dimostrato una maggiore capacità di tenuta è quello alimentare. A Modena e provincia, dal 2014 al 2024, le imprese attive in questo comparto sono passate da 259 a 197, con un calo del 24%, inferiore rispetto alla riduzione totale del settore. L’incidenza percentuale del commercio alimentare sul totale delle imprese è passata dal 19,8% al 22,4%, indicando una maggiore resilienza di questo segmento rispetto ad altri. Questa tendenza può essere letta alla luce del ruolo sociale e commerciale che il commercio alimentare ambulante continua a rivestire: offrire prodotti freschi, a prezzi accessibili, e spesso in contesti di prossimità dove la presenza di punti vendita in sede fissa si è ridotta.

 

Analisi territoriale 2014-2024: i comuni più colpiti e quelli più resilienti

La geografia del calo mostra divergenze significative tra i comuni, quelli con il calo più contenuto sono Pavullo (-24%), Carpi (-25%), Vignola (-27%), Castelfranco Emilia (-29%), mentre quelli con il calo più marcato sono: Mirandola (-59%), Formigine (-44%), Sassuolo (-41%), Modena (-37%).

Questi dati suggeriscono la presenza di dinamiche locali differenti, legate alla struttura del tessuto economico, alla demografia, alla capacità attrattiva dei mercati settimanali e alla diversificazione dell’offerta.

Nonostante le difficoltà, la vitalità del commercio ambulante nella provincia di Modena resta significativa. Lo dimostra il basso tasso di posteggi vacanti nei mercati (14% contro il 22% regionale) e l’interesse continuo da parte dei cittadini. Tra il 2012 e il 2023, la riduzione dei mercati in Emilia-Romagna è stata del 2,6%, mentre i posteggi si sono contratti del 10,9%, evidenziando una razionalizzazione dell’offerta.

La componente extracomunitaria si conferma predominante nel settore: nel 2024, il 45,7% delle ditte individuali attive nella provincia è gestito da imprenditori stranieri A Pavullo nel Frignano la percentuale sale addirittura al 62,2%. La presenza di imprenditori ambulanti extracomunitari è aumentata in provincia di Modena in 10 anni del + 8% e in Regione del + 10 %. Questo dato dell’aumento della presenza di operatori stranieri riflette la tendenza nazionale.

L’analisi quantitativa fornisce indicazioni chiare sulla necessità di interventi mirati. Il commercio ambulante rimane un segmento economico e sociale rilevante, con forti radici nel tessuto urbano dei nostri paesi e delle nostre città. Per garantirne però la sostenibilità, economica occorrono interventi che promuovano la qualità e l’innovazione nell’offerta e azioni di marketing territoriale capaci di rilanciare l’attrattività dei mercati.

“Il commercio ambulante non è solo un’attività economica: è cultura, socialità, relazione. I cambiamenti in atto impongono riflessioni e scelte strategiche normative. Non si tratta di un settore da abbandonare, ma di un ambito da rigenerare. Le istituzioni locali, insieme alle associazioni di categoria e agli stessi imprenditori, hanno il compito di costruire percorsi condivisi che ne favoriscano l’evoluzione. ANVA Modena sottolinea quindi la necessità di interventi mirati, volti alla rigenerazione del settore tramite innovazione, promozione territoriale e semplificazione normativa. Il commercio ambulante rappresenta un patrimonio culturale ed economico da tutelare e rilanciare”, afferma Paolo Panini, Presidente Provinciale ANVA Confesercenti Modena.

















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