E’ partita in questi giorni la campagna Diritti in campo delle Brigate del lavoro Flai Cgil Modena che vede impegnati sindacalisti, delegati e delegate, nelle campagne di Modena e provincia per incontrare operai e operaie del settore agricolo, fornendo loro assistenza, informazioni e aiuto concreto.
La scorsa settimana sono state battute le campagne di Ravarino e Bomporto, oggi si replica nei campi di frutta e pomodori dell’Area Nord modenese (Mirandola, Cavezzo, San Prospero, Finale Emilia, San Felice, Concordia), per continuare sino a fine settembre, con l’obbiettivo di coprire tutte le campagne da Mirandola a Pavullo. Le uscite sono almeno una volta alla settimana e servono innanzitutto per distribuire acqua fresca e sacche termiche refrigeranti per la conservazione di alimenti e acqua durante il lavoro nei campi, dispensando anche informazioni su come proteggersi e tutelarsi dal caldo e dal colpo di calore.
A questo proposito nella nostra regione è stata emanata l’ordinanza 150 del 30/6/2025 che vieta il lavoro nella fascia oraria 12.30-16 nei settori agricolo e florovivaistico, cantieri edili, piazzali della logistica destinati a deposito merci, nelle giornate ad alto rischio calore per l’esposizione prolungata al sole di questi lavoratori.
E’ importante sapere che il colpo di calore legato ad attività lavorative all’aperto è considerato infortunio sul lavoro, ed è possibile ottenere il riconoscimento da parte dell’Inail con conseguente risarcimento economico.
“L’ordinanza regionale è certamente uno strumento importante per la tutela dei lavoratori agricoli esposti alle alte temperature della stagione estiva – afferma Nicola Pessolano segretario Flai Cgil Modena – ma auspichiamo per il futuro che si possa anticipare con l’inizio dell’estate meteorologica al 1° giugno. Inoltre, anche un protocollo provinciale sarebbe auspicabile per adattare meglio le condizioni di lavoro alla realtà territoriale modenese”.
Sono oltre 11.000 i lavoratori agricoli della provincia di Modena, prevalentemente di origine straniera, pakistani e cingalesi (come quelli incontrati la scorsa settimana nei campi di meloni), ma anche marocchini, tunisini e albanesi.
“La scarsa conoscenza della lingua italiana continua Pessolano – è certamente un problema ai fini della sicurezza sul lavoro, grave è infatti la mancanza di formazione/informazione che molti datori di lavoro assolvono solo formalmente sulla carta, come ci testimoniano i lavoratori che incontriamo”.
I problemi che interessano il lavoro agricolo in provincia di Modena sono anche legati alle condizioni di lavoro che in diversi casi sono vicine allo sfruttamento, con paghe non coerenti con quelle previste dai contratti nazionali e provinciali.
Uno dei motivi per cui la Flai Cgil chiede da sempre l’abolizione della legge Bossi-Fini è che tiene incastrati in un meccanismo assurdo questi lavoratori che non vedono altra via di uscita che accettare qualsiasi condizione di lavoro pur di avere un reddito che gli permetta di rimanere sul territorio italiano.
Attraversando in furgone le campagne modenesi, sindacalisti e delegati Flai Cgil informano i lavoratori agricoli sui loro diritti, a cominciare dalla disoccupazione agricola, l’ammortizzatore sociale rivolto agli avventizi (lavoratori agricoli a tempo determinato), ma anche assegni familiari, rimborso spese mediche, integrazione maternità, indennità di infortunio o malattia. I volantini distribuiti sono rigorosamente multilingue: italiano, inglese, francese e arabo.
La campagna “Diritti in campo” permette ogni anno al sindacato di parlare con tantissimi lavoratori del settore, recuperare dati e informazioni utili a mappare il settore e il territorio per meglio concentrare l’azione a contrasto di aziende poco serie che inquinano il settore, garantire il più possibile un lavoro dignitoso, tutelato e sano, e da ultimo contrastare anche forme di caporalato.
La Flai Cgil crede fermamente nell’importanza dell’informazione affinché lavoratori e lavoratrici possano conoscere i propri diritti per poter gestire e contrattare le proprie condizioni di lavoro senza dover cedere a ricatti e sfruttamento.