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Salva casa, Modena: nessun impatto per Pug e ruolo del Consiglio comunale

Sebbene il complesso quadro normativo in materia edilizia risulti attualmente disomogeneo e incerto in alcuni campi di applicazione, anche alla luce del Decreto legge Salva casa, il Piano urbanistico generale del Comune di Modena non è destinato a subire particolari influenze e il ruolo del Consiglio comunale non viene affatto ridimensionato, ma, semmai, valorizzato per il recepimento della nuova normativa, rispetto alla quale, peraltro, il Comune di Modena siede in uno dei Tavoli di monitoraggio.

Lo ha spiegato in Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 14 luglio, l’assessora all’Urbanistica Carla Ferrari rispondendo all’interrogazione di Diego Lenzini (Pd) sugli effetti a Modena del decreto-legge “Salva casa”. In particolare, l’istanza chiedeva se l’Amministrazione comunale fosse coinvolta nel processo di adeguamento e recepimento normativo, quale fosse il giudizio politico sulle novità introdotte, quale fossero le conseguenze per il Pug, il Regolamento edilizio e il ruolo del Consiglio comunale nelle scelte urbanistiche e anche per l’attività degli uffici comunali.

Nelle premesse, l’assessora ha ricordato che il cosiddetto “Salva Casa” intende fornire risposte urgenti alle esigenze rappresentate dagli attori coinvolti nel precesso edilizio – dalle istituzioni ai cittadini – in relazione a tematiche di semplificazione del quadro normativo, e che per la sua applicazione si è resa necessaria la pubblicazione di linee guida ministeriali. Ferrari ha affermato che “sebbene le linee guida abbiano chiarito alcuni dubbi interpretativi dello stesso decreto, permangono molte criticità in relazione a un’applicazione coordinata e uniforme sull’intero territorio nazionale”, sottolineando inoltre il loro valore informativo e non vincolante, come indicato nelle premesse del documento.

Ferrari ha quindi ricordato alcuni provvedimenti regionali di adeguamento alla normativa, tra cui un primo atto in cui si evidenzia che il decreto non incide in modo significato sui titoli abilitativi richiesti per gli interventi edilizi e sulle procedure amministrative da seguire per il loro rilascio, con l’unica eccezione delle nuove ipotesi di attività edilizia libera. E poi, a seguire, la pubblicazione delle modifiche alla disciplina sul mutamento di destinazione d’uso e l’approvazione della nuova modulistica regionale, il cui iter legislativo è in corso.

Entrando nel merito dei quesiti, Ferrari ha precisato che il Comune di Modena è uno dei componenti del Tavolo di monitoraggio convocato dalla Regione per l’applicazione della nuova normativa, con l’obiettivo di analizzare e condividere le proposte di interventi normativi regionali finalizzati al recepimento del decreto, per il quale l’Ente organizza momenti di approfondimento interno, e mantenendo un contatto stabile con i referenti tecnici regionali, in modo da avere contezza e conferme in merito alle interpretazioni normative e alla programmazione dei futuri passaggi.

Ferrari ha perciò parlato di un “complesso quadro ordinamentale in materia edilizia che, oggi, risulta disomogeneo e, per alcuni istituti, ancora troppo incerto nella sua applicazione, rispetto al quale Modena non può che auspicare, in tempi brevi, un riordino complessivo delle principali norme di riferimento. Ci si riferisce in particolare – ha puntualizzato l’assessora – a una riforma organica che restituisca certezza su alcune applicazioni normative e che persegua la semplificazione del procedimento ma, soprattutto, alla necessità di una riforma complessiva della legge urbanistica nazionale, attesa ormai da decenni”.

L’assessora ha tuttavia rassicurato sulla funzione e l’efficacia del Pug e del ruolo del Consiglio comunale nelle scelte urbanistiche: “Com’è noto la normativa attribuisce al Consiglio comunale la competenza in merito ai piani urbanistici, che è chiamato a pronunciarsi anche per quei titoli abilitativi edilizi il cui rilascio è condizionato dalla stipula di una specifica convenzione urbanistica”. Ferrari ha invece chiarito che spetta agli uffici la gestione delle attività relative a istruttorie, controlli, rilascio di titoli abitativi relativi a interventi che agiscono sulla sola scala edilizia: “È possibile affermare, pertanto, che né la nuova normativa, né gli atti di recepimento necessari comporteranno variazioni rispetto a questo assetto”.

In più, Ferrari ha parlato di un ruolo da “protagonista” del Consiglio comunale nel processo di recepimento del decreto, ricordando che proprio l’Assemblea è chiamata, da normativa, ad approvare un atto ricognitivo del Pug, certificando in questo modo la conformità dello stesso strumento alle normative vigenti, e che spetta sempre al Consiglio regolamentare future precisazioni e allineamenti che interessano il Re.

Nel dettaglio, l’assessora Ferrari ha precisato che rispetto al Pug e ai cambi d’uso, il Decreto non ha particolari influenze, in quanto ai Comuni dotati di Pug viene richiesto, appunto, entro il 31 settembre 2025, di individuare, con apposito atto ricognitivo del Consiglio comunale, la disciplina degli strumenti di pianificazione urbanistica vigenti relativa al mutamento di destinazione d’uso che continua a trovare applicazione in quanto conforme alle disposizioni del decreto. Mentre, per le misure di semplificazioni introdotte dal decreto e recepite con interventi normativi della Regione sono, invece, immediatamente efficaci e non occorre che siano recepite a livello comunale. Per quanto riguarda il Regolamento edilizio, le misure di semplificazione introdotte e i conseguenti interventi normativi della Regione, potranno richiedere precisazioni e allineamenti rispetto ai requisiti prestazionali degli immobili.

Ferrari, infine, ha chiarito che il decreto e le misure di recepimento da parte della Regione determineranno alcuni cambiamenti procedurali e il rinnovo della modulistica per alcune tipologie di titoli edilizi, per cui sarà opportuno promuovere iniziative di formazione e approfondimento rivolte sia agli uffici interni che ai professionisti esterni, coinvolgendo il Cup, Comitato unitario delle professioni, attraverso il tavolo permanente che l’assessorato all’Urbanistica ha attivato, fin dallo scorso anno, con gli Ordini ed i collegi professionali.

















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