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Alto Frignano, Cisl e Fnp: “investire sulla sanità in montagna Ausl incontri cittadini e sindacati”

“Da un lato ci sono le grandi dichiarazioni romantiche contro lo spopolamento della montagna. Dall’altro c’è la brutta realtà delle cose: con un colpo di spugna l’Ausl toglie un medico a Fanano e Pievepelago senza prendersi la briga di ascoltare i sindacati e la gente che come noi la montagna la vive e la rispetta”.

E’ dura la presa di posizione di Cisl Emilia Centrale e della categoria dei pensionati Fnp Cisl, contro il blitz con cui l’azienda sanitaria ha depennato professionisti dagli organici del sistema di emergenza urgenza che serve l’Alto Frignano.

“Condanniamo senza se e senza ma l’azione di Ausl Modena e della classe politica locale per un motivo molto semplice: le riforme sono vere e funzionano solo quando prima vengono spiegate, solo quando ci si prende la briga di andare davanti alle persone di una Comunità con dei dati, con delle proposte, con delle simulazioni, mostrando un disegno coraggioso. Abbiamo avuto con Ausl solo un incontro tardivo e non soddisfacente, quando ormai i giochi erano fatti. Occorre un reset, un incontro trasparente con le comunità interessate, perché  se si chiede un cambiamento, bisogna mostrarne i benefici”, proseguono i sindacati del territorio, segnalando che “la gente della montagna ha diritto ad una sanità che guardi lontano, non ad una riorganizzazione pasticciata. Ausl torni in Montagna e parli con tutta la chiarezza che serve a proposito di investimenti, strumenti, azioni ed attrattività dei professionisti”.

CONTINUARE AD IN INVESTIRE SUGLI INFERMIERI
Dal punto di vista operativo, il sistema dell’emergenza urgenza ora si baserà sulla rete dei tre infermieri del 118 in servizio a Fanano, Pievepelago e Sestola. “Professionisti di ottimo livello, figure sulle quali occorre continuare ad investire con chiarezza e che non devono rimanere sole nella difesa della salute della nostra gente. Proprio per sostenere la loro missione, oltre che il diritto della comunità ad una proposta seria, torniamo a dire ai vertici Ausl che è una profonda mancanza di rispetto per la montagna attuare un simile cambiamento senza spiegare come si intende organizzare il sistema sanitario del nostro territorio con i grandi ambiti delle cure primarie, della connessione con l’ospedale, dell’accesso dei pazienti alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, dell’emergenza urgenza e della salute mentale” .

Cisl e Fnp ricordano alla politica e ai manager di Ausl che l’unica strada possibile è quella che si è evitata in partenza: il confronto preventivo con tutti, che deve riprendere sulla base di progetti complessivi e stando ben lontani da logiche od accordi che coinvolgano solo la tecnica della professione medica, tralasciando il possibile impatto sulla qualità della vita e della tutela della salute in Montagna. Montagna che le nostre organizzazioni tutelano in tutti i suoi aspetti, economici, sociali e di welfare”.

“Rappresentiamo migliaia di cittadini, di pensionati e lavoratori di questo territorio, lottiamo ogni giorno per i diritti delle terre alte. Non ci faremo trattare da spettatori, si rimetta la palla al centro, Fino ad allora, continueremo ad informare i cittadini e a vigilare affinché ‘salute’ e ‘montagna’ siano due parole che possano tornare a stare insieme”, chiosano le organizzazioni sindacali.

 

 

 

















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