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Scattano le perquisizioni da parte della Polizia di Stato a carico di esponenti anarchici per l’incendio doloso perpetrato nel 2023 ai danni della Polfer di Rimini

Alle prime ore di mercoledì 25 giugno 2025, personale delle Digos di Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, Milano, Torino e Lucca, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (DCPP), hanno dato esecuzione a 15 perquisizioni a carico di altrettanti esponenti del movimento anarchico, accusati di aver partecipato a vario titolo all’incendio doloso perpetrato in data 20 aprile 2023 in danno di due autovetture della Polizia Ferroviaria di Rimini posteggiate nel piazzale interno dello scalo nord della stazione ferroviaria riminese.

L’atto terroristico era stato successivamente rivendicato su alcuni siti d’area con le seguenti parole “Si è scelto di attaccare con il fuoco la polizia ferroviaria, misera appendice della polizia di stato, addetta all’infame compito della salvaguardia della sicurezza in ambito ferroviario. Il loro ruolo di guardiani dei cosiddetti confini di stato ha rappresentato un motivo in più per fargli visita proprio sotto casa loro. Infatti il costante monitoraggio che la polfer agisce su “presunte” persone senza documenti rappresenta un serio ostacolo per chi vuole muoversi liberamente.”. Nella stessa rivendicazione erano poi riportate frasi in solidarietà agli anarchici cileni “Monica e Francisco”, oltre che ai noti esponenti anarchici italiani “Anna, Juan, Aldo, Lucas, Ivan, Zac”, accompagnate da “un pensiero solidale a Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, da 17 anni sottoposti al regime di 41 bis”.

L’attività di indagine si è sviluppata attraverso l’analisi di un’enorme mole di immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza presenti in zona, puntualmente analizzate dalle Digos di Bologna e Rimini, e da accertamenti effettuati anche per il tramite del Servizio Polizia Scientifica. Il compendio indiziario ha portato alle recenti perquisizioni, delegate dalla Procura della Repubblica distrettuale di Bologna (P.M. dr. Dambruoso), che ha diretto le indagini fin dalle primissime fasi.

A seguito delle attività di perquisizione sono stati sequestrati dispositivi telefonici ed informatici, nonché alcuni capi di abbigliamento, che sono ora al vaglio degli inquirenti.

















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