Nella giornata di ieri la Regione Emilia Romagna ha avviato un percorso di ascolto e confronto per arrivare a una legge condivisa sugli affitti brevi a uso turistico con Comuni, associazioni di categoria, sindacati, associazioni dei proprietari e inquilini, organizzazioni Host e piattaforme online, Terzo settore, Università.
Federconsumatori è frequentemente intervenuta sul tema degli affitti brevi e, più in generale, sulle problematiche del turismo. Il nostro principio guida è quello della tutela dei diritti dei turisti e del consumatore di turismo. La rivoluzione portata dalla Rete in questo ambito ha cambiato in profondità e per sempre l’offerta turistica. Un cambiamento in parte positivo, che ha dato più opportunità agli operatori e maggiori possibilità di scelta e maggiore trasparenza ai consumatori.
Allo stesso tempo ne conosciamo bene i difetti: la perdita di competenze e di professionalità e la proliferazione di soggetti più che discutibili.
Noi siamo quelli che da molti anni contestano lo scandalo nazionale delle concessioni balneari, che chiedono, anche in Emilia – Romagna, una congrua quota di spiagge libere, che chiedono prezzi consoni e non speculativi per i servizi di spiaggia.
Infine, ripetutamente, abbiamo segnalato negli ultimi anni incrementi di prezzo ingiustificati di tutte le prestazioni turistiche e abbiamo contestato quelle amministrazioni locali che, a volte col plauso delle associazioni di albergatori, aumentavano la tassa di soggiorno per i turisti, negli alberghi e per gli affitti brevi.
Anche per questo abbiamo tentato di fare luce sugli affitti brevi, con alcune indagini, dal punto di vista del consumatore a partire dall’enorme peso dell’evasione fiscale in questo settore. Abbiamo documentato una certa allergia alle regole che si estende anche al tema della sicurezza e salute dei turisti, oltre che ai ritardi e omissioni nel possesso dei codici identificativi, regionale e nazionale. A dicembre 2024 avevamo registrato che soltanto una struttura su dodici era in condizione di regolarità. Nei mesi successivi si sono registrati miglioramenti solo sul fronte del CIN, mentre sulle strumentazioni di sicurezza permane una vasta evasione agli obblighi di legge.
Il 30 aprile scorso abbiamo segnalato che il 47% degli immobili in affitto breve a Bologna era dotato dell’illegale self check-in, poi “sanato” da una discutibile sentenza che ha registrato l’entusiasmo degli operatori del settore. Primo tra tutti Airbnb, di cui si cita la posizione dominante nel mercato degli affitti brevi. Una condizione ben dimostrata dalle eccessive commissioni sostenute dai clienti del portale che frequentemente raggiungono il 15%, mentre gli host sono chiamati a riconoscere ad Airbnb un più contenuto 3%. Tutto il carico sui turisti, ma anche questo sembra scandalizzare pochi.
In tutto questo, il vaso di coccio tra i vasi di ferro sono senz’altro i cittadini; almeno quelli che non hanno trasformato un appartamento di proprietà in affitto turistico. Federconsumatori condivide con molti, e tra loro le associazioni degli inquilini, la necessità di contenere la crescita degli affitti brevi, in alcuni casi cercandone la riduzione, laddove questa ha contribuito a determinare la forte riduzione degli affitti tradizionali e di quelli rivolti agli studenti, ed ha nel contempo contribuito alla crescita eccessiva del costo degli affitti.
Federconsumatori condivide quindi la necessità di norme regionali che vadano nel senso di alleviare questo grave problema, facendo le dovute distinzioni, considerando ad esempio una ricchezza la presenza degli affitti brevi nei luoghi dove l’ospitalità tradizionale è assente o molto ridotta. Vale in primis per le aree interne della nostra regione, dove può essere sviluppato il turismo; vale per l’Appennino, la cui rete alberghiera è sempre più debole. Allo stesso tempo invochiamo tutto il rigore possibile verso i soggetti che non rispettano le regole, che evadono il fisco danneggiando la collettività mettendo a rischio gli ospiti. Non parliamo solo degli affitti brevi, ma di tutto il complesso dell’offerta turistica della nostra regione, che deve presentarsi in modo impeccabile, certamente migliore di oggi.
Attendiamo di conoscere le proposte della Regione Emilia Romagna, per esprimerci nel dettaglio, ma evidenziamo che considereremmo inaccettabile ogni norma volta a scaricare su turiste e turisti ulteriori oneri, anche attraverso una crescite dei prezzi delle prestazioni turistiche. Per questo chiediamo di conoscere le azioni di monitoraggio, anche a carattere straordinario, che la Regione metterà in campo in questa fase.