Dal 2018 al 2019, due cittadini albanesi — un 46enne residente a Guastalla e un 45enne residente a Reggiolo — sono stati protagonisti di gravi attività criminali legate al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, operando a Reggio Emilia e provincia, nonché in altre aree dell’Emilia-Romagna e delle Marche. Entrambi ricoprivano ruoli apicali all’interno di un’organizzazione criminale albanese, attiva nel narcotraffico, poi smantellata nell’ambito dell’operazione “Maffi”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.
Il sodalizio criminale, di cui gli odierni condannati erano promotori, si avvaleva della collaborazione di due connazionali residenti in Olanda. L’indagine ha coinvolto complessivamente 17 soggetti, dai vertici fino agli esecutori materiali dello spaccio. Le attività investigative hanno documentato almeno 20 viaggi tra Italia e Olanda effettuati tra il 2018 e il 2019, durante i quali sono stati intercettati diversi carichi di stupefacente. In particolare, il 31 ottobre 2019, i due furono arrestati in flagranza di reato presso il casello autostradale di Reggiolo, mentre trasportavano oltre un chilo di droga occultata dietro al tachimetro di una BMW Serie 5.
Per questo episodio i due trafficanti avevano già patteggiato una pena di tre anni di reclusione, scontata ai domiciliari. In merito alla più grave ipotesi di reato – associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti – la terza sezione penale della Corte d’Appello di Bologna, in riforma della sentenza di primo grado, nel settembre 2024 ha condannato il 46enne alla pena di 13 anni e 10 mesi di reclusione e il 45enne alla pena di 12 anni e 2 mesi di reclusione, riconoscendo la continuazione con il reato per cui erano già stati arrestati a Reggiolo. La Corte ha anche disposto per entrambi le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per tutta la durata della pena. La sentenza è divenuta definitiva lo scorso 5 giugno, rendendo esecutiva la condanna.
L’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna ha quindi emesso il provvedimento di esecuzione delle pene concorrenti con contestuale ordine di carcerazione. Detraendo il periodo già scontato, i due dovranno espiare rispettivamente una pena “residua” di 10 anni e 10 mesi di reclusione per il 46enne e una pena residua di 9 anni e 2 mesi di reclusione per il 45enne. I provvedimenti sono stati quindi trasmessi per l’esecuzione ai carabinieri delle stazioni di Guastalla e Reggiolo nei cui comuni i 2 risiedono e dove erano ammessi a beneficiare degli arresti domiciliari proprio per questa causa.
Raggiunti i due nelle rispettive abitazioni, previa notifica del provvedimento, i carabinieri li hanno condotti in caserma e al termine delle formalità di rito nel carcere di Reggio Emilia.