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Castellarano: nella Torre dell’Orologio ‘Il Canto dell’Africa” di Camillo Turrini

Nella foto (taglio del nastro della mostra) da sinistra: la Vicesindaco del Comune di Castellarano, Cassandra Bartolini,
il Sindaco del Comune di Castellarano, Giorgio Zanni, l’artista Odo Camillo Turrini

Taglio del nastro per la mostra del noto scultore Odo Camillo Turrini, che fino al 18 maggio espone nella splendida cornice della Torre dell’Orologio (Ala del Mandorlo) di Castellarano. La mostra, intitolata: “Il canto dell’Africa” raccoglie opere in ceramica mista con ori preziosi, realizzate con tecnica e gusto raffinatissimi. Si tratta prevalentemente di figure femminili, rappresentate nella loro quotidianità.

Alle donne dell’Africa Odo Camillo Turrini ha, infatti, voluto dedicare questa mostra.
E’ un elogio alla bellezza e all’eleganza da parte di chi, come l’artista, ha compreso nell’esperienza diretta del viaggio la loro straordinaria umanità e la loro capacità di essere accoglienti e gioiose autrici di una quotidianità fatta di accoglienza e di gioia. Senza volersi addentrare nei dibattuti temi della migrazione e della sofferta condizione femminile, Odo Camillo Turrini porta le donne africane ad esempio di una vita quotidiana semplice, certamente faticosa e tuttavia espressione di gioia e gratitudine al punto da essere continua festa. Una dimensione che dovrebbe essere universale ma che, purtroppo, buona parte dell’umanità ha perduto inseguendo l’effimero e un maniacale obiettivo di auto affermazione. Turrini da sempre esprime attraverso la propria arte i valori in cui crede,
come la solidarietà, il rispetto reciproco, la ricerca dell’autentica felicità, che non è legata al
successo personale e all’apparenza. Oltre alle figure femminili, l’esposizione propone anche una serie di maschere, sempre realizzate in ceramica mista con ori preziosi. Il riferimento alla maschera, nella narrazione creativa di Turrini – scrive Cristina Boschini, che ha presentato la mostra – non è soltanto forte elemento rappresentativo della cultura africana, ma un invito ad essere se stessi, rinunciando alle sovrastrutture che creano la nostra immagine apparente e che in realtà generano sofferenza. Nel reciproco rispetto e nel reciproco sostegno, secondo l’artista, è possibile trovare una dimensione umana diversa, vera, semplice, capace di fare tesoro del proprio tempo, di osservare con incanto la natura, i suoi colori, liberandosi dalle maschere che soffocano la nostra reale essenza”.

La mostra è visitabile nei fine settimana (sabato e domenica) dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle18, oppure su appuntamento, telefonando al numero 335 245225.

 

















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