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Carcere minorile di Bologna: comandante e agente di Polizia finiscono in ospedale aggrediti da un detenuto

Ennesimo evento critico, stamani, all’Istituto Penale per Minroenni di Bologna (già Pratello), che attualmente registra la presenza di 43 detenuti minorenni e giovani adulti. Un detenuto di origini nordafricane, mentre doveva essere trasferito presso altro Istituto, ha brutalmente aggredito il Comandante di Reparto, dirigente Paolo Li Marzi, ed un agente di Polizia Penitenziaria. Quest’ultimi sono dovuti ricorrere presso il nosocomio locale, per le cure ed accertamenti diagnostici del caso, considerati i traumi fisici riportati.

A darne notizia sono Domenico Pelliccia e Giuseppe Merola, rispettivi Segretario Generale Aggiunto e Segretario Nazionale della Federazione Sindacati Autonomi CNPP, che esprimono solidarietà e vicinanza al dirigente Li Marzi e all’agente di Polizia Penitenziaria. L’Istituto bolognese – continuano i sindacalisti – da tempo registra criticità oggettive, dettate dalla presenza di detenuti particolarmente facinorosi e limitazioni strutturali che impongono difficoltà gestionali e di sicurezza.

“Servono riforme strutturali ed organizzative delle strutture minorili detentive presenti nel nostro Paese, così da poter garantire la funzionalità e l’efficienza, tenendo anche conto quanto negli ultimi tempi è accaduto anche a Torino, Roma, Nisida e Milano. Occorre fronteggiare seriamente anche la condizione di sovraffollamento del comparto carcerario minorile che è conseguenza, in gran parte, dell’afflusso esponenziale in Italia di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), riversatisi nel circuito penale minorile; trattasi di ragazzi provenienti in prevalenza dal Nord-Africa, spesso poli-assuntori di sostanze stupefacenti e/o psico-farmaci, con gravi problematiche comportamentali” – affermano Pelliccia e Merola – “Non è più tempo di attese – concludono – occorrono misure urgenti a salvaguardia delle strutture detentive minorili, che vadano a coniugare le giuste esigenze trattamentali con il lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, senza continue esposizioni a rischi.

















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