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Meleghine: non c’è incompatibilità tra ZPS e ARE

L’istituzione di un’Area di riequilibrio ecologico in corrispondenza di una Zona di Protezione Speciale arricchisce le potenzialità gestionali e garantisce un ruolo ai Comuni nella tutela della Biodiversità

La dichiarazione del sindaco dei giorni scorsi, con la quale proponeva l’istituzione di un’Area di riequilibrio ecologico all’oasi delle Meleghine, ha innescato la reazione risentita di chi vede in questo passaggio un declassamento, una perdita di importanza e di valore rispetto all’identificazione di Zona di Protezione Speciale che la caratterizza da tempo.

In realtà si tratta di un evidente equivoco, come spiega Andrea Morisi, responsabile tecnico di Sustenia, società a partecipazione pubblica che svolge un ruolo sovracomunale nella gestione di servizi rivolti alla gestione sostenibile del territorio, alla tutela della salute pubblica e alla conservazione della natura e che l’amministrazione comunale ha individuato come partner per queste tematiche, dopo l’adesione alla convenzione GIAPP (Gestione Integrata delle Aree Protette della Pianura) che riunisce 27 comuni delle province di Bologna, Modena e Ferrara con l’obiettivo di gestire in modo coordinato e attento al resto del territorio le aree di interesse naturalistico, di proprietà o uso pubblico.

“Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) che fanno parte della Rete Natura 2000 – dice Morisi – sono aree istituite dall’Unione Europea su indicazione delle Regioni specificamente per la protezione degli uccelli. Derivano dall’attuazione della cosiddetta ‘Direttiva Uccelli’ e finalizzate al mantenimento di idonei habitat per la conservazione delle popolazioni di uccelli selvatici. Le Aree di riequilibrio ecologico (ARE) sono invece aree naturali od in corso di rinaturalizzazione, di limitata estensione, inserite in ambiti territoriali caratterizzati da intense attività antropiche che, per la funzione di ambienti di vita e rifugio per specie vegetali e animali, sono organizzate in modo da garantirne la conservazione, il restauro, la ricostituzione. In questo caso si tratta di Aree Protette istituite dalla Regione su indicazione dei Comuni. L’una tipologia di tutela, però, non esclude l’altra, tanto che delle 54 Aree di riequilibrio ecologico previste inizialmente dal Programma regionale, ben 20 coincidono o fanno parte di un sito di Rete Natura 2000, acquisendo in tal modo un interesse comunitario per la tutela di habitat e di specie della flora e della fauna selvatica”.

Questa tipologia di Area Protetta è, inoltre, l’unica che prevede come ente gestore il Comune e, quindi, consente di sviluppare il livello locale nella gestione naturalistica dei luoghi. L’istituzione di un’ARE in corrispondenza di una ZPS arricchisce quindi le potenzialità gestionali e garantisce un ruolo ai Comuni che si vogliano cimentare nella sempre più urgente tutela della Biodiversità. In questo senso sarà possibile progettare interventi, gestire gli habitat, favorire le specie selvatiche e, peraltro, avere le caratteristiche per accedere a particolari filoni di finanziamento.

Nei giorni scorsi, il sindaco Claudio Poletti, insieme al consigliere delegato alle Meleghine Claudio Artioli e la responsabile dell’ufficio Ambiente del Comune di Finale Emilia Martina Querzoli hanno incontrato lo staff di Sustenia per definire le linee strategiche della collaborazione. Sustenia è una società di proprietà completamente pubblica che gestisce dal 2008 la maggior parte dei siti (spesso aree di riequilibrio ecologico coincidenti con siti della Rete Natura 2000) e i progetti di conservazione di habitat e specie trasversali alla Convenzione GIAPP con contributo del Servizio Aree Protette della Regione.

“Con Sustenia – spiega il sindaco Claudio Poletti – lavoreremo alla costruzione di un progetto finalizzato alla valorizzazione dell’area naturalistica, articolato su diverse direttrici di lavoro. In primo luogo la redazione di un regolamento per la gestione e la fruibilità, oltre che per la disciplina degli accessi; in secondo luogo per lo sviluppo della funzione di fitodepurazione delle Meleghine. Infine, per lo studio e la definizione delle modalità di accesso a possibili contributi, in particolare a quelli di fonte regionale come il bando sul rafforzamento della rete ecologica regionale al quale abbiamo intenzione di partecipare con la richiesta di un finanziamento di circa 100 mila euro”.

 

















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