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Sanità privata a Reggio Emilia, i Sindacati: ”Grande business ma il lavoro non si paga”

Presidio davanti allo Spallanzani

“Cinquecento professionisti che sono il motore della sanità privata a Reggio Emilia, un settore che macina miliardi di euro e un no ostinato al rinnovo del loro contratto.
E’ la storia degli infermieri, tecnici sanitari e Oss in servizio al Centro Medico Spallanzani, a Villa Verde, Villa Salus, al Millefiori di Novellara e all’Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea. Cinque strutture accreditate dalla sanità pubblica, al centro di un business senza dubbio redditizio. Dice no al rinnovo del contratto nazionale della sanità privata la potente Aiop Aris, associazione di categoria che riunisce importanti realtà del settore a livello nazionale. Per loro, nel 2021, il valore della produzione ammontava a 11,2 miliardi di euro”. Così la nota stampa di Fp Cgil Reggio Emilia, Cisl Fp Emilia Centrale e Uil Fpl Modena e Reggio.

200 EURO IN MENO RISPETTO AL PERSONALE AUSL
A questo niet le lavoratrici e i lavoratori hanno risposto oggi con un primo grande presidio davanti alla sede del Centro Medico Spallanzani, punta di diamante della sanità privata reggiana. Spallanzani insieme a Villa Verde, Villa Salus, Millefiori di Novellara e l’Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea sono realtà accreditate con il servizio sanitario nazionale. Ricevono per questo finanziamenti dedicati e sono parte integrante dell’offerta sanitaria pubblica.
Eppure i circa cinquecento professionisti che lavorano qui – donne nel 70% dei casi – guadagnano 200 euro al mese in meno dei loro colleghi assunti da Ausl e che svolgono le stesse identiche funzioni.

L’AFFONDO DEI SINDACATI
Stiamo assistendo – dichiarano Luana Congiu (Fp Cgil Reggio Emilia), Alberto Ansaloni (Cisl Fp Emilia Centrale) ed Emanuele Stavolo (Uil Fpl Modena e Reggio Emilia)a un ulteriore depauperamento dell’assistenza sanitaria. Il mancato adeguamento economico dei professionisti, in primis infermieri, tecnici sanitari e OSS, significa negare il giusto riconoscimento alla professione e assumersi il rischio che questi operatori, vittime di una disaffezione che passa anche dallo stipendio non adeguato, scelgano altri percorsi di carriera. E in questo caso a pagarne le spese saremo noi tutti, intesi come cittadini e pazienti”.

LO SCIOPERO DI SETTEMBRE
Se il settore della sanità pubblica ha avuto il rinnovo del contratto nel novembre ‘22, sulle aziende della sanità privata rappresentate da Aiop Aris sta per arrivare il grande sciopero nazionale del 23 settembre prossimo. “La richiesta è semplice – dichiarano i sindacalisti –: adeguare il trattamento economico del privato a quello del pubblico. Abbiamo avuto l’ultimo rinnovo nel 2020 e fu più o meno una sanatoria, dato che quel contratto sistemava lo scandalo del triennio 2016/2018 rimasto anch’esso senza copertura. Dal 2020 ad oggi sono passati quattro anni, l’inflazione è esplosa e fare la spesa è un atto di coraggio. Rinnovare il contratto nella sanità privata, sostenuta con le tasse dei cittadini che pagano l’accreditamento, è fondamentale per sopravvivere. Lo dobbiamo a questi professionisti che si prendono cura di noi ogni giorno”.

 

















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