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Bologna nel Centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti

Le iniziative di Comune, Università e Fondazione Gramsci

L’inaugurazione del murale che raffigura il volto di Giacomo Matteotti, realizzato da Chekos sulla facciata del Liceo Copernico, apre il programma di iniziative culturali di Comune, Università di Bologna e Fondazione Gramsci E-R, dedicate al deputato socialista, antifascista, studente e laureato dell’Alma Mater bolognese, a 100 anni dal suo assassinio avvenuto il 10 giugno 1924.

Il 10 giugno il Comune celebra l’anniversario della morte di Matteotti con la posa di
una targa nella casa di via Fondazza, dove visse nei suoi anni da studente dell’Alma
Mater, e l’accensione serale in via Matteotti dell’installazione luminosa.
L’Università di Bologna organizza per l’autunno una serie di incontri e presentazioni: a ottobre (date in via di definizione) Poesia sotto e/o contro il fascismo; il 9 ottobre il Festival di Pandora ospita un incontro a partire dal libro di Antonio Funiciello su Matteotti; il 6 novembre in Salaborsa è prevista la presentazione del libro L’oppositore. Matteotti contro il fascismo con l’autore Mirko Grasso. Il 7 novembre apre la mostra Di intelligenza eletta e di animo buono: Matteotti studente dell’Università di Bologna. (visitabile fino al 3 gennaio al MEUS – Museo Europeo degli Studenti, via Zamboni 33). Infine, sempre il 7 novembre (Aula Absidale Santa Lucia, via Castiglione), il Teatro dei Borgia porta in scena Giacomo.

Il murale sulla facciata del Liceo Copernico
Il volto di Matteotti sulla facciata del Copernico è stato realizzato dallo street artist Francesco Ferreri, noto come Chekos’art, vero pioniere dell’arte urbana, sua anche l’opera dedicata a Gramsci sulla facciata dell’Istituto Aldini Valeriani, realizzata nel 2017.
L’intervento di arte pubblica è promosso dalla Fondazione Gramsci E-R per celebrare la figura di Matteotti e ricordare il processo di costruzione della democrazia avvenuto nel nostro paese.
La frase che sarà inserita vicino al volto di Giacomo Matteotti è tratta da un suo scritto del 1908 sul periodico «La Lotta» ed è la seguente «L’amore alla collettività deve diffondersi tra noi. La migliore maniera di fare il proprio vantaggio è di fare il vantaggio di tutti gli altri».
Cresciuto nell’underground dei graffiti a Milano, Francesco Ferreri, ha plasmato il suo stile personale che ora si estende per le strade d’Italia, Europa e oltre. I suoi murales sono come riflessi di una storia viva, dipingendo volti che raccontano storie di contrasti sociali e richiami alla memoria storica.
Da Xiemen in Cina a Tirana in Albania, le sue opere trasformano le città in gallerie all’aperto, comunicando con le nuove generazioni attraverso iconici riferimenti pop e omaggi ai maestri del passato.
Fondatore di 167B STREET insieme ad Ania Kitlas, ha trasformato la periferia in un centro espositivo che si evolve costantemente. Da questo punto di partenza, esplora una centralità che sfugge alle dimensioni convenzionali, cercando fra le sfumature dello spazio urbano una storia da raccontare.

Presentazione del libro L’oppositore. Matteotti contro il fascismo
Mercoledì 6 novembre, alle 18, in Salaborsa, Mirko Grasso presenta il suo libro
“L’oppositore. Matteotti contro il fascismo” (Carocci, 2024), insieme a Patrizia Dogliani, Roberto Balzani e Paolo Capuzzo, storici e professori al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater.
Il libro ripercorre l’intenso percorso politico e intellettuale di Matteotti, tenendo conto della matrice europeista del suo riformismo, dell’impegno militante di socialista, della vocazione come organizzatore politico e amministratore, della visione di studioso di diritto. Tutti elementi fondamentali per spiegare la sua lotta contro il nascente regime fascista e la strenua battaglia che ha portato avanti, a costo della vita, per la democrazia.

La mostra “‘Di intelligenza eletta e di animo buono’: Matteotti studente dell’Università di Bologna”
La vita bolognese di Giacomo Matteotti sarà raccontata invece al MEUS, il Museo Europeo degli Studenti del Sistema Museale di Ateneo (via Zamboni, 33) con la mostra “‘Di intelligenza eletta e di animo buono’: Matteotti studente dell’Università di Bologna”.
L’esposizione sarà inaugurata il 7 novembre, anniversario della laurea di Matteotti, e resterà aperta fino al 3 gennaio 2025, a cento anni dal discorso di Benito Mussolini sul delitto Matteotti che diede inizio al ventennio fascista.
Curata da Patrizia Dogliani e Mirko Grasso, la mostra ricostruisce l’ambiente universitario, le relazioni con docenti e compagni, la conoscenza della realtà cittadina e universitaria di Matteotti: tutti elementi determinanti per l’evoluzione delle sue idee. Saranno esposte carte e materiali del periodo universitario, provenienti principalmente dall’Archivio Storico dell’Università di Bologna, organizzate in tre sezioni tematiche: “L’Università di Bologna ai tempi di Matteotti”; “Matteotti studente a Bologna (1903-1907)”; “Maestri e amici del periodo bolognese”.

Lo spettacolo “Giacomo. Un intervento di arte drammatica in ambito politico”
Ancora giovedì 7 novembre, il momento finale del programma di celebrazioni per ricordare Giacomo Matteotti sarà alle 18 nell’Aula Absidale di Santa Lucia (via de’ Chiari, 25/a), con lo spettacolo “Giacomo. Un intervento di arte drammatica in ambito politico”.
Una coproduzione Teatro dei Borgia e Artisti Associati Gorizia, diretto da Gianpiero Borgia, con Elena Cotugno, lo spettacolo mette a confronto due degli interventi in Parlamento di Matteotti: quello del 31 gennaio 1921, in cui denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste, e quello del 30 maggio 1924, l’ultima seduta a cui Matteotti partecipò prima di essere assassinato, in cui contesta i risultati delle elezioni dell’aprile di quell’anno.
Questa tragedia, politica e antispettacolare, consiste nella riproposizione delle parole di Matteotti nella loro nuda e terrificante verità. Il lavoro invita a riflettere sul senso della militanza politica, sui diritti di cittadinanza, sulla possibilità di opporsi alla violenza fascista con il richiamo ai valori di libertà e democrazia, ma anche sul ruolo del teatro nella società, in un modo in cui gli ideali diventano opera d’arte.

















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