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Endovascular Cup, a Palazzo Ducale il punto su 30 anni di riparazione endovascolare degli aneurismi dell’aorta in Italia

L’evento in programma nelle giornate del 10 e 11 maggio

Duecento chirurghi vascolari da tutta Italia popoleranno nei prossimi due giorni il Palazzo Ducale di Modena per la dodicesima edizione della Endovascular Cup. L’evento, organizzato dalla  Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena  con il patrocinio di Unimore  e  del Comune di Modena, si articola su un totale di sette sessioni distribuite nell’arco di due giornate, venerdì 10 e sabato 11 maggio.

Quest’anno il corso ha come titolo “30 Years of EVAR and More” ed è diretto dal Professor Roberto Silingardi e dal Professor Stefano Gennai dell’Università di Modena e Reggio Emilia, fulcro dell’equipe della Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Il titolo vuole evidenziare come, a 30 anni dall’inizio della riparazione endovascolare degli aneurismi dell’aorta addominale in Italia, alcuni protagonisti di allora ed i maggiori esperti della chirurgia vascolare odierna si incontreranno per ripercorrere la storia e fare il punto sulle sfide attuali e future di questa terapia.

Oltre ai massimi esperti italiani, arricchiranno il congresso i giovani chirurghi vascolari impegnati nella ricerca, a sottendere l’aspetto formativo dell’incontro in un’atmosfera fresca ed innovativa. Nello spirito delle precedenti edizioni, le “nuove leve” del settore concorreranno per l’assegnazione del premio scientifico ”Endovascular Cup” dopo votazione dei ricercatori esperti.

«La competizione non ha fini classificativi ma vuole evidenziare l’importanza della ricerca combinata al lavoro d’equipe, pilastri della medicina presente, passata e futura – spiega il Professor Roberto Silingardi – La città di Modena vanta una lunga tradizione di innovazione nel campo della chirurgia endovascolare per tale motivo abbiamo voluto, assieme ai miei collaboratori, organizzare questo evento che sancisce i successi trentennali della chirurgia mininvasiva dell’aorta anche al fine di comprendere meglio le sfide che ci aspettano per il futuro».

















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