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Peste suina, Coldiretti: “Interventi immediati per salvare patrimonio da 20 mld”

immagine d’archivio

Occorre un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro. E’ l’appello lanciato da Coldiretti che ribadisce la necessità di un cambio di passo sulla gestione di una presenza di cinghiali ormai fuori controllo che sta facilitando la diffusione della malattie e minaccia gli allevamenti, dopo l’ultimo caso registrato nella Food valley parmense.

La fauna selvatica è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina e, secondo le attuali regole, basta un cinghiale malato rinvenuto a chilometri di distanza da una stalla per far scattare la decisione di abbattere migliaia di maiali perfettamente sani. Bene ha fatto il ministro Lollobrigida – rileva Coldiretti – a chiedere dunque alla Commissione europea un approccio diverso, che tuteli le imprese e i consumatori. L’unica soluzione per fermare la diffusione della peste suina è, infatti, mettere in campo tutte le azioni possibili per contenere l’invasione di fauna selvatica che ruba reddito e futuro alle imprese agricole.

Purtroppo nella nostra provincia – denuncia Coldiretti Modena – a fronte di una situazione che si fa di giorno in giorno più critica, si registra da parte di chi ne ha il potere un’inerzia nell’applicazione dei regolamenti esistenti (emanati dalla Regione Emilia Romagna e dalla Provincia) che, messi in pratica, permetterebbero un’efficace contenimento dei cinghiali. Coldiretti ha proposto e ottenuto l’approvazione della legge che consente l’autodifesa, permettendo agli agricoltori autorizzati di difendere non solo i propri campi ma anche, con eventuale delega, quelli di altri su tutto il territorio provinciale. Manca – continua Coldiretti – in provincia di Modena la seria volontà di rendere operativi i mezzi a disposizione degli agricoltori, che traggono reddito dal prodotto dei campi, mentre sembrano prevalere gli interessi di chi nella presenza dei cinghiali trova solo l’occasione per un momento di divertimento. Gli agricoltori sono esasperati – dichiara Coldiretti Modena –  per questo è necessario intervenire con urgenza per trovare soluzioni definitive e immediate per eradicare i cinghiali dal territorio, aiutare le imprese e difendere una filiera produttiva di vitale importanza per la nostra provincia.

In Italia – informa Coldiretti – si parla di un “esercito” di 2,3 milioni di cinghiali che scorrazzano oggi indisturbati tra le campagne, diffondendo la malattia ma anche devastando le coltivazioni agricole. Il rischio immediato è che il propagarsi della peste suina faccia scattare le restrizioni all’export, con un danno potenziale da 2,32 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero nel 2023.

Ma a rischio c’è una filiera come quella suinicola italiana che è una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale – conclude Coldiretti – con 5.000 allevatori professionali e altri 30.000 piccoli allevatori in tutto si allevano 10 milioni di suini che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma, San Daniele ma non solo) anche degli altri 20 tipicità Dop dei salumi.
















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