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Cineca, Leonardo già sold out, e allena pure intelligenza artificiale Supercomputer di Bologna a pieno regime: “tante richieste, c’è la coda”

Leonardo (Cineca Bologna)

Il supercomputer Leonardo del Cineca “è a pieno utilizzo” già dalla sua inaugurazione, nel novembre 2022, e ad oggi ha raggiunto “il livello di saturazione”, con progetti di ricerca “in coda” in attesa di essere sviluppati. In poche parole, “abbiamo già più domanda che offerta”. A fare il bilancio a poco più di anno dall’accensione del ‘cervellone’ elettronico al Tecnopolo di Bologna sono il presidente e la direttrice generale del Cineca, Francesco Ubertini e Alessandra Poiggiani, intervistati dall’agenzia Dire. In particolare, sottolinea Ubertini, “da un anno e mezzo a questa parte sta crescendo poi in maniera esponenziale la domanda di supercalcolo per allenare l’intelligenza artificiale”. Sistemi come l’ormai famoso ChatGpt, infatti, “sono diventati così grandi che hanno bisogno dei supercalcolatori” per essere ‘nutriti’ di dati e informazioni.

“Se avessero allenato ChatGpt 4 su Leonardo, dedicando il supercomputer solo a questo, ci sarebbero voluti 120 giorni- ci tiene a segnalare il presidente del Cineca- ci hanno messo un po’ di più. E siamo solo all’inizio di questa curva dell’intelligenza artificiale, c’è tantissima richiesta”. Una start up francese, Mistral, ha sviluppato un modello di IA simile a ChatGpt, che è stato allenato proprio su Leonardo. “Non sono gli unici”, avverte Ubertini. Seppur immaginato nel 2017, infatti, Leonardo fu pensato già con un’architettura adatta all’intelligenza artificiale. Oggi è la sesta macchina al mondo per potenza di calcolo, ma seconda per applicazioni di intelligenza artificiale (la prima in Europa).

Oltre all’intelligenza artificiale, spiega ancora Ubertini, “ci sono molte applicazioni in tanti campi che ‘tradizionalmente’ utilizzano il supercalcolo”, come ad esempio previsioni meteo, studio delle galassie o delle particelle elementari, studio di nuovi materiali, sviluppo di nuovi farmaci, accelerazione dei trial clinici, creazione dei gemelli digitali di prodotti, servizi o ambienti. “In questo ambito- afferma il presidente del Cineca- la parte che sta più crescendo è la domanda nel campo delle scienze della vita”, come la genomica per la personalizzazione delle cure e lo sviluppo di nuovi farmaci, con un risparmio di “circa due anni” nella prima fase di ricerca dei medicinali innovativi. “E siamo solo all’inizio”, ribadisce Ubertini.

Entro giugno, comunque, arriverà un supporto per dare man forte a Leonardo: un upgrade, chiamato (non a caso) Lisa. La Commissione europea e il Governo italiano, infatti, hanno deciso “un ulteriore finanziamento per un aggiornamento che permetterà a Leonardo di arrivare alla fine del suo ciclo di vita nel 2027 sempre nella top ten dei supercalcolatori al mondo”, spiega Poiggiani.

 

SI PENSA GIÀ AL DOPO-LEONARDO
A Bologna macchina da un miliardo di miliardi di calcoli al secondo

Mentre Leonardo lavora a pieno ritmo, a Bologna si pianifica già di mandarlo in pensione. Il Cineca si candida infatti a ospitare, sempre al Tecnopolo, la prossima generazione di supercomputer, di categoria post-exascale, con una potenza di oltre un miliardo di miliardi di calcoli al secondo (oggi Leonardo ne macina ‘solo’ 250 milioni di miliardi). Un’evoluzione che dovrebbe concretizzarsi tra il 2026 e il 2028. Nel frattempo, al Tecnopolo di Bologna il Cineca è pronto ad aprire anche la nuova frontiera del supercalcolo: quella dei computer quantistici. Ad annunciarlo sono il presidente e la direttrice generale del consorzio, Francesco Ubertini e Alessandra Poggiani, intervistati dall’agenzia Dire. “Si aprirà l’anno prossimo un percorso che porterà al dopo-Leonardo, a una scala ancora più grande di supercalcolo”, conferma Poggiani.

Il nuovo ‘cervellone’ “sarà al Tecnopolo- assicura Ubertini- che è stato pensato come casa per la fase uno, cioè Leonardo, e ora stiamo implementando gli impianti per la fase due, cioè il nuovo sistema. Ma questo era già nei piani”. Le competenze maturate in questi anni, del resto, “danno un grande valore” al Tecnopolo di Bologna, aggiunge Poggiani. “Anche da questo punto di vista tutto il Paese può beneficiare di quello che gestiamo- afferma la dg del Cineca- avendo maturato questa esperienza, avendolo fatto bene e avendo speso bene le risorse europee, siamo confidenti che anche il post-Leonardo possa essere riportato qui”. Ad oggi la road map prevede l’upgrade di Leonardo, col sistema Lisa, entro giugno di quest’anno. A fine 2024 arriverà il computer quantistico e nel 2028 andrà in pensione Leonardo, sostituito dal nuovo supercomputer.

“Ma con l’accelerazione in corso della tecnologia- avverte Ubertini- riusciamo ad arrivare al 2028 come da programmi? Questa domanda se la sta facendo l’Europa”. Se la risposta fosse no, l’idea è di anticipare a fine 2026 il nuovo supercomputer affiancandolo a Leonardo per il suo ultimo periodo di vita. “Più una transizione che una sostituzione”, sintetizza Poggiani. Del resto, ribadisce Ubertini, “il cambiamento tecnologico è molto rapido e la domanda è in forte crescita, quindi forse bisogna rivedere la strategia” a livello europeo. Nel frattempo, il Tecnopolo di Bologna diventerà anche un centro di calcolo quantistico, sempre finanziato dall’Europa, che ha selezionato Bologna come uno dei sei siti per ospitare un ‘quantuum computer’. Il nuovo sistema affiancherà Leonardo nel suo lavoro di calcolo e servirà anche per fare ricerca e test sempre in ambito di informatica quantistica.

Ma di cosa si tratta? Un computer quantistico non funziona col codice binario, ma si basa su leggi fisiche diverse. “Non usa più i bit ma i qubit- spiega Ubertini- oltre allo zero e all’uno, ci sono anche stadi intermedi”. In pratica è come avere una moneta che gira senza sapere se sarà testa o croce. “Sono difficili da immaginare”, ammette Ubertini. Peraltro sono più piccoli e consumano meno energia (kilowatt, non megawatt) ma sono più sofisticati. “I computer quantistici esistono già- precisa Ubertini- ma non sappiamo quale tecnologia si affermerà e quanto tempo ci vorrà. Ad oggi non sono abbastanza grandi e affidabili per la ricerca industriale, però potenzialmente sono molto più potenti degli attuali supercalcolatori, tanto da riuscire a bucare con estrema facilità tutti gli attuali sistemi di crittografia. Sono talmente potenti che riescono a provare tutte le combinazioni. Per poterli sfruttare al massimo, però, vanno riscritti tutti i software”.

 

 

















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