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Dieci anni di Piedibus a Campogalliano

Dalle difficoltà dell’inizio alla terza linea – Daniela Tebasti: “La comunità intera deve essere grata ai volontari”

Il Piedibus di Campogalliano ha compiuto 10 anni. Come è noto si tratta di un servizio gratuito, gestito da volontari che si impegnano ad accompagnare a scuola i bambini della scuola primaria, facendo loro compagnia e aiutandoli in sicurezza, fornendo anche, tutti i giorni, un concreto contributo alla salvaguardia ambientale, evitando lo spostamento di decine di auto verso la scuola e quindi riducendo il traffico veicolare.

Una iniziativa di successo che si realizza grazie ai volontari che negli anni si sono prestati, tra i quali anche sindaca,  vicesindaca e il preside David Toro, e ad AUSER che ha accolto e iscritto i volontari partecipanti.

Era il 7 gennaio 2014 quando iniziava una splendida avventura che ha coinvolto bambini, volontari, genitori, scuola e Amministrazione comunale, oltre ai tanti sponsor che negli anni hanno sostenuto il progetto.  “Questo è davvero un servizio importante – dichiara la vicesindaca Daniela Tebasti, assessore con delega alle Politiche scolastiche – per il quale la comunità intera, non solo quella scolastica, deve essere molto grata ai tanti volontari che lo hanno reso e lo rendono possibile”.

Era il 2014 e partiva la prima linea ufficiale – si legge sulla pagina Facebook ufficiale del gruppo –  dieci anni fa si è partiti da zero, con una tenace volontà di trovare le soluzioni affinché si potesse fare questo servizio in serenità e tranquillità per le famiglie e i bambini, ma anche e soprattutto per i volontari. L’amministrazione ci teneva, alcune associazioni hanno dato disponibilità, ma, soprattutto, Matteo si è dato da fare tantissimo e ci ha messo un impegno che ha generato entusiasmo.” Matteo è Matteo Pacifici, l’infaticabile e autentico motore del Piedibus campogallianese.

Ed è proprio lui. Matteo, che, orgogliosamente racconta “Abbiamo raggiunto un risultato davvero grande perché siamo stati capaci di resistere all’inizio quando in pochi si fidavano a mandare i bambini a scuola a piedi con degli sconosciuti, ai periodi in cui non si trovavano volontari, abbiamo modificato le nostre abitudini per rispettare le norme anticovid e siamo stati capaci di evolverci aggiungendo la tanto cercata e agognata terza linea

A noi piace – prosegue Pacifici – fare una camminata al mattino, chiacchierare e scherzare coi vostri figli, ci piace perché così imparano a conoscere la città e a muoversi in essa, ci piace perché socializzano e ci piace perché il Piedibus è riconosciuto dall’OMS come strumento per la lotta all’obesità infantile. Ci piace perché imparano che in caso di pioggia bastano scarpe adatte e un ombrello e perché se siamo fortunati facciamo il pupazzo di neve e la battaglia a palle di neve. Ma ci piace molto quando camminando in paese incontriamo un ragazzone apparentemente burbero che incrociando lo sguardo ci fissa… poi si apre in un sorriso e in ‘ciao’ perché probabilmente era un bambino del Piedibus”.

















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