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Garisenda, ecco il gruppo dei primi esperti per la fase due della messa in sicurezza

Il Comune ha individuato il gruppo dei primi esperti che, coordinato dall’ingegner Raffaela Bruni, si dedicherà alla fase due della messa in sicurezza della Garisenda.

Saranno Massimo Majowiecki professore di Ingegneria Strutturale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, che con lo studio di progettazione strutturale da lui fondato si è occupato, tra i tanti progetti, della copertura di Piazza Italia alla Fiera di Milano, della copertura del Palazzo dello Sport di Atene, dello Stadio delle Alpi di Torino e della copertura dello Stadio Olimpico di Roma; Nunziante Squeglia del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa e titolare dei corsi di Geotecnica e del corso su Pali di fondazione, che ha già collaborato al progetto di Salvaguardia e Stabilizzazione della Torre di Pisa; Francesco Ubertini professore ordinario di Scienza delle costruzioni presso la Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna, già rettore dell’Università di Bologna, direttore del Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, dei Trasporti, delle Acque, del Rilevamento, del Territorio (DISTART) e del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali (DICAM), ed attualmente presidente di CINECA Consorzio Interuniversitario e presidente di IFAB, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development.

Mentre proseguono i lavori per la risoluzione dei sottoservizi nell’area attorno alla Garisenda, nella prima mattinata di domani, giovedì 7 dicembre, arriveranno i primi mezzi per posare i “container” e i primi elementi che comporranno la struttura di contenimento per la prima fase di messa in sicurezza che vede coinvolte le imprese Modena Ingegneria srl e Fagioli SpA. Lunedì 11 dicembre, sempre in mattinata, è previsto l’arrivo di ulteriori container.

Verrà realizzata una cintura di protezione contenitiva dei detriti derivanti da un eventuale crollo, per ridurre la vulnerabilità degli edifici circostanti e l’esposizione della popolazione, impedendo contemporaneamente l’accesso alla zona circoscritta. Il montaggio della cintura di protezione sarà realizzato tramite la posa di moduli metallici, zavorrati e ancorati al terreno e collegati tra loro, insieme a reti metalliche paramassi studiate appositamente con sistemi di pretensionamento e ancoraggio al suolo.

















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