ROMA (ITALPRESS) – “#InclusioneDonna è una grande rete di associazioni femminili intorno alla quale si sono aggregate: oltre 70 che hanno come obiettivo comune quello di portare in Italia un aumento importante della percentuale di occupazione e di rappresentanza femminile. Nasce il 3 dicembre del 2018 ed è il risultato della volontà di tutte le persone che girano intorno a questa iniziativa”. Così Sila Mochi, co-fondatrice di #InclusioneDonna, in un’intervista all’Italpress, spiega obiettivi, proposte e azioni da mettere in campo. “Dalla politica e alle istituzioni ci aspettiamo molto. Negli ultimi 4-5 anni di lavoro abbiamo individuato 10 istanze che riteniamo prioritarie per portare a casa il risulato. In particolare – spiega – nei prossimi 18 mesi vorremmo centrare tre obiettivi: quello collegato alla certificazione di genere per le imprese, per aumentare la consapevolezza delle stazioni appaltanti a modificare le procedure d’acquisto affinchè le aziende fornitrici certificate possano avere dei premi in sede di gare. Il secondo è quello del mondo molto ampio dell’imprenditoria femminile che oggi è aiutata, ma con piccoli finanziamenti che non supportano l’avvio di importanti aziende. Il terzo è la valutazione d’impatto di genere ex ante, da applicare a tutti i programmi d’investimento del Pnrr e dei fondi europei e a tutte le misure. Questo per evitare di dovere rincorrere successivamente indicatori che sono stati impostati non secondo la parità di genere, potendo così cogliere più facilmente gli obiettivi che ci chiede l’Europa sul tema. Proporremo nelle prossime settimane alle istituzioni e al governo in particolare la nostra idea”. Sul tema dei salari femminili, secondo Mochi “la prassi di riferimento è la 125/2022 e all’interno del set di indicatori che fanno parte di questa prassi, c’è una categoria specifica sul pay-gap. A nostro avviso per potere colmare questo ‘bucò, ciò che va fatto è sensibilizzare le imprese a un percorso di cambiamento affinchè si possa trovare la strada per la risoluzione del problema”.
Quindi “tutto ciò che è misurabile è effettivamente prodromo di un miglioramento. La certificazione di genere per le imprese è di fatto una nostra iniziativa che il governo precedente ha accolto con favore. Quello che noi crediamo possa essere la prossima sfida è la valutazione di genere ex ante. Se riusciremo a trovare sponda sulle istituzioni per istituire un modello di valutazione di indicatori definiti, riteniamo che un apporto importante al miglioramento dello stato delle donne in termini di occupazione e rapresentanza possa essere colto”, conclude Mochi.
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