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Consegnate al comune di Modena le firme raccolte da LAV contro caccia selvaggia

Yuri Bautta e Isa Bonini, volontari di LAV Modena, con l’Assessora all’Ambiente e alla Mobilità Sostenibile, Alessandra Filippi

Consegnato oggi dalla sede locale LAV al Comune di Modena il plico di firme, raccolte nelle scorse settimane, di oltre 600 cittadini emiliani contro caccia selvaggia, alla presenza dell’Assessora all’Ambiente e alla Mobilità Sostenibile, Alessandra Filippi, di un responsabile dell’Ufficio Diritti Animali e di un gruppo di tecnici. 

 

“Il Comune di Modena è l’ultimo a cui ci rivolgiamo, insieme a quello di Bomporto. Giunge alla fine di una serie di incontri che abbiamo svolto con i Comuni dell’Emilia-Romagna – ben 20 – che hanno accolto la nostra richiesta di confronto nonostante le ferie estive”, dichiara Yuri Bautta, responsabile LAV Modena, subito dopo l’incontro.Abbiamo riscontrato un grandissimo interesse e una sensibilità inaspettata da parte dei Sindaci emiliani su questo tema. Confidiamo quindi che il loro ascolto si trasformi in atto politico”.  

 

Il primo luglio 2023 è stato pubblicato in GU il Piano Straordinario per la Gestione e il Contenimento della Fauna Selvatica, un provvedimento reazionario, privo di qualsiasi legittimazione scientifica, che riporta indietro di secoli l’impianto gestionale degli animali selvatici nella nostra nazione. In particolare, grazie a questa gravissima riforma, i cittadini italiani si imbatteranno in milizie di cacciatori armati fino ai denti, attivi giorno e notte nei parchi, nelle piazze e nelle strade della città, che potranno anche essere dotati di silenziatori e visori notturni oppure arco e frecce.  

 

Grazie alla piattaforma online e ai banchetti tenuti in tutta Italia durante le Giornate Nazionali il 18/19 e il 25/26 marzo, sono state raccolte centinaia di migliaia di firme di cittadini in tutta Italia a dir poco sconcertati da questa prospettiva disastrosa. In queste settimane i volontari LAV stanno incontrando i Sindaci e i Prefetti di tutta Italia per testimoniare il dissenso dilagante nei confronti di questa legge e per richiedere di impedire l’esercizio dell’attività venatoria all’interno dei comuni da loro amministrati.  

 

Al di là del chiaro pericolo di lasciare scorrazzare cacciatori armati per le vie della città, abbiamo indetto una grande manifestazione a Trento il 16 settembre cioè il sabato precedente all’apertura generale della caccia in tutto il Paese, per ribadire la nostra intrinseca avversione all’attività venatoria che esige e ottiene mano libera dal Governo” – afferma la LAV – “non ci daremo pace finché questa barbarica, preistorica, sadica pratica non sarà riposta nel dimenticatoio, tra le nefandezze commesse nella storia dell’umanità, così come ogni altra forma di sfruttamento degli animali”.  

















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