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Piccola grande impresa di cinque amici partititi a piedi da Sassuolo per arrivare a Tellaro, nel Golfo dei Poeti

Una scommessa, una piccola pazzia nata quasi per gioco, che si è trasformata in realtà. Partire da casa e arrivare al mare a piedi. Non un mare qualsiasi, ma uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, nella Riviera Ligure di Levante, Tellaro, provincia di La Spezia. Tanto apprezzato da scrittori, poeti ed artisti, per la sua bellezza, da avere assunto la denominazione di “Golfo dei Poeti”. Una piccola impresa, romantica, fuori dal circuito dei più noti e molto apprezzati cammini che si snodano nell’Appennino tosco emiliano (Via degli Dei, Via Vandelli, Via Francigena, fra i molti, ad esempio).

Una ricetta per rallentare i ritmi, riconnettersi con la natura, esplorare paesaggi mozzafiato e luoghi intrisi di storia, perdersi in incontri importanti e speciali.
Gli ingredienti: centosessantanove chilometri, 5000 metri di dislivello in salita e altrettanti in discesa, cinque giorni e mezzo di cammino, anche per 10-12 ore consecutive, cinque amici, tanta voglia di stare insieme.

Sono partiti in questo bollente agosto, dalla Piazza centrale di Sassuolo. Risiedono tutti nel capoluogo della ceramica o nei dintorni (Casalgrande, Fiorano Modenese, Formigine). Si può quindi affermare che abbiano iniziato il viaggio praticamente dal ciglio della porta di casa. Si tratta di “ragazzi” tra i 40-45 anni, con la passione in comune per la natura e la montagna: Matteo Battisti, tecnico informatico, Claudio Casini, impiegato nel settore meccanico, Fabio Postiglione, operaio meccanico e profondo conoscitore di strade secondarie, grazie alla smisurata passione per la bicicletta, Gian Luca Taccini, psicologo, con alle spalle ruoli importanti nell’amministrazione comunale e un Cammino di Santiago nel Palmarès, Ileano Bondi, insegnante e socio di AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche).

“Da anni”-ci dicono- “dedichiamo parte delle nostre ferie al cammino”. “Questa volta abbiamo voluto compiere un’impresa più sfidante, senza l’utilizzo di mezzi propri o pubblici, nemmeno per raggiungere il luogo di partenza”. “I giorni a disposizione erano veramente pochi, quindi abbiamo dovuto impegnarci su tappe lunghe e con un notevole dislivello”- “L’aspetto mentale è fondamentale quando è necessario camminare dalla mattina alla sera per più giorni: si tratta di percorsi alla portata di chiunque abbia un po’ di allenamento alle spalle, ma ci vuole una forte determinazione per raggiungere l’obiettivo, oltre ovviamente, ad un adeguato abbigliamento e un buon kit di pronto soccorso, dato che i piccoli inconvenienti, come vesciche ai piedi o dolori muscolari, sono all’ordine del giorno”
Nell’era moderna, in cui il ritmo frenetico della vita quotidiana sembra dominare, c’è qualcosa di incredibilmente rilassante e gratificante nel rallentare e intraprendere viaggi a piedi, riscoprendo cammini storici, storie di lavoro, transumanze, Resistenze. Il percorso ha incrociato diversi snodi storici, come la Via Matildica del Volto Santo, che collega Mantova a Lucca, il Sentiero Spallanzani, dedicato al noto scienziato naturalista originario di Scandiano, che da Reggio Emilia arriva a San pellegrino in Alpe, e attraversato borghi e luoghi solitari di alta quota nel parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese e del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, alcuni tratti della Linea Gotica, della nota Via Francigena, la parte più orientale del Sentiero Liguria, che da Luni conduce a Ventimiglia.

“Da Sassuolo, lasciata la città e il suo Palazzo Ducale, imboccato la ciclopedonale del fiume Secchia, ci siamo lasciati alle spalle il versante emiliano e i comuni di Castellarano, Toano, Montefiorino, Frassinoro, Villa Minozzo e infine Ligonchio, dove, in località Passo di Pradarena, abbiamo cominciato a percorrere il crinale (Sentiero 00) attraverso la Garfagnana (provincia di Lucca) in direzione Lunigiana (provincia di massa Carrara) e precisamente Equi Terme, grazioso paese noto per le sue grotte e le acque termali a libero accesso. Da lì, attraverso ripidi saliscendi, villaggi intervallati da cerreti e uliveti, fino ad Ortonovo (La Spezia), dove abbiamo pernottato in un ex convento, borgo arroccato dal quale si gode una splendida vista sulla Versilia. L’ultima tappa ci ha visti scendere nella piana di Luni, risalire la sommità del promontorio di Montemarcello e scendere una quantità indecifrabile di scalini fino Tellaro, classificato tra i Borghi più belli d’Italia, e goderci un meritato tuffo in mare, sentendoci quasi un po’ alieni, rispetto al turismo di massa della riviera”.

In una società che sembra sempre più connessa digitalmente ma emotivamente distante, i viaggi a piedi offrono infatti un’esperienza che va oltre il semplice turismo. La connessione si sposta sul piano culturale e relazionale: assaporare la cucina tradizionale e apprendere dalla storia orale delle comunità, rallentare e riscoprire l’interazione con gli altri esseri umani, in definitiva, vedere il mondo nei suoi piccoli ed intriganti dettagli e da prospettive diverse, passo dopo passo.

















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