giovedì, 28 Marzo 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeAppennino ReggianoIl 3 febbraio al Teatro Bismantova il Canto del popolo yiddish messo...




Il 3 febbraio al Teatro Bismantova il Canto del popolo yiddish messo a morte

L'appuntamento rientra nelle iniziative per il Giorno della Memoria

Tra le attività proposte dal Comune di Castelnovo Monti nell’ambito del Giorno della Memoria, spicca lo spettacolo in programma venerdì sera, 3 febbraio, al Teatro Bismantova alle ore 21: “Canto del popolo yiddish messo a morte”, dal libro di Itzak Katzenelson. Sul palco ci saranno Emanuele Ferrari per le letture, Giovanni Mareggini al flauto e Davide Burani all’arpa.

Due musicisti di grande esperienza, conosciuti e apprezzati a livello nazionale, ad accompagnare un testo del poeta ebreo polacco Katzenelson: rinchiuso nel campo di internamento di Vittel, in Francia, nell’autunno del 1943 inizia a scrivere il Canto. Lo seppellirà dentro tre bottiglie in mezzo alle radici di una quercia, dietro il filo spinato del campo di Vittel, in Francia. Poco dopo verrà mandato direttamente ad Auschwitz, dove all’arrivo verrà ucciso nelle camere a gas.
Afferma il Vicesindaco e Assessore alla cultura di Castelnovo, Emanuele Ferrari: “Abbiamo pensato come Amministrazione e come Teatro di proporre una lettura scenica di un testo che purtroppo è ancora molto attuale, perché anche oggi dobbiamo confrontarci con una situazione di guerra in Europa. Katzenelson racconta l’aggressione di un popolo verso un altro popolo, la volontà di sterminare il popolo ebreo. E lo fa con grande umanità ma anche grande severità. È un testo fatto di invocazioni, di preghiere e di cronaca: c’è la storia grande di un’invasione, di una guerra mondiale, dello sterminio, ma ci sono anche piccole storie, dei bambini, degli orfani, della sua famiglia che è stata tutta sterminata, ultimi lui e il figlio che dopo essere scampati alla deportazione dal ghetto di Varsavia, avevano ottenuto dei visti per espatriare in Honduras da parte dei partigiani ebrei, ma poi erano stati catturati in Francia ed infine spediti ad Auschwitz. I partigiani ebrei volevano salvarlo perché lo ritenevano un grande intellettuale, traduttore di testi sacri e scrittore di opere teatrali, e quando lui chiese a questi partigiani perché avessero scelto di provare a salvare proprio lui, gli risposero che i primi ad essere salvati dovevano essere gli scrittori, i poeti perché sarebbero stati gli unici in grado di raccontare l’esperienza tremenda che stavano attraversando. Continuare a proporre questo racconto, con due musicisti straordinari come Mareggini e Burani, ci permette di coltivare un po’ il seme della poesia anche in questo tempo difficile, ricordando che questo è stato come direbbe Primo Levi”.

Informazioni: Biblioteca Crovi, tel. 0522 610204, ingresso allo spettacolo 4 euro.
















Ultime notizie