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Arresti ricostruzione post sisma, Cisl: “Dobbiamo fare rete, la criminalità è ancora tra noi”

«Le accuse per gravi reati collegati alla ricostruzione post sisma dimostrano che la criminalità organizzata è ancora presente nei nostri territori e che per evitare nuove infiltrazioni non possiamo abbassare la guardia». Lo afferma Domenico Chiatto, segretario generale aggiunto, con delega alla legalità, della Cisl Emilia Centrale commentando l’operazione della Procura distrettuale antimafia di Brescia e dei carabinieri di Mantova, con dieci persone arrestate e altre diciassette indagate.

«Per garantire la legalità nella fase post terremoto non bastano le norme e l’azione dello Stato; è necessario un controllo sociale del territorio esercitato da sindacati, imprese ed enti locali – afferma Chiatto –. Se pensiamo alle recenti fuoriuscite di componenti della Consulta per la legalità, riteniamo che a Reggio Emilia, dove nella Bassa c’è l’unico Comune della regione che venne sciolto per mafia, è essenziale avere un organismo attivo, efficace e partecipato per il contrato alla illegalità. Dobbiamo fare rete, non possiamo delegare la prevenzione ai fenomeni mafiosi solo alle prefetture, forze dell’ordine o magistratura, che pure stanno facendo un lavoro encomiabile».

È necessario dare attuazione ai protocolli appalti e legalità già sottoscritti tra parti sociali stipulanti e laddove non ancora presenti realizzare accordi in tal senso.
Il segretario Cisl ricorda che un certo presidio del territorio è assicurato già oggi da organismi come i Ctp (Comitati tecnici paritetici, enti bilaterali costituiti da imprese e sindacati) e rlst (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), che rappresentano veri e propri “termometri” su quanto avviene nei cantieri, in particolare sulla sicurezza del lavoro.
«Lo scambio di esperienze e informazioni tra organi dello Stato e parti sociali può rappresentare un antidoto alle infiltrazioni – aggiunge Cinzia Zaniboni, segretaria generale del sindacato edili Filca Cisl Emilia Centrale – Vanno rilanciati gli osservatori provinciali sugli appalti pubblici, potenziate le banche dati esistenti, creati archivi dei professionisti (tecnici, consulenti del lavoro ecc.) e delle imprese, verificando la loro storia lavorativa. Il rating di legalità e lo storia delle imprese deve costituire negli appalti pubblici maggior punteggio premiante per l’affidamento dei lavori.
A livello nazionale, invece, bisogna approvare la legge sulla qualificazione delle imprese, parificare i contributi dei lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti e – conclude la segretaria degli edili Cisl – vietare i subappalti nei lavori privati della ricostruzione».

















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